E’ stato forte e chiaro il messaggio della FIOM e delle Associazioni presenti in questi giorni ai vari appuntamenti a Bologna, a Firenze, a Roma: una nuova Coalizione Sociale, che coinvolga tutti i lavoratori dipendenti e autonomi, precari e a tempo indeterminato, quelli in attesa di lavoro e coloro che l’hanno perso. Una costituente allargata alla partecipazione di tutti i cittadini, per riportare il lavoro e la dignità delle persone al centro.

In particolare colpiscono le parole di Landini dette all’ultima manifestazione della FIOM a Roma:  “All’interno dei posti di lavoro, ancor prima che essere lavoratori si è cittadini e come tali si deve poter godere di diritti, di dignità, di un ambiente rispettoso della persona e della sua salute.”

In questo senso tornare immediatamente a lottare per i diritti dei cittadini e di tutti i lavoratori perché strettamente correlati.

La proposte di Coalizione sociale spiegate da Maurizio Landini sono semplici e dirette, senza giri di parole. Applicare la Costituzione basata sul diritto, sull’uguaglianza e sul lavoro, unire ciò che gli ultimi governi hanno diviso, allargare la partecipazione, basta alla competizione fra lavoratori, basta alla guerra fra poveri, rimettere insieme le persone oggi divise, coinvolgere i vari soggetti sociali e i cittadini nelle scelte e nelle decisioni che riguardano tutti, basta alle ingerenze della BCE, riappropriarsi della sovranità popolare, riportare al centro il lavoro e le persone.

Inoltre, Coalizione sociale, tramite i suoi vari rappresentanti, ha lanciato un preoccupante grido d’allarme.

La tenuta democratica del paese sta traballando, è seriamente in pericolo. Il governo Renzi, con ancora più determinazione dei governi precedenti, sta portando avanti politiche senza nessun rispetto per le comuni regole democratiche, completando così l’opera di stravolgimento della nostra Carta Costituzionale e rimangiandosi 100 anni di conquiste sociali per precipitare il paese, i diritti del lavoro e dei cittadini ad un contesto sociopolitico di ottocentesca memoria.

Come non vedere che con il Job’s Act di Renzi e la riforma scolastica denominata La Buona Scuola si  sta entrando nell’ultima fase di attuazione di un piano antidemocratico e anticostituzionale partito da molto lontano.

Molti dei lettori più giovani non sanno a cosa ci si riferisca quando si parli di loggia P2 e del suo Piano di Rinascita Democratica.

Un piano segreto architettato dalla loggia massonica deviata P2, scoperto poi dalla magistratura nei primi anni 80’, tra i punti principali prevedeva.

  • Nascita di due soli partiti: uno a sinistra e l’altro a destra.
  • Controllo dei media, controllo di quotidiani (quindi l’eliminazione della libertà di stampa e di pensiero), liberalizzazione delle emittenti televisive (all’epoca permesse solo a livello regionale) allo scopo di controllarle, e in questo modo influenzare l’opinione pubblica, nonché l’abolizione del monopolio della RAI e la sua privatizzazione.
  • Progetto Bicamerale (Commissione parlamentare per le riforme costituzionali).
  • Modifica della Carta Costituzionale
  • Riforma della magistratura: separazione delle carriere di P.M. e magistrato giudicante, responsabilità del CSM nei confronti del parlamento, da operare mediante leggi.
  • Riduzione del numero dei parlamentari.
  • Abolizione delle province.
  • Abolizione della validità legale dei titoli di studio.
  • Responsabilità civile dei magistrati
  • Concessione di forti sgravi fiscali ai capitali stranieri per agevolare il ritorno dei capitali dall’estero.
  • Acquisire con strumenti finanziari di pari entità i più disponibili fra gli attuali confederali allo scopo di rovesciare i rapporti di forza all’interno dell’attuale trimurti.(riferito a CGIL-CISL e UIL)
  • Frantumazione e successiva disgregazione del Sindacato
  • Abolizione dello statuto dei lavoratori.
  • Limitare il diritto di sciopero

Era questo il piano della P2, una loggia della massoneria deviata, sospesa dal GOI (Grande Oriente d’Italia) nel 1976. La P2 condotta negli anni 70’ da un imprenditore toscano Licio Gelli (ex combattente tra le milizie fasciste durante la guerra civile di Spagna), P2 definita dalla stessa magistratura come una vera e propria organizzazione criminale con finalità eversive nei confronti dell’ordinamento giuridico italiano. Un’organizzazione che assunse forme deviate rispetto allo statuto della massoneria e che, come accertato da numerose indagini, trovò nella logica della paura, dello stragismo, dell’impoverimento culturale e della corruzione politica le sue principali armi per attuare le proprie finalità.

La P2 fu formalmente sciolta dal parlamento italiano tramite un’apposita legge, la n. 17 del 25 gennaio 1982.  Ripercorrendo con attenzione la storia degli ultimi 40 anni del nostro paese, parrebbe però che le finalità della P2 e la sua forte influenza all’interno del paese, non abbiano mai cessato di esistere.  Soprattutto appare singolare come molti punti del piano della loggia P2 siano poi stati attuati con successo.

Assistendo ai recenti appuntamenti indetti per il lancio di Coalizione sociale si percepisce forte e chiaro il carattere di urgenza contenuto nell’appello a rispondere “all’ultima chiamata”.  Sono parole che fanno riflettere, quelle testimoniate da persone di spessore come Sandra Bonsanti, rappresentante dell’associazione Libertà e Giustizia che parla esplicitamente di “situazione che si è venuta a creare in questo ultimo periodo che ci costringe tutti a fare un passo avanti, cioè nel momento in cui la democrazia viene trattata con il riguardo con cui viene trattata da Matteo Renzi noi non possiamo stare a guardare senza fare niente.”

O come quelle di Don Andrea Bigalli dell’associazione Libera, che con forza afferma “Ma che razza di paese è mai diventato questo, in cui la parola politica fa tutta questa paura, il sindacato da sempre ha fatto politica.” Bigalli poi aggiunge “dobbiamo andare in direzione di un contrasto autentico alla corruzione politica,” in questo senso “la vogliamo fare una legge seria?”  E ancora prosegue Bigalli  “chi era a Bologna lo ha sentito dire da Don Ciotti: “avevate tutto il tempo per fare tante cose, la prima cosa che avete fatto è stata la legge sulla responsabilità civile dei magistrati, chissà come mai quella cosa lì vi sembrava particolarmente urgente”

E’ un fiume in piena don Andrea che parla del nostro paese con ormai 15 milioni di persone in condizione di povertà, una povertà che automaticamente favorisce le mafie, 6 milioni di analfabeti di ritorno, la mancanza di una legge quadro di tutela ambientale, mancanza che sta favorendo le ecomafie e la sistematica distruzione ambientale del paese, la presa in giro dell’acquisto dei 90 aerei F-35.  Spesa quest’ultima che ammonta ad oltre 11 miliardi di euro, soldi che potevano essere destinati d’urgenza per l’istituzione di un reddito minimo di cittadinanza. Soldi che non ci sono mai quando si tratta di investire sul lavoro e sulla dignità delle persone ma che puntualmente si trovano sempre quando si parla di armamenti.

E come non cogliere il messaggio di Silvano Sarti, partigiano e rappresentante dellANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) che ci testimonia il reale pericolo del ritorno ad una deriva fascista per il nostro paese.

Le prossime settimane saranno cruciali, determineranno la reale volontà e la capacità di questa nuova Coalizione sociale per quel che riguarda il coinvolgimento delle persone, delle associazioni, di larghe fette della società civile, come annunciato nella presentazione.  Ci mostreranno se questo nuovo soggetto avrà la forza di mettere in campo strumenti di reale partecipazione democratica.

I prossimi giorni, ci diranno molto sulla volontà della gente di rispondere all’appello di Coalizione sociale, sulla possibilità di quest’ultima di diventare un vero e proprio soggetto capace di rappresentare nel modo più ampio possibile una società civile, sempre più divisa, disorientata e frastornata.

Un nuovo patto sociale che sappia contrapporsi a questo governo Renzi, ultimo di una serie di governi non eletti, che da 3 anni si alternano alla guida del paese, senza neanche aver avuto un mandato popolare. Un governo, in special modo questo, che non ascolta più nessuno e che rappresenta interessi “particolari” invece che generali. Un governo di “nominati”, che bisogna dirlo, fa comodo a molti che non appaiono dietro le quinte e che serve in questo particolare periodo storico per perseguire determinati obbiettivi di drastica riduzione delle libertà sociali e politiche. C’è di che essere molto preoccupati e non va assolutamente sottovalutato il grido di allarme lanciato in questi giorni, a maggior ragione se esso proviene da un’ampia parte di quella sinistra che proprio dal governo Renzi dovrebbe essere rappresentata.

Negli ultimi anni, non solo in Italia ma in tutta Europa, sono scese in campo le stesse forze dell’imprenditoria, quella più bieca e reazionaria che insieme all’alta finanza, oggi come ai tempi che precedettero i grandi totalitarismi, hanno da sempre imposto pericolose logiche liberiste privatistiche e guerrafondaie, affermate tramite politiche di libero mercato portate all’eccesso a danno dei diritti comuni, sovvertendo incuranti i principi minimi di convivenza pacifica, i diritti umani e la dignità delle persone, politiche di corsa agli armamenti attuate con sempre più forza in questi ultimi anni a danno del lavoro, dei diritti e del welafare sociale.

Le stesse logiche liberiste, che in Italia come in tutta Europa, furono terreno fertile per la corsa agli armamenti, sfociando poi in due guerre, 70 milioni di morti e decenni di dittatura.