Si è conclusa la Conferenza ONU sui cambiamenti climatici con il raggiungimento di un accordo tra i capi di stato e ministri riunitisi a Lima. L’accordo è arrivato dopo una nottata di negoziati: le trattative tra i rappresentanti dei 195 paesi dovevano concludersi venerdì ma sono proseguite fino alla notte scorsa a causa della difficoltà di trovare un’intesa sugli impegni da parte dei singoli Stati.

A dichiarare approvato il testo, che sarà firmato al vertice di Parigi in programma nel 2015, è stato Manuel Pulgar Vidal, ministro peruviano dell’Ambiente e presidente della conferenza, davanti alla plenaria delle delegazioni di 195 paesi presenti all’incontro.

Sulla base del testo sottoscritto, i paesi dovranno presentare all’Onu entro il primo ottobre del 2015 impegni “quantificabili” ed “equi” di riduzione delle emissioni, oltre ad una dettagliata informazione sulle azioni da seguire. Inoltre gli esperti della convenzione del cambiamento climatico dovranno poi esaminare l’impatto di tali misure, paese per paese, per verificare se sono sufficienti.

Sulla base del documento approvato, i paesi firmatari s’impegnano anche a rispettare una serie di azioni in vista della conferenza di Parigi dell’anno prossimo, il cui obiettivo è l’adozione di un accordo universale e vincolante per limitare il riscaldamento climatico a 2 gradi.

Tuttavia Greenpeace ha registrato che i leader mondiali ancora non sono riusciti ad abbracciare il futuro di energia pulita che è già a portata di mano. «All’inizio del prossimo anno, i governi dovranno mostrare concretezza, spiegando come intendono tagliare le emissioni di gas serra, fornendo un supporto finanziario ai paesi in via di sviluppo, e aumentando la quota di energia da fonti rinnovabili al 2025», afferma Alessandro Giannì, direttore delle Campagne di Greenpeace Italia. «Se, al contrario, verranno fissati obiettivi deboli per il 2030, per quindici anni saremo intrappolati in livelli di emissioni insostenibili e assisteremo sempre più frequentemente a catastrofi climatiche come quella che ha recentemente causato l’evacuazione di centinaia di migliaia di persone nelle Filippine».

Dalla Cop20 di Lima, sono comunque emerse anche alcune buone notizie. Quello che fino a poco tempo fa era solo l’auspicio di alcuni, ovvero un mondo libero da emissioni di carbonio, è diventato un punto fondamentale dei negoziati di questi giorni.

«Quasi cinquanta nazioni già concordano sulla totale eliminazione delle emissioni di carbonio entro il 2050», continua Giannì. «Se il prossimo anno a Parigi tutte le nazioni dovessero accordarsi su un futuro libero da emissioni di gas serra, potrebbe realizzarsi una rapida transizione dall’era dei combustibili fossili – come carbone, petrolio e gas – ad un futuro 100 per cento rinnovabile per tutti. Abbiamo bisogno di abbandonare i combustibili fossili per assicurare aria pulita, posti di lavoro e crescita economica. La gente di tutto il mondo sta spingendo per questo cambiamento e i governi hanno il dovere di soddisfare queste necessità», conclude.

Fonti: Greenpeace Italia/Agenzie