Di Comunità per lo Sviluppo Umano di Avellino

“La storia la fanno i popoli ma poi sono i padroni che ce la raccontano”.

L’Unità d’Italia è andata proprio come ancora la raccontano i libri di Storia? I briganti erano dei semplici delinquenti o un movimento di resistenza? Il Sud oggi, nelle scelte politiche, è ancora tenuto in uno stato di soggezione? Hanno risposto a questi quesiti Pino Aprile, autore di Terroni; Luigi Gallo, membro della Commissione Cultura della Camera; Paolo Saggese, direttore del Centro Studi della poesia del Sud.

Sud tutta un'altra Storia - CSU Avellino

L’evento, che si è svolto il 7 Novembre presso il Carcere Borbonico della città di Avellino, aveva lo scopo di dibattere sulla assoluta necessità di un recupero della memoria storica dei vinti, che, da una visione volutamente distorta della storia, ereditano l’errata convinzione di appartenere ad una terra che poco o nulla avrebbe potuto fare da sola, di sé stessa. Dunque il bisogno di un recupero della propria memoria e con essa della propria dignità, l’interruzione di quel senso di “minorità” che troppo spesso accompagna il concetto di “meridione-meridionale” nei luoghi comuni.
Al tempo stesso il desiderio di un incontro in cui si potesse dare notizia delle tante iniziative assolutamente rivoluzionarie che si stanno concretizzando al Sud e di cui solo rarissime volte i mezzi di comunicazione danno notizia: “Se non si parla di immondizia evidentemente non siamo interessanti” (cit. Pino Aprile). La manifestazione si è chiusa con la bella esibizione dell’attore Nicola Mariconda con un pezzo improvvisato ispirato al grammelot di Dario Fo La nascita del giullare.
L’evento ha lanciato poi una petizione di cui alleghiamo il testo: nessuna “tentazione secessionista” tra le sue righe, ma la richiesta di verità e di riabilitazione di quanti passarono per “briganti” ma non lo furono e di una riappropriazione dei propri miti, luoghi e territori.
                                                     Petizione: Sud… tutta un’altra STORIA 
Un uomo che non conosce la verità sulla sua storia  è come un albero che, senza radici, si sente vulnerabile. Recuperare la memoria significa recuperare con essa l’orgoglio di un popolo e la propria dignità. Esistono oggi decine di testi e documenti che provano come la storia dell’Unità d’Italia sia stata ben diversa da quella che ci hanno raccontato da sempre: i briganti non furono solo “loschi figuri” così come i Piemontesi non furono affatto dei “liberatori”. E nemmeno è ormai lecito pensare che le altre nazioni europee e la Massoneria furono estranee a quei fatti. Si tace di questo e si tace delle stragi, degli stupri, delle torture perpetrate da chi, come Bixio, sosteneva che i meridionali non bastava ucciderli: “bisogna straziarli”. Ciò considerato oggi chiediamo
 
                                                    Al Ministro dell’Istruzione ed al suo Ministero
• che i programmi ministeriali relativi al periodo storico dell’Unità d’Italia  e del post unità, in base ai quali si compilano i libri di testo, siano stilati alla luce di una revisione storica che consenta una visione obiettiva degli eventi
• l’istituzione di una “Giornata della Memoria” per le vittime delle stragi del Sud perpetrate durante la repressione seguita all’Unità d’Italia
                                                                    Agli amministratori locali
• che ogni piazza o strada ancor oggi intitolata a chi materialmente compì quelle stragi sia oggi intitolata ai Quasimodo, ai Vittorini, ai Falcone, ai Borsellino, e alle tante eccellenze che hanno reso onore al Sud e all’Italia intera.
Quanti fossero interessati alla petizione possono scriverci all’indirizzo: lacomunita.psu@libero.it