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In occasione della Giornata globale di sostegno alla resistenza di Kobane, ieri pomeriggio si sono tenuti cortei di solidarietà in Turchia e in diverse città italiane ed europee. A Roma lo slogan del corteo gridava: “Roma con Kobane! Kobane resisti”. Il corteo romano ha voluto sostenere attivamente la resistenza di Kobane coinvolgendo i cittadini e le realtà politiche e sociali sostenendo il popolo curdo anche attraverso una raccolta di fondi e di medicine, e attraverso l’invio di volontari sanitari e di osservatori umanitari a Suruç, una città curda in Turchia dove sono accampati ora i profughi di Kobane.

A Bologna erano presenti appartenenti alla comunità curda dell’Emilia-Romagna, oltre a membri dei collettivi Tpo, Labas e Ya Basta. “Kobane resiste, fermiamo il massacro” era lo slogan del corteo, composto da numerose donne e bambini.  A Firenze circa 500 persone hanno sfilato nelle vie del centro.

Anche l’Associazione per i Popoli Minacciati ha aderito all’appello dei curdi in esilio in Europa, America, Asia e Africa per una giornata internazionale di mobilitazione in solidarietà con la popolazione della città nella Siria settentrionale.

A Zurigo la manifestazione è stata turbata da un gruppo di provocatori che durante il corteo ha insutato i manifestanti ed è servito l’intervento della polizia per far tornare la calma. Le forze dell’ordine hanno fatto uso di gas irritanti per evitare che lo scontro finisse con il ferimento di qualcuno dei 3.500 presenti.

In Turchia decine di migliaia sono state le persone scese nelle piazze per testimoniare la loro solidarietà agli abitanti della città siriana da settimane vittima della furia dei miliziani dello Stato islamico. A Istanbul la manifestazione è stata organizzata dal partito democratico del popolo di orientamento filo-curdo. ADiyarbakir, considerata la capitale dei curdi locali, in 15.000 hanno sfilato compostamente. Sono state per la maggior parte manifestazioni pacifiche, a parte qualche isolato momento di tensione con lanci di pietre e lacrimogeni della polizia.

Le richieste principali dei manifestanti e dei rappresentanti curdi alla comunità internazionale sono il disarmo dell’esercito dello Stato Islamico (Is), isolando gli stati che lo sostengono (Arabia Saudita, Qatar e Turchia), l’apertura di un corridoio al confine turco che consenta l’ingresso di aiuti umanitari e rifornimenti alle forze di difesa curde di Kobane, il riconoscimento dell’autonomia della Rojava, regione occidentale del Kurdistan, che si trova ora sotto il controllo siriano e infine la rimozione del Pkk, il partito comunista curdo, dalla lista delle organizzazioni terroristiche.

Fonti: Ansa/Euronews