Foto Al-Jazeera

A due settimane dall’inizio dell’offensiva delle forze filogovernative contro Ansar al-Sharia e le milizie alleate, le truppe dell’esercito libico fedeli al generale Khalifa Haftar sono riuscite nei giorni scorsi a riconquistare un po’ di terreno a Bengasi, allontanando gli islamisti dall’aeroporto e occupando una delle loro roccaforti.

Centinaia di famiglie hanno abbandonato le proprie case nella città portuale mentre le lotte in strada tra i gruppi armati rivali continuano a sconvolgere la città. I nuovi scontri sono scoppiati quando l’esercito, sostenuto dalle forze dell’ex generale Khalifa Belqasim Haftar e da giovani armati, ha preso d’assalto diversi quartieri della città per catturare gli avamposti militari degli autodichiarati ribelli islamici.

Secondo Al-Jazeera, l’esercito è entrato in città con armi e munizioni caricate su circa 70 veicoli militari mentre razzi e colpi di artiglieria hanno colpito i quartieri residenziali. Le violenze hanno costretto centinaia di famiglie a fuggire verso le città più sicure in quanto la città “sta vivendo una paralisi totale” anche a causa della chiusura di scuole, università e negozi. Secondo fonti mediche, quasi 200 persone sono state uccise nel corso delle due ultime settimane di combattimenti di strada.

Da maggio scorso, Bengasi, sede di diverse compagnie petrolifere, è stata un campo di battaglia continuo, soprattutto dopo che Haftar ha dichiarato guerra al gruppo ribelle di Ansar al-Sharia, accusato da Washington di essere responsabile dell’attacco al consolato americano che nel 2012 ha ucciso l’ambasciatore.

Il Paese è caduto nell’anarchia quando ad agosto una fazione armata della città occidentale di Misrata ha occupato la capitale dopo aver combattuto con i miliziani della città rivale di Zintan, che occupavano l’aeroporto della capitale dalla rivolta che rovesciò Muammar Gheddafi nel 2011. Il Paese nordafricano ha avuto due governi e parlamenti rivali da quando i ribelli hanno preso Tripoli, creando il loro governo e la loro assemblea legislativa.

Il primo ministro della Libia riconosciuto a livello internazionale, Abdullah al-Thinni, ha detto mercoledì di essere pronto al dialogo con il gruppo che controlla Tripoli. Il governo di Al-Thinni ora si riunisce nella città orientale di Tobruk.

Fonte Ansa/Al-Jazeera