Foto Dailystar.com.lb

Terzo giorno di scontri oggi tra l’esercito libanese e i jihadisti siriani nella città libanese di Tripoli e nelle zone circostanti. Le sparatorie sono iniziate venerdì sera poco dopo la diffusione delle voci a Tripoli che Ahmad Salim Mikati, un membro chiave dell’IS, era stato arrestato dall’esercito durante l’incursione nella regione di Dinnieh.

Secondo il Daily Star gli scontri sono iniziati nel vecchio souq di Tripoli, dove i militanti armati si erano nascosti tra gli stretti vicoli cui non è possibile accedere con veicoli blindati.

Sempre secondo il quotidiano libanese, un alto funzionario militare ha dichiarato che l’esercito avrebbe intensificato i suoi “attacchi preventivi” contro i gruppi terroristici dopo l’incursione nella regione Dinnieh giovedi scorso, che ha portato all’arresto di Mikati e all’uccisione di tre sospetti terroristi. “Il raid di Dinnieh è stato l’anello di una catena nella battaglia in corso dell’esercito contro il terrorismo”, ha detto il funzionario, il cui nome la testata libanese non rivela. “L’esercito è determinato a schiacciare il terrorismo che minaccia il Paese.”

Dopo il suo arresto Mikati ha confessato di essere un membro dell’IS, confessando durante l’interrogatorio che aveva in progetto di rapire dei militari per esercitare pressione sul governo ad accettare un accordo di scambio tra i militanti nelle mani del governo e i 27 soldati e poliziotti in ostaggio dell’IS.

Una dichiarazione dell’esercito rilasciata giovedì descrive Mikati, 46 anni, come uno degli elementi più importanti dello Stato Islamico operanti nel nord del Libano. La dichiarazione dice anche che Mikati stava pianificando un grosso atto terroristico insieme a suo figlio Omar che combatte con l’IS alla periferia della cittadina nordorientale di Arsal. Mikati è anche accusato di aver reclutato giovani uomini libanesi tra le fila dello Stato Islamico nella zona di Qalamoun. Secondo le dichiarazioni rilasciate dall’esercito Bilal Mikati, nipote di Ahmad Salim, avrebbe partecipato alla decapitazione del Primo Sergente Ali Sayyed, che era tra i soldati e poliziotti che l’IS e il Fronte al-Nusra aveva preso in ostaggio ad Arsal lo scorso agosto.

Il bilancio delle vittime di questi tre giorni di combattimenti tra le truppe libanesi e militanti dell’ISIS è salito a 27 di cui almeno 6 civili e 10 soldati libanesi.  Almeno altre 48 persone sono rimaste ferite, tra cui 26 civili e 22 soldati.

Dall’inizio della guerra civile in Siria, la città di Tripoli e le zone circostanti sono spesso state spesso oggetto di scontri tra sunniti che parteggiano per la ribellione siriana e alauiti (sciiti) simpatizzanti del regime di Assad, ma è la prima volta che il centro della città viene interessato da scontri di questa portata.

Il problema di conflitti di potere e religiosi era già radicato nel Paese dei Cedri da prima e non è mai stato veramente affrontato. Tuttavia mentre è necessario combattere le radici del problema si ha ora la necessità di attuare delle manovre di sicurezza che permettano di fermare questa nuova ondata di violenze. L’esercito ha più volte cercato di attuare piani di sicurezza per la città del nord incontrando non pochi ostacoli, tanto legati alle questioni settarie che interessano il Paese quanto a quelle politiche o logistiche. I leader religiosi e politici di tutti i gruppi dovrebbero invece lavorare insieme nella lotta al terrorismo, anche sfruttando il grande sostegno internazionale che stanno ricevendo.