Intervista con Davis Mac-Iyalla, attivista nigeriano per i diritti degli omosessuali. Di Steven Hummer e Johanna Heuveling, Agosto 2014

In Nigeria, come in molti paesi africani, gli atti omosessuali sono puniti con lunghi periodi di detenzione o con la morte e le chiese cristiane giocano un ruolo importante nel promuovere sentimenti omofobi e violenze di piazza.

Mentre in Europa alla religione spetta un ruolo minore nella vita di tutti i giorni, in Africa le chiese sono influenti ed in continua espansione, le persone vanno regolarmente a messa e fanno donazioni, spesso non per la salvezza dell’anima ma nella speranza di un’improvvisa e magica prosperità.

In un continente in cui ex calciatori o musicisti decidono, come seconda occupazione, di creare le loro proprie congregazioni, l’eccessivo proliferare di tali manifestazioni sembra mostrare gli aspetti più futili della fede e, forse, prelude all’inizio della sua decadenza. Ci si potrebbe chiedere cosa hanno a che fare con la spiritualità questi falsi pastori e queste enormi chiese e se, in fondo, la fede stessa non sia che una mera questione di business.

Davis Mac-Iyalla è un attivista nigeriano per i diritti degli omosessuali e, al tempo stesso,  un ministro laico, ciò che  suona come un ossimoro. E’ stato battezzato, ha cantato nel coro ed è stato nominato cavaliere della Chiesa Anglicana.  Il fatto che appartenga ancora all’organizzazione che rappresenta il principale responsabile nel promuovere la violenza omofoba demonizzando gli individui come lui, come egli stesso ammette, sembra contraddittorio.

Stanco di vivere da solo la propria omosessualità, peraltro già nota, decise nel 2003 di rivelare la propria verità su una rete televisiva nazionale e diede inizio ad una campagna per i diritti degli omosessuali. Essendo un orgoglioso  Kalabari nonché fiero promotore della propria eredità culturale, il suo attivismo per la questione degli LGBT difficilmente poteva essere interpretato come un attacco ai valori tradizionali. La sua dichiarazione pubblica, aveva inoltre dimostrato la falsità di chi affermava che in Nigeria non vi fossero omosessuali provandone nero su bianco la reale esistenza. Da allora Mac-lyalla ha continuato a lottare per difendere i diritti umani intervenendo in conferenze ed officiando nelle chiese che glielo permettevano. “ Promuovere il dialogo è sempre un punto di partenza”, spiega, “ Senza la comunicazione, non saranno mai aperte le porte alla possibilità di un cambiamento”.

 

Gli LGBT in Nigeria sono vittime di violenze fisiche, economiche e psicologiche

“In Nigeria, quando dichiari di essere omosessuale vieni emarginato ed isolato. La tua famiglia, i tuoi amici, gli insegnanti, la tua chiesa, tutti ti voltano le spalle”. Ma per molti comporta anche la perdita dei mezzi di sussistenza. Vengono licenziati dai datori di lavoro e diseredati dai parenti. Le organizzazioni che cercano di aiutare gli LGBT, raramente si occupano di questo enorme problema, afferma Mac-lyalla, solo una piccola parte di esse fornisce aiuti economici. “ Gli omosessuali devono essere messi nelle condizioni di potersi guadagnare da vivere per poter difendere i loro diritti umani”.

Un’altra conseguenza dell’ammissione di omosessualità è la perdita del diritto alle provvigioni sanitarie, cosa che comporta dei gravi rischi per i malati di HIV o altre malattie contagiose. “ Questo avviene perché si viene stigmatizzati e criminalizzati”.

 La crisi dell’identità africana all’origine dell’omofobia

“In Africa, abbiamo perso la nostra identità. Ciò che le persone definiscono identità africana non è che ciò che è stato importato dai poteri coloniali e non abbiamo abbastanza dati né informazioni su ciò che abbiamo perso. Gli africani devono abbracciare la loro identità. L’Africa ha bisogno di recuperare la propria cultura, la propria voce”. Quando i paesi europei conquistarono il continente, imposero i loro valori morali alle popolazioni locali ed introdussero le leggi francesi, inglesi etc, che proibivano le relazioni tra individui dello stesso sesso così come  altre pratiche, ad esempio la poligamia, aggiunge Mac-lyalla.

Fu solo nel 1992 che la World Health Organization eliminò l’omosessualità dalla lista delle malattie riconosciute a livello internazionale, mentre gli attivisti LGBT nelle ex colonie avevano intrapreso  una lunga battaglia che solo qualche decennio fa – le ex colonie inglesi  alla fine degli anni ’60, altre in seguito – condusse ad una revisione delle leggi a favore di una maggiore tolleranza dei loro orientamenti sessuali. Alcuni paesi africani,tuttavia, mantengono ancora oggi in vigore le legislazioni dell’epoca coloniale. “ Oggi in Europa ci si domanda se alle coppie omosessuali debba essere concessa l’adozione, mentre in Nigeria l’omosessualità è ancora punita con la reclusione o la morte”.

“Molti africani temono che legalizzando  l’omosessualità, il tasso di riproduzione scenderebbe, le famiglie si sfascerebbero ed il mondo si dirigerebbe verso la sua fine” aggiunge Mac-lyalla cercando di spiegare le paure irrazionali dell’africano medio.

“Io sono un Cristiano di rito anglicano, ho studiato la Bibbia attentamente e voglio sottolineare che da nessuna parte vi è una proibizione dell’amore omosessuale. Nessun vescovo saprebbe mai indicarmi dove è scritto. Ci sono dei passaggi che condannano alcune pratiche o la prostituzione maschile, ma non vi sono riferimenti all’omosessualità sé per sé ”.

“Sappiamo tutti che ci sono molti passaggi nella Bibbia che sostengono la schiavitù e la disparità di genere e prevedono punizioni per attività che oggi non sono più considerate criminali o  taboo, ma strumentalizzare i testi sacri per incriminare gli LGBT è la blasfemia più grande”, scrive nella sua autobiografia “FIYABO (Survivor)” , pubblicata lo scorso Giugno.

Alla domanda relativa a cosa ha fatto sì che la questione dell’omosessualità emergesse all’improvviso negli ultimi dieci anni, soprattutto in Africa, Mac-lyalla  ha risposto che sarebbe addirittura possibile fissare una data precisa per l’inizio di questo processo:”nel 1998 si svolse la tredicesima Conferenza della Comunione Anglicana a Lambeth, durante la quale si cercò di definire quale posizione si dovesse assumere nei confronti dell’omosessualità. Tuttavia non venne raggiunto un comune accordo tra i membri della chiesa  poiché i vescovi africani continuavano a sostenere che in Africa l’omosessualità non esisteva”.

“Questo dibattito sull’omosessualità potrebbe portare ad una rottura nella chiesa anglicana, poiché  nel clero ci sono molti che la supportano” ha aggiunto. “ Personalmente, come membro della Chiesa Anglicana e all’epoca ministro laico, essendo cosciente del mio orientamento sessuale, decisi, nel 2003, che non potevo  più accettare questa situazione”.

“Qualcuno doveva farlo”, ha commentato riguardo il suo coraggioso atto di dichiararsi omosessuale su un canale nazionale, atto che gli ha comportato la perdita del posto di lavoro come preside di una scuola. Inoltre, la Chiesa Anglicana Nigeriana ha pubblicato uno scarico di responsabilità ed ha condotto una campagna diffamatoria nei suoi confronti. Dopo aver ricevuto numerose minacce di morte ed essere stato pugnalato per strada nel 2008, essendo la sua vita a rischio, ha dovuto presentare una richiesta d’ asilo nel Regno Unito.

“Spero di essere un modello positivo e di riuscire a suscitare fiducia nei giovani omosessuali che abbiano mai dubitato di essere dei validi esseri umani. Abbiamo bisogno di esempi”. Vivendo la propria omosessualità apertamente e con orgoglio, Mac-lyalla spera di contrastare i pregiudizi : “Ad esempio, la mia sessualità è caratterizzata da una forte moralità. Essere gay non vuol dire essere promiscuo. Il sesso è sacro e non mi interessa andare a letto con chiunque mi capiti”.

 Si deve sfidare la legge per depenalizzare le persone

“Seguire il Vangelo per me, in quanto attivista per i diritti umani, significa avere compassione per i poveri, per gli esseri umani. Non spetta a me giudicare il prossimo, Dio lo farà. Quando qualcuno mi maltratta, non spreco energie per trascinare  un individuo in tribunale, piuttosto voglio mettere in discussione la fonte, da dove deriva”.

“ Dobbiamo combattere le leggi esistenti a livello costituzionale, per depenalizzare le persone. Questo attualmente è il grande problema in Africa”, ha sottolineato Mac-lyalla.

Il “Same Sex Marriage Prohibition Act”, divenuto legge quest’anno in Nigeria, condanna anche i club, le associazioni e le organizzazioni omosessuali, con pene fino a 14 anni di reclusione, infrangendo i diritti umani basilari dei cittadini. Se si considera una media percentuale, scientificamente calcolata a livello mondiale, di 6-8% di nigeriani omosessuali, si sta parlando di circa 10 milioni di individui, forse una minoranza, ma di certo non un numero esiguo.

“ I politici occidentali  raramente si occupano delle dure leggi omofobe in vigore in Nigeria perché non vogliono mettere a rischio le relazioni economiche con un governo che controlla ingenti risorse petrolifere. Scelgono la via più facile e tendono a concentrarsi sull’Uganda, un paese piccolo e povero”, spiega Mac-lyalla

L’omofobia di matrice religiosa è un’enorme minaccia nel suo paese, continua, ed è qui che si figura il suo ruolo principale nella lotta per i diritti degli omosessuali. Come credente e seguace del messaggio di Cristo, cerca altri cristiani dalla mente aperta, in Nigeria e altrove, per creare un “LGBT human rights Christian Network” (Rete Cristiana  per i diritti umani degli LGBT). “ Non si può combattere l’omofobia in Africa senza capire la religione che è, essa stessa, un aspetto importante dei diritti umani”.

 Molte celebrità  ci sostengono dietro le quinte …

Quando gli viene chiesto se gli LGBT in Nigeria trovano delle forme si supporto, Mac-lyalla risponde che sarà sempre grato a coloro che lo hanno aiutato nei momenti difficili e gli hanno permesso di lottare per i propri diritti. Ma ammette che il suo caso è differente. Molti LGBT non hanno un sostegno economico e non hanno la possibilità di fuggire. Lui proviene da una famiglia influente, suo padre era un diplomatico , “ il nome della mia famiglia è famoso in Nigeria. Abbiamo tutti un’istruzione di alto livello e molti membri hanno viaggiato o vivono all’estero”. Quando si è dichiarato, la sua famiglia, in un primo momento, reagì negativamente. “Ma si sa, queste circostanze portano gli altri a definire la loro posizione, o ti sostengono o si allontanano”. In generale,oggi può affermare che la sua famiglia lo ha accettato e soprattutto sua madre non lo ha mai deluso.

Per quanto concerne le celebrità e le personalità di spicco in Nigeria, non si espongono pubblicamente  per i diritti degli LGBT, “ma dietro le quinte ci sostengono persone influenti, come avvocati e membri del parlamento”. Ovviamente ci sono anche dei casi rari, come lo scrittore keniota Binyavanga Wainaina che ha dichiarato la sua omosessualità quest’anno, o Desmond Tutu o il Bishop Christopher Senyonjo in Uganda che hanno pubblicamente chiesto di porre fine alla violazione dei diritti umani degli LGBT.

 … Ma non possiamo camminare da soli

Cosa possiamo fare noi “occidentali”? Mac-lyalla ritiene che, ad esempio, il lavoro svolto da Pressenza sia molto utile. Tentare di capire a fondo in cosa consista la questione LGBT è fondamentale, diffondere le storie, informare le persone, creare dei network. “La libertà degli omosessuali in Germania è la speranza degli omosessuali in Nigeria”, quindi anche riuscire ad influenzare i canali diplomatici è importante e “gli omosessuali in Nigeria non possono farlo da soli. E’ un problema globale, non possiamo camminare da soli”.

Quale prevede che sarà la situazione degli LGBT  nel suo paese tra 20 o 30 anni? “Ci sarà libertà. I diritti umani degli LGBT saranno tutelati e tutto ciò avverrà più velocemente di quanto non sia avvenuto  in Europa. E’ un processo che non si può fermare”.

Il successo delle istituzioni religiose e delle convinzioni superstiziose nel propagandare l’odio e la discriminazione  nei confronti delle minoranze, dipende – come vediamo in Europa – prevalentemente dal grado di istruzione e dalle diseguaglianze economiche. Quanto tempo sarà necessario prima che la maggioranza della popolazione povera in Africa  possa conoscere un boom economico è argomento discutibile. Tuttavia, man mano che il mondo diventa più interconnesso, le giovani generazioni di africani potrebbero maturare in modo meno ingenuo, meno sottomesso alle autorità e più aperto a differenti modi di concepire la vita.

Al momento, uomini religiosi che non si lasciano corrompere, come Mr. Mac-lyalla, e che non sono disposti a demonizzare altri esseri umani  per un pugno di dollari, rappresentano, forse, la più grande speranza nella lotta contro l’omofobia.

 

Traduzione dall’inglese di Claudia Campisano