Giornata storica per la Palestina, che è diventata parte delle Convenzioni di Ginevra, che costituiscono la base del diritto internazionale umanitario, nonché del primo Protocollo addizionale, relativo alla protezione delle vittime dei conflitti armati internazionali. Lo ha reso noto il governo svizzero, che ha considerato questo passo “conforme alle procedure internazionali” in quanto la Palestina è dal novembre 2012 stato osservatore dell’Onu.

La domanda di adesione alle Convenzioni era stata presentata il 2 aprile scorso dal presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas. Tra i numerosi trattati a cui ha aderito c’è anche la Convenzione internazionale di Vienna sulle relazioni diplomatiche e a quella contro la tortura ed è in programma anche l’adesione alla Convenzione sui diritti dei minori.

La decisione di Abbas è stata una mossa diplomatica a seguito della non osservanza di Israele degli accordi per il trattato di pace che prevedevano il rilascio di 104 detenuti palestinesi rinchiusi nelle carceri dello stato ebraico da prima degli accordi di Oslo. I primi quattro blocchi di prigionieri sono stati rilasciati dalla ripresa del processo di pace a luglio del 2013, ma il rilascio degli ultimi 26 detenuti è stato annullato agli inizi di questo mese perché Israele non approvava che i palestinesi avessero unilateralmente ripreso a cercare il riconoscimento internazionale per il loro stato.

Israele sostiene che le Convenzioni di Ginevra, che impediscono la colonizzazione dei Territori Occupati, non siano applicabili a Cisgiordania e Gaza, in quanto territori non più reclamati da Giordania ed Egitto e mai reclamati dai palestinesi, non avendo mai avuto uno stato, e dunque sotto il controllo e la responsabilità dello stato ebraico. Quanto a Gerusalemme Est, Israele afferma che non può essere considerata occupata, perché sono stati estesi i diritti di cittadinanza anche ai residenti arabi, e quindi è annessa ufficialmente a Israele. Tuttavia la comunità internazionale non ha riconosciuto questa annessione.

Il comportamento di Israele, criticato di recente anche dall’amministrazione Obama, continua a non essere orientato alla pace anche a causa della continua costruzione di insediamenti nei Territori Occupati che rendono impossibile una continuità territoriale per il futuro stato della Palestina e quindi la risoluzione del conflitto. Il termine per la stipulazione di un trattato di pace scade alla fine di questo mese. Se, come probabile, non si troverà un accordo, l’Anp potrà ricorrere, in quanto stato osservatore dell’Onu, alle istituzioni internazionali e in particolare al tribunale penale internazionale dell’Aja.

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