Il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli ha preso il via e durerà fino al 13 dicembre prossimi. Una prestigiosa rassegna internazionale, giunta quest’anno alla sua sesta edizione, di cinema di finzione e di documentario sui temi dei diritti umani e della cultura della pace, della nonviolenza e della solidarietà. È un vero e proprio appuntamento fisso, la cui specificità consiste nell’essere non il prodotto di una sorta di “fabbrica dei grandi eventi”, quanto piuttosto il risultato dell’applicazione di una delle reti più significative tra quelle costituitesi in Italia negli ultimi anni, la rete del Caffè Sospeso, la quale a sua volta anima il Coordinamento del Festival. Si tratta di una rete di circa quaranta organizzazioni, locali e nazionali, tutte attive, in particolare, a Napoli e nel Mezzogiorno, che hanno inteso fare della solidarietà e della cooperazione uno degli ambiti privilegiati del proprio impegno, e del linguaggio narrativo e cinematografico lo strumento privilegiato di quella circolazione e condivisione di sapere e saperi che tanto è necessaria per articolare ed innovare le nostre pratiche di operatori di pace, solidarietà e diritti umani.

Uno degli spaccati del Festival è anche quest’anno dedicato alle “Finestre Internazionali”, e, tra le tante (ad es. sull’Argentina, la Siria, il Mediterraneo), una molto speciale per la sua concezione e la sua articolazione è quella dedicata ai Balcani Occidentali, che si trovano oggi in un vero e proprio “crocevia di eventi”, quelli del 2013 che hanno salutato l’ingresso della Croazia e l’avvicinamento della Serbia all’Unione Europea, ma anche la stipula del primo accordo tra Pristina e Belgrado dopo la guerra del Kosovo, e quelli del 2014, centenario dello scoppio del primo conflitto mondiale a Sarajevo che, proprio nella capitale bosniaca sarà “celebrato” con diversi eventi, alcuni dei quali hanno già creato rumore e contrapposizione, e ventennale di uno degli anni più duri della guerra di Bosnia, i cui effetti e le cui conseguenze si avvertono, eccome, a tutt’oggi. L’intenzione non è quella della celebrazione rituale, tanto meno della commemorazione storica; l’intenzione, semmai, è quella di fornire elementi di informazione su uno scenario regionale che continuiamo a conoscere poco e che seguita ad essere mortificato da pregiudizi odiosi e facili stereotipi. Ma anche un’occasione di aggiornamento della nostra riflessione, per capire la “grande trasformazione” dei Paesi, che una volta erano parte della Jugoslavia Socialista, nel corso degli ultimi venti anni e per aggiornare i percorsi di pace e cooperazione in sinergia con gli attivisti locali.

L’11 Dicembre, a partire dalle 09.30 e per l’intera mattinata, si terrà, ospitato e promosso dalla Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, il Convegno dal titolo “I Balcani a Crocevia, tra Europa e Conflitti”, una riflessione sui Balcani a vent’anni dalla guerra e nel pieno di trasformazioni e contraddizioni sempre più emergenti, animata da contributi di docenti, ricercatori e giornalisti, da Antonello Petrillo ad Ottavio di Grazia, da Gianmarco Pisa a Tommaso Di Francesco, da Fabio Marcelli a Patrizia Sentinelli ed Alessandro dal Lago, insieme con la giovane e brillante cineasta Sonja Blagojevic, il cui film, “Kosma”, in proiezione esclusiva, ha già vinto numerosi premi e riconoscimenti, dal “Festival del Cinema Etnografico” di Belgrado al “RIOS Festival” in Portogallo.

Ancora l’11 Dicembre, a partire dalle 17.00 e per tutta la sera, si svolgerà al PAN, il Palazzo delle Arti di Napoli, una tavola rotonda nella forma di un “focus group” aperto a tutti, dal titolo “Un lungo dopo-guerra: i Balcani Occidentali tra memoria e cooperazione”, occasione preziosa per fare il punto sullo stato dell’arte, innovazioni e problemi, nella cooperazione decentrata e internazionale, e nel lavoro per la pace e i diritti umani, con Maurizio Del Bufalo, Gianmarco Pisa, Manuela Marani, Tommaso Di Francesco, Lorenzo Giroffi, Luigi Cafiero, Patrizia Sentinelli e Turi Finocchiaro con il suo film “La Besa di Luce” (premio Cinema e Diritti nel 2009), splendida narrazione sulla difficoltà e il coraggio della memoria e della riconciliazione. Un’occasione importante, dunque, per saperne di più ed essere parte di una vera e propria, lunga e ricca, narrazione collettiva.

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