Global Article 9 Conference in Kansai 2013
“Piuttosto che le pericolosissime e inquinanti centrali nucleari, perche’ non esportate l’Articolo 9 della nostra Costituzione?”
E’ un interrogativo-appello al Primo ministro Abe e i suoi collaboratori lanciato da alcuni giovani saliti sul palco dell’enorme Palasport del Comune di Osaka dove si e’ svolta la seconda Conferenza globale sulla Costituzione pacifista. E’ stato coperto subito da uno scrosciante appulauso di alcune miliaia di partecipanti.
Il 14 ottobre, era l’ultimo giorno del ponte per i giapponesi ed era una giornata bellissima d’autunno. Circa 5000 sono venuti alla Conferenza per confermare o riconfermare il valore del principio sul cui era fondato il Giappone del dopoguerra: abolire il diritto di belligeranza allo Stato negandogli di tenere un esercito. [Se, diversi mesi fa, gli organizzatori avevano previsto 10 mila partecipanti, forse il dimezzamento era dovuto anche a una manifestazione nazionale contro nucleare – “extra” rispetto a quelle consuete di ogni venerdi – indetta di recente che ha mobilitato nel cuore di Tokyo oltre 40 mila cittadini provenienti da varie parti del Paese proprio il giorno prima, il 13 pomeriggio.]
Main symposium – in un altro spazio si svolgevano alcune iniziative per i ragazzi
Tornando all’articolo 9, un concetto cosi’ rivoluzionario di negare allo stato il diritto di fare guerra, era costato i milioni di vite umane, civili e militari, distrutte nell’Asia durante il colonialismo giapponese e nella guerra del Pacifico. L’idea di esportarlo in altri paesi appare, ora, piu’ realistica rispetto alla Prima Conferenza globale “l’Articolo 9, perche’ no?” svoltasi a Tokyo nel maggio del 2008.
Anche i 18 relatori venuti dall’estero – tra cui l’italiana Micol Savia che rappresenta International Association of Democratic Lawyers – sono piu’ che mai convinti: condividere e diffondere questo principio e’ la via maestra per finire con i secoli delle armi. – E, se si potesse esportarlo negli Stati uniti, forse il Secolo delle guerre mondiali si chiudera’ davvero.
Rispetto alla Conferenza del 2008 di Tokyo – a cui aveva partecipato anche il nostro Centro: vedi http://www.semisottolaneve.org/ssn/a/26141.html – quest’evento ha avuto un carattere piu’ regionale e nello stesso tempo piu’ globale.
REGIONALE, o meglio locale dell’area intorno a Osaka, erano la maggior parte degli organizzatori e il motivo per cui hanno deciso di proporla proprio adesso e in questo luogo. Perche’ Osaka di oggi, con la Provincia e il Comune guidati dagli esponenti di destra fascista e militarista, si considera una delle roccaforti del revisionismo storico e del nuovo fascismo, che nega dichiaratamente allo spirito dell’Articolo 9 e della stessa Costituzione.
Questa seconda conferenza e’ stata, invece, in sostanza piu’ GLOBALE rispetto alla prima del 2008 nonostante con un numero molto minore degli ospiti stranieri.
Perche’ rispetto a 5 anni fa la validita’ dell’articolo 9 e’ piu’ compresa, riconosciuta universale e condivisa nel concreto: la testimonianza di Belhassen Ennouri, avvocato tunisino, che attualmente sta lavorando di introdurre lo spirito dell’articolo 9 nella nuova Costituzione del paese dopo la rivoluzione lo testimonia.
Alcuni tra i 18 ospiti stranieri: provengono dall’Europa, dall’Africa, dai continenti americane e dall’Asia.
Inoltre, e’ stata ripetutamente sottolineata l’importanza del preambolo della Costituzione giapponese in cui e’ espressa la ferma volonta’ del popolo giapponese di lavorare per un mondo affinche’ tutti i popoli abbiano lo stesso diritto di vivere in pace, liberi da terrori e privazioni”.
Sessione plenaria della Conferenza internazionale a Kansai University
La Global Conference del 14 ottobre era preceduta da una conferenza internazionale sull’Articolo 9 presso Kansai University sempre di Osaka (13 ottobre). Era una giornata di studi, una plenaria in mattina e 3 sessioni divise per tema in pomeriggio, con circa 500 partecipanti.
Ann Wright, ex colonnello statunitense che ha rifiutato di sostenere la Guerra in Iraq del 2003. Un esempio che prova finche’ si vive, l’essere umano puo’ cambiare la sponda.
Dall’Italia ha partecipato alla sessione dedicata al Diritto alla Pace Micol Savia – residente a Torino ma rappresenta the International Association of Democratic Lawyers (IADL) a Ginevra -. La Savia ha denunciato l’ipocrisia dei paesi avanzati (a cominciare dall’UE, ma anche il Giappone e la Corea del sud) che insieme agli Stati uniti stanno facendo tutto per evitare che questo diritto alla pace venga riconosciuta un diritto umano fondamentale e universale.
Lei, insieme a Luis Roberto Zamora (avvocato di Costa Rica che ancora da studente in giurisprudenza ha fatto e vinto una causa contro il Presidente della Repubblica del suo paese che aveva espresso il sostegno alla guerra contro Iraq del 2003) e il sudcoreano Lee Kyung-Ju, docente alla Inha University di Seoul, [nella foto sottostante] esperto e zelante “importatore”, divulgatore della costituzione pacifista nel suo paese, sono stati molto apprezzati dal pubblico giapponese: mentre l’articolo 9 e’ in grave pericolo nella sua patria, cioe’ in Giappone, i suoi semi stanno mettendo radici solide in varie parti del mondo.