Consentire le verifiche opportune a sollevare il sospetto che il regime militare, al potere fino a due anni fa, abbia cercato di ottenere una qualche capacità nucleare: è l’obiettivo di un’intesa che il Myanmar dovrebbe sottoscrivere oggi a Vienna con i rappresentanti dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea).

Il protocollo aggiuntivo all’accordo preesistente tra l’ex Birmania e l’Aiea, che sarà firmato dal direttore dell’Agenzia Yukiya Amano e il ministro degli Esteri birmano Wunna Maung Lwin, rappresenta una tappa importante nel cammino di reinserimento del paese nella comunità internazionale. L’intesa porrebbe fine ai residui dubbi di una qualche forma di coordinamento nucleare tra Myanmar e Corea del Nord.

La cooperazione militare con il regime nordcoreano è stata accertata – nonostante gli embarghi applicati verso i due paesi dalla comunità internazionale – per quanto riguarda cannoni, mortai e lanciamissili anti-nave. Anche per i tunnel in grado di resistere ad attacchi chimici e batteriologici che il regime ha fatto costruire in diverse località nel timore di un attacco e, più di recente, sotto la nuova capitale politica Naiypidaw, a sua volta costruita secondo possibilità difensive e regole geomantiche.

Per quanto riguarda la cooperazione nucleare, molti elementi lasciano pensare che non abbia portato a risultati concreti nel senso di fornire il paese di impianti di arricchimento di materiale fissile, ma potrebbe avere portato tecnologia e materiali utili a proseguire la costruzione di un reattore a Natmauk, nella regione centrale, avviata dai sovietici ma poi fermata per ragioni finanziarie.

Il ristabilimento formale delle relazioni diplomatiche tra Naypiydaw a Pyongyang il 26 aprile 2007 aveva posto i due regimi sotto sorveglianza speciale e la sempre più stretta adesione del Myanmar al blocco Asean (le dieci nazioni del Sud-est asiatico) ha reso nel tempo quasi impossibili le acrobatiche triangolazioni con cui per molti anni il regime nordcoreano ha cercato di eludere i controlli sul suo export bellico.