Il governo di Tokyo ha deciso in una riunione questa mattina di avviare alla soluzione il grave problema della fuga di acqua radioattiva dai serbatoi di stoccaggio nella centrale nucleare in avaria di Fukushima-1. Al muro in acciaio già in costruzione per cercare di fermare il versamento in mare di un liquido con alte concentrazioni di radioattività accertate anche negli ultimi giorni, si aggiungerà quello “di ghiaccio”, ovvero un’area sopraelevata attraversata da tubi riempiti di liquido refrigerante in cui l’acqua in eccesso sarà praticamente congelata restando separata da quella che già naturalmente scorre dalle colline circostanti verso il mare, passando sotto l’impianto. Questi e altri interventi saranno finanziati con i 47 miliardi di yen previsti oggi, equivalenti a circa 350 milioni di euro. Una cifra notevole, che in parte proverrà dai fondi d’emergenza del bilancio statale di quest’anno.

L’intervento  riguarderà anche la società di gestione dell’impianto, la Tepco, a cui sarà tolta la responsabilità delle operazioni di emergenza nella centrale. L’obiettivo è ora duplice: diminuire per quanto possibile la contaminazione dell’acqua che finisce in centinaia di grandi serbatoi dopo aver raffreddato le sbarre di combustibile nucleare nei reattori in avaria dall’11 marzo 2011; evitare che le perdite accertate nei serbatoi portino a contaminazioni esterne come quelle, potenzialmente letali, registrate lo scorso fine-settimana.

A questo proposito, le autorità saranno impegnate anche ad un maggiore controllo sulla qualità dei serbatoi, che indiscrezioni di operai addetti all’installazione danno assemblati troppo rapidamente per garantire una tenuta ideale e in ogni caso non oltre un periodo di cinque anni.

Il premier Shinzo Abe ha deciso un intervento concreto per risollevare l’immagine del suo governo, restituire fiducia ai concittadini e alle diplomazie straniere, lasciare almeno qualche possibilità alla candidatura del Giappone per le Olimpiadi estive del 2020.

Intanto, proprio oggi la società energetica Kansai Electric ha fermato uno dei due reattori dei quattro della centrale di Oi (Giappone Centrale) riattivati a scopo sperimentale solo pochi mesi fa, sui 50 di cui il paese dispone. Il secondo sarà fermato tra qualche giorno per procedere alla manutenzione.