“I cambiamenti introdotti nello Statuto del Comune di Firenze con la partecipazione e condivisione bipartisan dei due principali soggetti
politici a livello locale e nazionale, Pd e Pdl, determineranno una vistosa diminuzione del numero di consiglieri di quartiere, da 23 a
19, e per il consiglio comunale da 47 a 37. Per quanto il presidente Eugenio Giani si sia limitato a definire i cambiamenti legiferati come
“un intervento di manutenzione perché non abbiamo fatto modifiche fondamentali”, la realtà è ben diversa.” Lo dichiarano Ornella De Zordo e Gianni Del Panta della lista di cittadinanza perUnaltracittà.
“Infatti, sfruttando l’onda lunga generata da quanti hanno focalizzato tutte le proprie battaglie sugli eccessivi costi della politica, i
sempre meno distinguibili Pd e Pdl, mirano a ridurre gli spazi di agibilità politica ed espressione del dissenso di quanti non si allineano ai due macro-blocchi.”
“Ricordando come la funzione principale delle assemblee rappresentative non sia solamente quella di dare indirizzo e controllo, ma anche di riflettere e promuovere un dibattito di interesse e valore per la collettività, appare evidente come la decisione presa dal Consiglio Comunale fiorentino a seguito della legge introdotta dal governo Monti vada nella direzione diametralmente opposta.”
“La ragione è molto semplice. L’abbassamento del numero dei consiglieri, collegandosi ad una legge elettorale che contiene elementi di natura altamente disproporzionale, come il 60% dei seggi assegnati alle liste collegate al candidato sindaco risultato vincente, determinerà minori possibilità per liste finanziariamente e mediaticamente deboli di ottenere rappresentanza in Consiglio Comunale. Questa in gergo elettorale si chiama una elevata soglia di sbarramento implicita. Volgarmente è la paura di quanti, con meno prebende da distribuire, puntano a immunizzare la proprie posizione di rendita.”