Presidio giovedì 13 giugno 2013, ore 18-20:30,

Largo Cairoli, Milano

A due anni dalla clamorosa vittoria dei Referendum contro la privatizzazione dell’acqua, la volontà espressa da 27 milioni di cittadine e cittadini è stata finora solo contraddetta dai poteri politici ed economici. Abbiamo assistito a maldestri tentativi di riproporre le norme abrogate, stoppati poi da una sentenza della Corte costituzionale; non è stata ancora presentata una nuova legge-quadro nazionale che recepisca le scelte referendarie; in compenso si è affidata la revisione delle tariffe per l’acqua all’Autorità per il gas e l’energia, cioè alle regole del mercato.

La mancanza di una nuova normativa ostacola i processi di ri-pubblicizzazione, mentre l’affidamento all’Autorità disconosce l’autonomia dei Comuni e nelle tariffe ricompare, sotto mentite spoglie, una quota di profitto per i gestori dei servizi idrici.

Anche la legge della Regione Lombardia n.21/2010 è stata dichiarata incostituzionale in alcune parti relative al servizio idrico. Va dunque sostituita con una nuova legge che imposti il governo idrico della Regione in base ai principi sanciti con i Referendum: la concretizzazione del diritto universale all’accesso all’acqua, riconosciuto dalla legge regionale, garantendo a ogni cittadino/a la quota minima vitale a carico della fiscalità generale; la tutela del patrimonio idrico come bene comune pubblico, gestito fuori dalle regole del mercato e organizzato sulla base dei bacini idrografici, restituendo ai Comuni autonomia decisionale; la tutela della qualità e disponibilità di acqua per uso umano, che deve prevalere sull’uso agricolo, idroelettrico ed industriale; la possibilità per i cittadini e i lavoratori del Servizio Idrico Integrato di partecipare alla gestione del servizio, sia a livello regionale che a livello territoriale; la promozione di nuove forme di gestione pubblica dei servizi idrici attraverso Enti di Diritto Pubblico (Azienda speciale o Azienda speciale consortile); una gestione dell’acqua (in relazione alla produzione di cibo, alla generazione di energia, alla salute) finalizzata al diritto alla sicurezza collettiva e alla salvaguardia di questa risorsa come bene comune indispensabile alla vita.

Chiediamo pertanto:

al governo nazionale ed al Parlamento il rispetto del voto dei cittadini, il varo di una legge quadro che sottragga il servizio idrico alle regole della concorrenza e del mercato e la restituzione ai Comuni delle decisioni sulle tariffe; alla Giunta ed al Consiglio regionale di rispettare la volontà espressa dai cittadini lombardi attraverso i Referendum, sostenendo le richieste di una nuova legge regionale per una gestione pubblica e partecipata dell’acqua che i Comitati lombardi si apprestano a presentare.

Coordinamento Lombardo dei Comitati Acqua Bene Comune

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