Intervento al Consiglio Comunale del 27 maggio 2013.

Oggi è tornato il sole e questo  cambiamento  climatico  sembra  una metafora di quanto è successo a Bologna.

Da  quella  città  è  venuta,  chiara  quanto inaspettata, una richiesta di cambiamento  relativa  al  bene comune “scuola”; una richiesta rivolta agli amministratori ma anche alla politica tutta (o, meglio, quasi tutta).

Quasi  tutte  le  forze  politiche (e non solo politiche) bolognesi avevano chiesto  ai  cittadini  e  alle  cittadine di votare contro la richiesta di destinare  i  fondi  devoluti  alle  scuole  così  dette  “paritarie” per finanziare la scuola pubblica.

Ha  vinto,  invece,  la  richiesta  dei  promotori  di  un  referendum, che rifacendosi  all’articolo  33 della Costituzione, chiedeva di valorizzare la scuola pubblica, gratuita ed aperta a tutti/e. Perché,  come  dice  il  secondo  comma  del citato articolo “la Repubblica istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi”.

Erano in campo piccoli partiti e movimenti contro la stragrande maggioranza delle  forze  politiche  e ….non solo. Davvero Davide contro Golia, a prima vista; eppure ancora una volta Davide ha vinto.

La  forza  della  cittadinanza  attiva  è  riuscita a compiere un miracolo.

Questo  risultato è un messaggio importante per tutto il nostro paese. Ma è importante  anche  per  Milano,  dove la tradizione delle scuole civiche deve essere garantita e dove le scuole statali dell’infanzia devono svilupparsi.

Il  risultato di Bologna ci sprona a riprendere anche nella nostra città la stagione  dei  movimenti  in difesa dei beni comuni, non solo, ma anche dei “princìpi” . Come  ha  scritto  in questi giorni un giornalista: “Uno di questi  princìpi  è  l’istruzione pubblica. E’ vero che i principi hanno un costo:  economico  e  politico.  Ma anche dimenticarsi di rispettarli, considerarli   sempre   negoziabili, mai  fondanti  e  mai strategici ha un costo enorme”.

Oggi  in  un  articolo  del  Corriere si dice che Milano soffrirebbe di due mali: non sa dibattere e non riesce a sognare. Noi sappiamo che non è così, non sarà così.

La  vittoria  del referendum nazionale per l’acqua pubblica, la vittoria di quello  bolognese  per una scuola pubblica per tutti ci fanno sperare che a Milano si riprenda a discutere e a sognare.