foto di Pep Bonet

APM chiede all’UA maggiore impegno per i diritti umani e nella tutela dei civili nei conflitti

In occasione del 50esimo anniversario della fondazione dell’Unione Africana (UA), l’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) ha chiesto alla comunità di stati africani un maggiore impegno a favore dei diritti umani e della tutela della popolazione civile coinvolta in conflitti armati. Secondo l’APM, la comunità di stati africani è ancora lontana dal riuscire a mediare con successo nei conflitti armati e dal tutelare efficacemente la popolazione civile. Le cause di tale situazione sono il perseguimento di interessi particolaristici da parte dei singoli stati, la mancata condanna di violazioni dei diritti umani se commessi da partner economici, poca professionalità, la mancanza di strutture adeguate per poter adempiere a tali compiti, e in generale il mancato interesse per la questione dei diritti umani. Né l’Unione Africana né l’Organizzazione per l’Unità Africana hanno potuto evitare che dalla fine del colonialismo ad oggi oltre 10 milioni di persone morissero a causa di conflitti armati.

Mentre l’Unione Europea si congratula per l’impegno per la pace dell’UA e vi riconosce importanti spunti per la soluzione di conflitti a livello regionale, l’APM ricorda il fallimento delle truppe di pace congiunte dell’ONU e dell’UA nel conflitto del Darfur, incapaci fin dal 2006 di proteggere la popolazione civile da gravissime violazioni e violenze e di porre termine al genocidio. Oltre due milioni di profughi del Darfur si sentono lasciati soli e abbandonati dall’UA. Dal canto loro, le truppe di pace UNAMID dell’ONU e dell’UA lamentano un mandato e un equipaggiamento insufficienti per poter assolvere con successo al loro compito. Secondo l’APM, il conflitto in Darfur ha però anche mostrato che le parti in conflitto prendono meno sul serio i soldati dell’UA rispetto ai soldati francesi o statunitensi, certamente meglio equipaggiati e addestrati.

Se il genocidio in Sudsudan e nelle montagne Nuba ha causato almeno tre milioni di vittime e quello in Rwanda almeno altre 500.000, l’UA è stata poco efficace anche nella ricerca di una pace duratura in Congo. Il perseguimento degli interessi particolari di singoli stati membri ha impedito un impegno efficace dell’Unione Africana in Congo ed è costato la vita a più di quattro milioni di persone. In Somalia i soldati dell’UA sono stati accusati di violazione dei diritti umani e di aver sparato sulla popolazione civile.

Il difficile rapporto dell’UA con la Corte Penale Internazionale (ICC) e le continue discussioni per la presidenza dell’UA troppo spesso ricoperta da dittatori che nel proprio paese violano sistematicamente i diritti umani, non facilitano certo la tutela dei diritti umani.