Nel mondo occidentale il Dalai Lama è conosciuto per la sua opera di promozione della coscienza, dell’evoluzione personale e della pace interna. Pur mettendo in chiaro il suo impegno di attivista per la libertà del suo paese natale -il Tíbet – si esprime di rado su temi politici internazionali. Dopo gli attacchi terroristici di Parigi, però, il maestro spirituale buddista ha indicato una prospettiva acuta e cruciale sullo stato del mondo, basata sul credenze spirituali legate alla pace e all’umanità.

In un’intervista concessa all’emittente tedesca Deutsche Welle sugli attentati di Parigi, il Dalai Lama ha minimizzato la portata delle preghiere rivolte alle divinità. “Non possiamo risolvere questo problema solo con le preghiere”, ha dichiarato, riferendosi probabilmente all’appello mondiale #PrayForParis (pregate per Parigi). “Sono buddista e credo nella preghiera, ma mi pare illogico chiedere a Dio di risolvere un problema creato dall’uomo. Dio direbbe: Risolvetelo voi, visto che siete stati voi a crearlo.”

Il Dalai Lama ha definito “miope” l’attacco terrorista, suggerendo che questa mentalità contribuisce agli attentati suicidi, mentre la gente vuole vivere in pace. Pur non analizzando in profondità le cause dell’attacco di Parigi, ha riconosciuto il problema di aggressione cronica in tutto il mondo.

“Il ventesimo secolo è stato violento: oltre 200 milioni di persone sono morte a causa di guerre e altri conflitti. E’ in questo secolo che possiamo vedere l’effetto indiretto del bagno di sangue del secolo scorso”, ha commentato. Secondo alcune stime queste cifre sono basse, giacché i governi hanno ucciso oltre 250 milioni di persone del loro stesso popolo.

Quando l’intervistatore ha commentato che i suoi sentimenti di pace, amore e compassione sono stati ignorati, il Dalai Lama non ha mostrato un atteggiamento pessimista. “Non sono d’accordo. Solo una piccola percentuale di persone appoggia la violenza. Siamo esseri umani e non esiste alcuna giustificazione nell’uccidere altri. Se si vedono gli altri come fratelli e sorelle, non ci sarà spazio per la violenza.”

Invece di rivolgere l’attenzione sulla piccola minoranza di istigatori violenti, il Dalai Lama si concentra sulle  soluzioni. “Se mettessimo di più l’accento sulla nonviolenza e l’armonia, potremmo annunciare un nuovo inizio”. Ha anche sottolineato l’importanza di lavorare per questo ideale. “Se non tenteremo davvero di raggiungere la pace, continueremo a sperimentare il caos che l’umanità ha vissuto nel ventesimo secolo.”

Il Dalai Lama ha dovuto fuggire dalla sua terra natale, il Tibet, nel 1959, nel mezzo della rivolta contro il governo cinese, che aveva invaso la regione nel 1950. Vive ancora in esilio in India e ha sempre sostenuto una risoluzione pacifica del conflitto, anche quando le autorità cinesi hanno tentato di sostituirlo con un’“alternativa approvata dai comunisti”. “Viviamo nel XXI secolo,” afferma. “Tutti i conflitti si devono risolvere attraverso il dialogo, non con la forza”.

Coerente con la sua posizione, il Dalai Lama afferma che se il popolo tibetano decidesse di non appoggiare più la sua leasdership lui si farebbe da parte. “Nel 2011 ho dichiarato ufficialmente che è il popolo tibetano a dover decidere se desidera mantenere l’istituzione del Dalai Lama. Si il popolo ritiene che essa non svolga più alcuna funzione, bisognerà abolirla.  Non sono più coinvolto in temi politici; lavoro solo per il benessere del popolo tibetano”.  Nonostante la presa di distanza dalla politica, ha continuato a sottolineare l’importanza della pace per la sopravvivenza dell’umanità.

“Abbiamo bisogno di un approccio sistematico per promuovere i valori umanisti basati sull’unità e l’armonia. Se cominciamo a farlo subito, esiste la speranza che questo secolo non sia uguale a quello scorso. E’ nell’interesse di tutti. Lavoriamo per la pace dall’interno delle nostre famiglie e delle nostre società e non aspettiamo l’aiuto di Dio, di Budda o dei governi”.

Ha anche espresso un sentimento inclusivo che il mondo ha senza dubbio bisogno di ascoltare, dicendo: “I problemi che stiamo affrontando oggi sono il risultato di differenze superficiali, legate alle credenze religiose e alle nazionalità. Siamo un unico popolo”.

Articolo originale al link:

http://theantimedia.org/the-dalai-lama-just-told-the-world-to-stop-praying-for-paris/

L’articolo “The Dalai Lama Just Told the World to Stop Praying for Paris”  è di libera circolazione. Attribuito a Carey Wedler e AntiMedia.org..

Traduzione dallo spagnolo di Anna Polo