Respinta dal consiglio di sicurezza dell’ONU  la risoluzione che prevedeva il ritiro d’Israele dai territori occupati della Cisgiordania entro il 2017, si perde così un’occasione storica per avvicinarsi alla fine del conflitto israelo-palestinese e concludere un’occupazione che va avanti ormai da quasi 50 anni. La risoluzione era stata avanzata dalla Giordania.

Il presidente dell’autorità palestinese Abu Mazen  ha dichiarato “Vogliamo protestare, è in corso un’aggressione contro di noi, contro la nostra terra e il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ci ha deluso”.

Sull’onda del respingimento della risoluzione, Abu Mazen ieri ha fatto richiesta per aderire alla Corte penale internazionale, firmando 22 Statuti e Trattati Onu, incluso quello di Roma della Cpi.

L’adesione alla Corte penale internazionale permetterebbe alla Palestina di denunciare Israele per i crimini di guerra commessi a Gaza in questi ultimi 6 anni.

La notizia della richiesta palestinese di entrare a far parte della corte penale internazionale ha suscitato la forte contrarietà del presidente israeliano Benjamin Netanyahu, che ha minacciato misure drastiche da parte d’Israele, aggiungendo: “Se c’è qualcuno che deve temere per i crimini di guerra commessi è l’Autorità nazionale palestinese che ha un governo di unità nazionale con Hamas, un’organizzazione terroristica simile allo Stato Islamico, responsabile dell’omicidio di centinaia di civili”