Nel 2021 la Francia, attraverso il presidente francese Emmanuel Macron, decise che da mercoledì 10 marzo sarebbe potute iniziare il processo di declassificazione dei documenti secretati per ragioni di sicurezza nazionale relativi al periodo antecedente al 1971. La decisione è piuttosto importante soprattutto perché tra i documenti ci sono quelli che riguardavano la guerra in Algeria, che fu combattuta tra il 1954 e il 1962 e si concluse con l’indipendenza del paese, dopo 130 anni di colonizzazione francese. L’accesso a questi archivi permetterà agli storici di approfondire e conoscere meglio un periodo della storia francese particolarmente controverso.
L’apertura degli archivi è considerata un passo fondamentale per l’assunzione di responsabilità della Francia nei confronti delle atrocità commesse durante il conflitto con l’Algeria: secondo gli storici algerini, durante la guerra d’Algeria sarebbero morti centinaia di migliaia di algerini, per la maggior parte civili, a causa delle violenze dell’esercito francese.
Due anni prima la Francia aveva riconosciuto per la prima volta che i membri dell’esercito francese erano stati responsabili di torture e omicidi durante la guerra in Algeria.
In sostanza il presidente francese Emmanuel Macron aveva detto che la colonizzazione dell’Algeria era stato un «crimine contro l’umanità» in passato, ma non ha mai presentato scuse formali al Paese.
Il 24 dicembre 2025, il Parlamento algerino ha approvato all’unanimità una legge che criminalizza la colonizzazione francese (1830‑1962) e chiede scuse ufficiali e risarcimenti, in un nuovo capitolo di tensione con Parigi.
Le relazioni tra Francia e Algeria potrebbero entrare in una nuova fase di forte tensione dopo che, mercoledì 24 dicembre 2025, il Parlamento algerino ha approvato all’unanimità una legge che criminalizza la colonizzazione francese del Paese tra il 1830 e il 1962 e chiede a Parigi scuse ufficiali e risarcimenti per i danni materiali e morali subiti.
L’Assemblea popolare nazionale di Algeri ha votato un testo composto da circa 27 articoli che considera la colonizzazione francese un “crimine di Stato” e attribuisce alla Francia responsabilità legale e morale per il suo passato coloniale. Il testo cita in modo esplicito crimini come gli esperimenti nucleari, le esecuzioni extragiudiziali, la tortura fisica e psicologica e il saccheggio sistematico delle risorse naturali e culturali dell’Algeria.
La legge afferma inoltre che un risarcimento pieno ed equo per tutti i danni materiali e morali causati dalla colonizzazione è un diritto inalienabile dello Stato e del popolo algerino e istituisce misure penali contro la glorificazione o la promozione del colonialismo.
Il presidente dell’Assemblea, Brahim Boughali, ha descritto il provvedimento come un modo per fissare la responsabilità storica dello Stato francese e per difendere la memoria nazionale, sottolineando che la legge non mira a suscitare rancore ma a preservare la verità storica.
Il governo francese ha definito la nuova legge algerina “un’iniziativa chiaramente ostile alla volontà di riprendere il dialogo franco‑algerino” e ha invitato a proseguire comunque il confronto sui temi storici e di memoria condivisa. La Francia continuerà a lavorare su un dialogo impegnativo che tenga conto anche di priorità comuni su sicurezza e migrazione.
Parigi ha inoltre ricordato l’esistenza di una commissione congiunta di storici franco‑algerini, istituita in passato per favorire un lavoro comune sulla memoria coloniale. La Francia ha ripetuto di non commentare direttamente la politica interna algerina, pur deplorando l’iniziativa.
Secondo fonti internazionali, il presidente francese Emmanuel Macron non intende offrire scuse ufficiali, ma ha proposto attività simboliche, come l’apertura di archivi storici e commemorazioni per favorire la riconciliazione.
Le relazioni tra Parigi e Algeri sono in forte difficoltà da tempo e la nuova legge rappresenta un capitolo significativo in una crisi iniziata nell’estate del 2024. Tra i motivi di rottura, il riconoscimento da parte della Francia di un piano di autonomia per il Sahara occidentale sotto sovranità marocchina, che ha irritato Algeri, che sostiene l’autodeterminazione del popolo saharawi.
La tensione è aumentata nel 2024 quando la Francia ha inasprito i requisiti di visto per funzionari algerini e Algeri ha risposto con l’espulsione di diplomatici francesi. La risposta di Parigi ha incluso il richiamo dell’ambasciatore e un’ulteriore ondata di espulsioni nel 2025, oltre a sospensioni e restrizioni nelle relazioni bilaterali.
In passato, casi come la detenzione di cittadini franco‑algerini e le condanne contro un intellettuale e un giornalista hanno ulteriormente complicato il rapporto tra i due Paesi, contribuendo a un clima di crescente sfiducia.
Sebbene molti analisti sottolineino che la legge algerina ha poca forza vincolante a livello internazionale senza accordi bilaterali o meccanismi giudiziari internazionali, il suo impatto politico e simbolico è considerato significativo. Segna una svolta nel modo in cui l’Algeria intende affrontare la memoria del colonialismo e la responsabilità storica nei confronti della Francia.
La nuova normativa si inscrive anche in un più ampio movimento globale di richiesta di giustizia storica e riconoscimento delle ingiustizie coloniali, che coinvolge molte ex colonie e riflette tensioni persistenti legate al passato coloniale europeo.
https://www.ilpost.it/2025/12/24/algeria-legge-colonialismo-francia/
https://ilmanifesto.it/lalgeria-dichiara-il-colonialismo-francese-crimine-di-stato
L’Algeria approva la legge che dichiara il colonialismo francese «crimine di Stato»










