E’ iniziato stasera, in una surreale concomitanza con la festa consumistica di Halloween, il presidio giornaliero lanciato dai comitato “Can’t stay silent” e dalle associazioni di solidarietà con la Palestina. Nella centrale Piazza Yenne, territorio usuale della movida cagliaritana, un folto gruppo di persone hanno voluto testimoniare la propria presenza e il proprio sdegno verso un genocidio ancora in atto, seppure maldestramente mascherato da tregua.

I manifestanti, in un silenzio che contrastava gli schiamazzi della folla di Halloween, hanno mostrato i loro cartelli, che ricordavano tra l’altro il genocidio perpetrato dal governo israeliano, la complicità degli Stati Uniti e dell’Europa, il sostegno alla guerra delle banche e delle istituzioni finanziarie, la necessità del boicottaggio.

Fra i dimostranti si parlava anche del ruolo che è stato assegnato alla Sardegna nella preparazione delle guerre, sia attraverso i poligoni militari e le periodiche esercitazioni dei paesi NATO e non solo, sia attraverso l’attivissima scuola militare dell’aeronautica di Decimomannu, che addestra sui cieli sardi i giovani piloti che domani bombarderanno qua e là per il mondo, sia ancora per tramite della fabbrica d’armamenti bellici RWM, sita nel Sulcis-Iglesiente.

Nella realtà dei movimenti pacifisti e antimilitaristi sardi c’è da tempo la consapevolezza del ruolo della Sardegna come pattumiera militare e l’impegno nel contrastare questo terribile cappio non è mai mancato.

Tuttavia negli ultimi mesi, il senso di impotenza davanti ad un genocidio in atto ha scosso le coscienze di molti e portato alle grandi manifestazioni popolari di fine settembre-ottobre. Ora si tratta di dare continuità, anche con altre forme. Ci saranno, si augurano in tanti, anche nuovi grandi cortei, ma intanto proviamo a dare continuità, con un appuntamento giornaliero.

Così ogni sera, dalle 19 alle 20, in piazza Yenne a Cagliari, ci sarà un gruppo di persone con le bandiere palestinesi e coi cartelli, per ricordare che il genocidio non si è interrotto, che le coscienze non si barattano con una finta tregua e che non si può restare in silenzio.

Foto Redazione Sardigna