Osama vive a Gaza ed è un trafficante di droga farmacologica, ai tempi in cui il territorio è stretto tra il potere di Hamas da una parte e quello di Israele dall’altra. Il suo piccolo locale di falafel gli fa da copertura. Con Osama lavora Yahya, che assiste a un regolamento di conti tra il suo datore di lavoro e un poliziotto corrotto. Uno squarcio del noto centro urbano della Palestina prima del genocidio, interessante, doloroso, ben descritto nell’apatica rassegnazione di un mondo abituato alla miseria spirituale e materiale. Poi di colpo la situazione cambia e il film diventa film nel film, dove uno dei personaggi, Yahya, è chiamato a incarnare un eroe di Gaza e allora si gira una sorta di storia visionaria della città simbolo del supplizio degli umili …
Arab e Tarzan Nasser, nati a Gaza, creano un’atmosfera da thriller nel thriller della realtà e fare cinema diventa una riflessione su quali siano le linee di demarcazione di conflitti più ampi, attraverso la satira evidenziano il valore mediatico e simbolico di un eroe popolare; parlano di cinema come uno strumento equivalente attraverso cui combattere e produrre cambiamento e pace, un cambiamento nonviolento che mira alla coscienza. Di Gaza ci sono squarci della vita quotidiana, che amplificano e simboleggiano la politica e la complessità umana; impressionanti i titoli di testa con l’audio di Trump su come trasformare Gaza in una riviera di lusso. Un modo certamente originale, inatteso e raro, quello dei registi Arab e Tarzan Nasser, per parlare della Palestina.
Un film di Arab e Tarzan Nasser con Nader Abd Alhay, Majd Eid, Ramzi Maqdisi
Genere: Drammatico
Durata: 90 minuti
Produzione: Francia, Palestina, Germania, Portogallo 2025










