Stamattina a Torino è stata celebrata per la prima volta la Giornata del Veterano e per tutta la giornata di venerdì 24 ottobre scorso la piazza centrale di Casale Monferrato era animata dalla presenza di volontari e militari protagonisti, insieme, del Villaggio del Cuore promosso dalla Regione Piemonte.

Siccome la Giornata del Veterano – definita e sancita con i decreti del Ministero della Difesa del 13 settembre 2022 (forse non ‘per caso’ la stessa data in cui veniva promulgata la Determinazione del contributo, per l’anno 2023, per l’iscrizione al registro nazionale delle imprese e dei consorzi di imprese operanti nel settore degli armamenti) e del 24 febbraio 2025 – quest’anno ‘cade’ di martedì, la sua prima celebrazione ufficiale è stata svolta oggi, una domenica, con la cerimonia al monumento – tra il 1932 e il 1937, cioè durante la ‘guerra dei monumenti’ progettato e installato nel ‘sagrato’ di Palazzo Madama di Torino – dedicato al Duca invitto, il Maresciallo Emanuele Filiberto di Savoia Duca d’Aosta, dove si sono recate le autorità locali, cittadine e regionali, e le rappresentanze delle forze armate e di associazioni militari e para-militari.

Curiosamente, nel calendario di ricorrenze rammentate dal Ministero della Difesa oggi, 9 novembre, è il Giorno della Libertà, ovvero la data della ‘caduta del muro di Berlino’, cioè della barriera che – specifica la pagina odierna nella sezione Primo Piano sul sito istituzionale Difesa.it – “cadde in una notte, nel nome di una libertà maturata nei cuori per anni”, un fatto storico memorabile perché rammenta che “la libertà non è mai scontata: va conquistata, difesa e vissuta ogni giorno”.

9 novembre: Giorno della Libertà

Una coincidenza, certo … e casuale, non ‘strana’ come invece quella che mi ha insospettita osservando che il Villaggio del Cuore installato alle insegne della Giornata del cuore che ricorre il 29 settembre a Casale Monferrato era stato allestito il 24 ottobre.

La scenografica ambientazione palpitante di “attività di sensibilizzazione e informazione sulla prevenzione delle malattie cardio-cerebro vascolari attraverso screening, incontri con professionisti sanitari” e “dimostrazioni di primo soccorso e uso defibrillatore” era stata realizzata mediante l’esposizione di banchetti e stand e di un furgone in dotazione dell’associazione torinese (nella foto in alto), delle ambulanze della Croce Verde cittadina e di veicoli di alcune rappresentanze delle forze armate e forze dell’ordine italiane *.

Era una “tappa” del tour Il Piemonte per il Tuo Cuore *  – promosso dalla Regione Piemonte, in particolare dal suo assessorato alla sanità che attualmente è presieduto da Federico Riboldi, dal 2019 al 2024 sindaco di Casale Monferrato, dal 2009 consigliere e dal 2017 vicepresidente della Provincia di Alessandria e, oltre che presidente provinciale, dal 2021 vice-responsabile nazionale dei rapporti con gli enti locali e dal 2023 vice-segretario regionale del partito in cui milita, Fratelli d’Italia.

Il tour era stato inaugurato il 29 settembre a Torino, dove ha sede l’Associazione Italiana Cuore e Rianimazione “Lorenzo Greco” Onlus che coordina le iniziative svolte in Italia nella Giornata Mondiale del Cuore e l’evento incluso nel programma della rassegna, il Villaggio del cuore allestito a Casale Monferrato, era organizzato in collaborazione con la Croce Verde cittadina, con il Comando Compagnia di Casale Monferrato e il Nucleo Antisofisticazioni e Sanità dell’Arma dei Carabinieri e con l’Istituto Idrografico della Marina Militare, oltre al patrocinio della Città di Casale Monferrato, la cui amministrazione ha fornito “i servizi tecnici a supporto dell’iniziativa”, l’iniziativa si fregiava di tante egide molto prestigiose: Medaglia del Presidente della Repubblica, alto patrocinio del Parlamento Europeo e patrocini della Presidenza del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, del Ministero dell’Interno, del Ministero dell’Istruzione e del Merito, del Ministero dell’Università e della Ricerca, del Ministero della Salute, di Sport e Salute, della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e di Admo, Anci (nazionale e piemontese), Avis, Azienda Zero, Federsanità, FnoMceo, Fnopi, Fidas, Inail, Lilt e Polizia di Stato **.

E, ‘stranamente’, il tour ha fatto “tappa” a Casale Monferrato nello stesso luogo e nello stesso giorno della settimana, un venerdì, in cui da due anni alcuni abitanti nella città e i suoi dintorni manifestano silenziosamente esponendo bandiere della pace e cartelli e striscioni contro il commercio delle armi e il riarmo europeo, inoltre nella stessa data – il 24 ottobre – in cui nella vicina Cameri, in provincia di Novara, dove ha sede lo stabilimento FACO – Final Assembly and Check Out di Leonardo SpA in cui viene fabbricato il “cacciacaccia multiruolo monoposto di 5ª generazione” Strike Fighter F-35 Lightning II, e alle basi militari NATO di Ghedi e Aviano si svolgevano i presidi di protesta mentre in molti paesi del mondo si tenevano gli incontri scientifici nel programma della Disarmament Week e si celebrava l’80° anniversario dell’entrata in vigore della Carta (Statuto) delle Nazioni Unite,…

Questa ‘strana coincidenza’ ha destato in me qualche insidioso sospetto.

La concomitanza mi è parsa ‘strana’ considerando che contemporaneamente alla Disarmament Week – nel 2025 a calendario dal 24 al 30 ottobre – dal 13 al 29 ottobre la NATO svolgeva la propria “esercitazione di deterrenza nucleare” che ha coinvolto gli eserciti di 14 nazioni schierate nell’alleanza militare intergovernativa.

Sebbene sul sito della NATO sia affermato che l’addestramento – Steadfast Noon – venga organizzato senza nessuna correlazione con altre iniziative di interesse globale (“any current world events“), ritengo che agli strateghi delle forze armate e ai governanti degli USA e delle nazioni alleate della grande potenza americana non sfuggano i vantaggi del pianificare tale esercitazione proprio in questo periodo dell’anno. La “long planned, routine training activity and part of NATO’s broader efforts to maintain readiness and ensure transparency around its nuclear posture” in cui vengono simulati scenari di guerra ad ‘alta intensità’, ovvero conflitti bellici in cui si fa uso di armi nucleari infatti coincide con lo svolgimento del programma di riunioni, conferenze e iniziative cui partecipano scienziati e analisti avversi alle politiche e tattiche della ‘deterrenza armata’ e la concomitanza palesemente contrasta con le indicazioni delle risoluzioni ONU S-10/2 del 1978 e 50/72 B del 1995 e, quindi, con l’impegno assunto dai governanti degli stati membri a favorire e incentivare lo ‘svuotamento’ degli arsenali e a informare i propri connazionali sui progressi del disarmo.

Oltre che perché il primo giorno della Disarmament Week – il cui inizio coincide, non per caso, con l’anniversario dell’entrata in vigore della Carta (Statuto) delle Nazioni Unite, che quest’anno era una ricorrenza particolarmente significativa – proprio nel 2025 il 24 ottobre era una giornata molto ‘particolare’.

Il 24 ottobre 2025 in tutto il mondo si svolgevano numerose manifestazioni contro lo sperpero di risorse pubbliche per la ‘corsa al riarmo’, contro le economie belliciste e le industrie belliche, contro le ideologie che fomentano i conflitti armati, contro l’impunità di esecutori e complici di crimini di guerra e crimini contro l’umanità,… contro politiche e decreti incompatibili con principi etici e giuridici dello stato di diritto sanciti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e nei trattati normativi il diritto umanitario internazionale, come il disegno di legge presentato alle Camere da un deputato .

Stranamente il Villaggio del Cuore allestito a Casale Monferrato con l’ausilio delle forze armate un mese dopo la Giornata Mondiale del Cuore e proprio nella data del 24 ottobre mostrava il ‘buon cuore’ di chi in questo periodo sta dalla parte opposta di chi protesta contro il riarmo e contro gli abusi delle forze armate e delle forze dell’ordine.

A farmi sospettare che questo ‘effetto collaterale’ non fosse casuale bensì scientemente ricercato era il fatto che a beneficiare della sua realizzazione fossero, oltre all’associazione che nell’occasione ha raccolto generose donazioni e più delle rappresentanze delle forze armate coinvolte per l’occasione, i politici alla regia dell’iniziativa.

Mi pareva logico, e giusto, che il sindaco di un ‘Comune cardioprotetto’ abbia accolto volentieri la “tappa” del tour Il Piemonte per il Tuo Cuore finalizato a offrire “alla cittadinanza un’occasione concreta di informazione, sensibilizzazione e partecipazione” che era promosso dalla Regione Piemonte e, per competenza, dall’assessore alla sanità, cioè Federico Riboldi, che è anche un suo concittadino **.

Invece l’enfaticamente proclamata ‘bontà’ dei suoi promotori mi sembrava smentita dal fatto che “a seguito della recente riunione operativa del Governo dedicata agli interventi di ricostruzione nei territori palestinesi” il precedente 16 ottobre l’assessore regionale monferrino insieme al ‘governatore’ e agli assessori regionali alla protezione civile e alla cooperazione internazionale aveva inviato alla Farnesina la candidatura delle “eccellenze sanitarie” piemontesi alla “missione umanitaria per la ricostruzione della Striscia di Gaza”, ovvero offerto “il coordinamento del supporto sanitario” delle strutture ospedaliere della Regione Piemonte per “la rinascita del sistema sanitario pediatrico” palestinese ***.

Il mio sospetto che l’allestimento del Villaggio per il Cuore a Casale Monferrato con l’ausilio delle forze armate avesse  la funzione di rafforzare approvazione e consenso per questa ambizione, cioè a rivendicare il ruolo (e così il ‘peso’) dei politici come soccorritori dei bambini malati sopravvissuti all’assedio, non è stato fugato dall’annuncio, ricevuto oggi – 9 novembre – divulgato con il notiziario settimanale, “Ricoverato all’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino un piccolo di sei mesi proveniente dalla Striscia di Gaza. Il Piemonte sarà sempre in prima linea nella solidarietà internazionale, accogliendo bambini bisognosi di aiuto”.

Da tempo sento molte persone di varie ‘sponde’ affermare che bisogna riconoscere e onorare ogni ‘merito’ delle forze armate.

Il 24 ottobre scorso mi avevano perplessa le risposte alle mie domande riguardo al ruolo delle forze armate in quell’occasione date dalla persona che mi veniva indicata come l’organizzatore dell’evento e che, dalla sua foto sul sito dell’Associazione Italiana Cuore e Rianimazione “Lorenzo Greco” Onlusdel, ho appurato che ne è il presidente.

L’ente è stato fondato in memoria di un bambino affetto da una patologia cardiaca, mi ha spiegato Marcello Segre, che – prima di salutarmi ‘sbrigativamente’ dicendo shalom – a giustificare la presenza di rappresentanze delle forze armate nell’occasione aveva addotto l’impegno e il contributo dei militari al soccorso delle vittime di cataclismi e devastazioni.

Siccome nelle attività di prevenzione e cura delle malattie cardio-cerebro vascolari non rilevo nessi con la funzione degli eserciti e con l’organico delle truppe militari, tale motivazione mi è parsa incongruente, ma non mi ha stupita.

Invece mi ha sorpreso constatare che l’addestramento dei militari coinvolti nell’iniziativa fosse lacunoso.

Quelli da me incontrati, anche uno con molte mostrine che io, pur non sapendo quale grado gerarchico indicassero, capivo che ne mostravavano uno di alto livello, non erano riusciti a spiegarmi perché quel giorno, il 24 ottobre, avessero rappresentato l’esercito nazionale sotto le insegne della Giornata mondiale del Cuore, un evento annuale già trascorso da quasi un mese.

Ovviamente però questa confusione delle date nei programmi di tale ‘ingaggio’ delle Forze armate non dipendeva da decisioni strategiche o tattiche dei loro superiori, quindi non me ne preoccupai.

Però ho constatato che i militari presenti nell’occasione non sapessero che, sebbene sia denominata mondiale, la Giornata del Cuore indetta dalla World Heart Federation e sponsorizzata da due aziende multinazionali (la Amgen con casa-madre negli USA e il gruppo franco-olandese Servier) non è una ricorrenza del calendario civile internazionale, in cui sono designate mondiali e internazionali le giornate memorabili e rilevanti come quella del 24 ottobre perché in questa data nel 1945 è entrata in vigore della Carta (Statuto) delle Nazioni Unitee.

E dal fatto che non capissero neanche perché loro lo avrebbero dovuto rammentare ho desunto che chi è responsabile dell’addestramento dei militari (ovvero il Ministro della Difesa) non reputa importante, e cogente, che i soldati siano edotti e gli ufficiali siano consapevoli del fatto che l’operato delle forze armate è disciplinato dall’Art. 11 della Costituzione in vigore dal 1° gennaio 1948 e, pertanto, dalla Carta delle Nazioni Unite, il trattato internazionale concordato alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’Organizzazione Internazionale del 1945 e in vigore dal 24 ottobre dello stesso anno, e la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che, applicando le norme sancite in questo atto, l’Assemblea Generale dell’ONU ha approvato il 10 dicembre 1948.

A me pare logico, anche ovvio, che ogni miltare italiano dovrebbe conoscere bene i contenuti della Costituzione italiana e della Carta delle Nazioni Unite (ratificata con la Legge 848/1957), in particolare il suo preambolo che comincia proclamando

Noi, popoli delle Nazioni Unite, decisi a salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all’umanità …

si conclude affermando

… i nostri rispettivi Governi, per mezzo dei loro rappresentanti … hanno concordato il presente Statuto delle Nazioni Unite ed istituiscono con ciò un’organizzazione internazionale che sarà denominata le Nazioni Unite.

e precisa che l’impegno assunto da coloro che esercitano il potere escutivo, ovvero governanti e cittadini funzionari delle amministrazioni pubbliche e arruolati in forze dell’ordine e forze armate, è di

assicurare, mediante l’accettazione di principi e l’istituzione di sistemi, che la forza delle armi non sarà usata, salvo che nell’interesse comune

Penso che ai militari italiani si dovrebbe insegnare, e che loro dovrebbero sempre rammentare, anche in che date queste leggi e norme sono state scritte ed entrate in vigore. Altrimenti infatti proprio chi è incaricato della difesa della patria e dei propri connazionali non ne capisce il senso, ovvero il significato, che si evince dalla loro conoscenza non-nozionistica, cioè dalla comprensione della logica consequenziale dei principi in esse sanciti per ragioni storiche e, quindi, non a caso prima nel 1945 e poi a gennaio e dicembre 1948.

Mi pare grave, e soprendente, che i militari italiani non abbiano ben chiaro quali siano gli imperativi morali a cui devono obbedire sempre, in qualsiasi frangente o situazione, e su cui si basano tutte le ‘regole di ingaggio’ che devono applicare in ogni loro attività e azione.

Altrettanto grave, ma meno sorprendente, mi pare che a ignorare – cioè non conoscere, oppure fingere di non sapere – quali principi etici e norme giuridiche fondamentali diciplinano l’esercizio del potere escutivo, tra cui anche l’uso delle armi, siano i politici al governo dello stato, delle regioni e delle amministrazioni locali.

Ad aver decretato l’11 novembre la giornata dedicata ai veterani delle forze armate che è stata celebrata il 9 novembre scorso a Torino è stato l’attuale ministro della difesa, il piemontese (per la precisione cuneese) Guido Crosetto.

La data dell’11 novembre è stata da lui stabilita celebrativa dei meriti dei militari non effettivi – in congedo o in pensione – perché coincide con la ricorrenza dell’armistizio del 1918 concordato a Compiègne, nei libri di storia indicato come il giorno in cui cessarono i principali – ma non tutti – combattimenti della prima guerra mondiale, cioè dell’inizio della tregua prelusiva al trattato di pace siglato a Versailles il 28 giugno 1919 ed entrato in vigore il 10 gennaio 1920.

Siccome l’unico nesso logico tra questo evento storico e il presente è che, analogamente, il 4 novembre viene celebrata la giornata dell’unità nazionale e delle forze armate nel modo stabilito dall’Art. 2 della Legge n° 27 promulgata il 1° marzo 2024 a rinnovamento e ammodernamento dello ‘spirito’ della festa nazionale istituita il Regio decreto n° 1354 del 23 ottobre 1922, sospetto che la decisione di istituire quella del veterano sia stata deliberata in ragione e funzione dalla possibilità di scandire il periodo autunnale con delle giornate a contraltare dei rituali commemorativi invece primaverili, cioè le tre feste del 25 aprile, del 1° maggio e del 2 giugno, ispirati ai valori della cultura della pace e ai principi del diritto umanitario internazionale.

E temo che, come nella guerra dei monumenti con cui il fascismo ha imposto la propria Weltanschauung (visione del mondo nel passato, del presente e per il futuro), anche in questa battaglia delle giornate memorabili si perda tutti, soprattutto gli sconfitti, ovviamente, ma anche i vincitori.

Perciò penso che la questione vada affrontata seriamente, ma non retoricamente, non demagogicamente, non pretestuosamente e, soprattutto, non polemicamente, e chi ora è in vantaggio tattico perché riesce a imporsi agli avversari con decreti normativi, anziché esultare trionfalmente e vanagloriosamente esaltarsi dovrebbe affrontare responsabilmente le conseguenze della profonda, e ogni giorno sempre più grave, lacerazione della coscienza collettiva nazionale provocata dalle lacune nella memoria storica, dalle omissioni delle verità e dalle mistificazioni della realtà palesate in queste celebrazioni.

 

* Il Piemonte celebra la giornata mondiale per il cuore 2025

** Il Piemonte per il tuo cuore fa tappa a Casale

*** Regione Piemonte si candida per il coordinamento sanitario pediatrico nella ricostruzione di Gaza