All’aeroporto di Atene, appena atterrata insieme ad altri attivisti della Global Sumud Flotilla espulsi da Israele, davanti alla stampa e a sostenitori e sostenitrici venuti ad accoglierli, Greta Thunberg ha espresso con coraggio e lucidità il suo pensiero.

Potrei parlare a lungo di come siamo stati maltrattati e abusati durante la nostra detenzione, credetemi, ma non è questo il punto. E voglio essere molto chiara: un genocidio si sta verificando davanti ai nostri occhi, un genocidio in diretta. Non riuscirò mai a capire come gli esseri umani possano essere così malvagi. Che si possa deliberatamente far morire di fame milioni di persone intrappolate sotto un assedio illegale come continuazione di decenni e decenni di oppressione e apartheid.

Nessuno può dire di non essere a conoscenza di ciò che sta accadendo. Secondo il diritto internazionale, gli Stati hanno l’obbligo legale di agire per prevenire e fermare il genocidio. Questo significa mettere fine alla complicità, esercitare pressione e mettere fine ai trasferimenti di armi. Noi non stiamo vedendo questo, non siamo vedendo neanche il minimo indispensabile da parte dei nostri governi. Per questo la Flotilla ha agito quando i nostri governi non lo hanno fatto“.

Greta Thunberg ha poi riposto con ironia a Donald Trump, che l’aveva definita “una piantagrane pazza con un problema di gestione della rabbia, che dovrebbe farsi vedere da un medico.”

“Ho sentito che ancora una volta Donald Trump ha espresso la sua lusinghiera opinione sul mio carattere e ho apprezzato le sue preoccupazioni per la mia salute mentale. Per questo sarei lieta di ricevere qualsiasi consiglio possa darmi per affrontare questi cosiddetti ‘problemi di gestione della rabbia’ dal momento che – a giudicare dal suo impressionante curriculum – anche lei sembra soffrirne” ha scritto l’attivista svedese sui social.