Palestina chiama. Firenze risponde. Si apre così la tre giorni di festa di Toscana rossa. E si chiude (per lasciare naturalmente aperti tutti gli scenari di impegno e di quello che significa agire per migliorare la nostra collettiva qualità di vita politica e sociale) con l’appello alla partecipazione dentro i tavoli tematici dedicati a salute e sanità, ambiente, cultura e formazione, lavoro.

Che cosa significa oggi tenere insieme le lotte? La convergenza, nella prospettiva insegnata (anche) dal collettivo di fabbrica ex-gkn, consiste proprio nel trovare i nessi e mettere insieme gli strumenti in nostro possesso per una inversione di rotta che riporti al centro i valori fondanti una politica partecipativa, inclusiva le diverse istanze. Sono importanti le domande che vengono dai lavoratori e dalle lavoratrici, come veniva ricordato in un altro momento di convergenza domenica mattina nell’attivo del partito dei carc allargato anche a voci diverse che comunque intendono prendere parola anche in vista delle prossime elezioni regionali per creare argine al rischio di presa di potere di partiti che poco tengono alla tutela dei diritti e della sicurezza sul lavoro.

Sono fondamentali le domande che vengono dalle piazze di una Palestina libera, che ci richiama all’impegno inderogabile (se ci consideriamo esseri umani) a non cedere alla rassegnazione, alla brutalità di immagini di bambini e bambine vittime innocenti di un genocidio che, anche quando non uccide direttamente, indirettamente lascia tracce sul proprio corpo derivanti da ferite psichiche di traumi in-elaborabili piuttosto che ferite da arti amputati che rendono i corpi messaggi di sconvolgente crudezza e reale conseguenza di quello che significhi sterminare un popolo attraverso l’eliminazione della speranza che avviene quando colpisci corpi in formazione. E dalle piazze (da piazza Dalmazia giovedì sera a piazza San Marco sabato pomeriggio) fino alle “feste” dedicate al ricordo della liberazione (Sesto Fiorentino a chiudere una settimana ieri di musica e contenuti), Firenze per la Palestina salendo sul palco chiama ad essere insieme nella prospettiva di agire perché quello che succede oggi lontano ci riguarda, è un lontano che è diventato vicino, che ha spinto persone comuni a mettersi in mare.. è un mare che da anni accoglie corpi migranti in viaggio di speranza e di morte, è un mare che raccoglie la possibilità di un mondo migliore.

Perché, ricordando le parole di Moni Ovadia alla festa di Toscana rossa venerdì pomeriggio, il genocidio che sta subendo il popolo palestinese ha un immenso numero di complici anche dell’Occidente, escluse le persone che lottano per contrapporsi al genocidio stesso. E chi oggi è sulle barche della Flotilla così come chi si assume la responsabilità di essere nei luoghi dove si portano le istanze di pace e giustizia per tutte e tutti è parte di una convergenza di idee passioni cuore che spezza la brutalità (e la banalità) del male, che odia l’indifferenza e cerca di costruire collettivi intelligenti concreti percorsi di Solidarietà e Speranza.

foto di Carlo Galletti e Cesare Dagliana

 

moni ovadia ph Carlo Galletti
Toscana Rossa ph Carlo Galletti
Antonella Bundu ph Carlo Galletti
Toscana Rossa ph Carlo Galletti
Moni Ovadia ph Carlo Galletti
Toscana Rossa ph Carlo Galletti
FI per Pal ph. C.Dagliana
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