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Gaza
È una mattanza continua e deliberata con la trappola degli aiuti forniti dall’organizzazione israeliana di mercenari sostenuta dagli Usa.
I droni israeliani pescano uno ad uno gli affamati con i sacchetti di farina sulle spalle.
Sono stati programmati al riconoscimento dei QR stampati sulla stoffa per mirare.
Oltre a tali crimini, i generali israeliani hanno avviato ieri una campagna militare con bombardamenti di artiglieria navale e terrestre e con raids aerei sul nord della striscia e ad est del capoluogo Gaza città.
I caccia hanno bombardato tre scuole dell’Onu piene di sfollati a Hay Tuffah, Jebalia e Zaitoun.
Azioni militari accompagnate con messaggio audio trasmessi dai droni e lancio di volantini che incitano la popolazione ad evacuare verso sud.
Deportazione e genocidio.
Dall’alba di oggi sono 71 le persone uccise.
Il rapporto di ieri del ministero della sanità informa di 88 uccisi e 365 feriti nelle 24 ore precedenti al rilascio della statistica (mezzogiorno di domenica)
Il numero totale delle vittime palestinesi per mano dei nuovi nazisti israeliani è di 56.500 uccisi e 133.419 feriti.
Il direttore generale del ministero della sanità, il dott. Munir al-Barsh, ha confermato che circa 550 persone sono cadute in trappole mortali tese dai cosiddetti centri di distribuzione degli aiuti: “le forze di occupazione israeliane stanno disperdendo le folle in attesa di aiuti con il fuoco dell’artiglieria e che coloro che sopravvivono vengono presi di mira dai cecchini.
Molte delle vittime hanno riportato ferite alla testa e al torace.
Chi ha sparato mirava a uccidere, non disperdere la folla”.
Nelle strade devastate della Striscia di Gaza, la gente cerca farina per sfamarsi, tra scarsità di cibo, prezzi elevati e l’impossibilità di permetterselo.
Ahmed Yassin, ex falegname e padre di due figli, ci ha scritto su una piattaforma digitale “lottiamo io e la mia famiglia contro la fame. I beni di prima necessità sono diventati inaccessibili e la farina non è disponibile da settimane. Molti cittadini non sono più in grado di soddisfare i loro bisogni quotidiani”.
Maher Al-Zaza, disoccupato, ha affermato in un’intervista: “Chiunque compri al mercato a questi prezzi deve essere un ladro”, riferendosi ai prezzi elevati senza precedenti, dove il prezzo di alcuni beni di prima necessità, per esempio i pomodori freschi, ha superato il potere di spesa giornaliero delle famiglie.
Dal quartiere Shejaie, Ahmed Ashour, ci ha scritto che lui non va a rischiare la vita nei pressi dei centri trappola: “Sono stato già ferito da una pallottola israeliana sparata dai cecchini. Vicino ai ruderi della mia casa, dove ho costruito una tenda, stiamo curando un piccolo orto, con piantine di pomodori, cetrioli e zucchine. Siamo in 5; il raccolto non ci basta, ma meglio di niente. Fino al prossimo bombardamento israeliano”.
Nel suo messaggio vocale alla comunità degli affidatari di Milano, la direttrice del Najdah (Soccorso Sociale; associazione nostra partner a Gaza), Asmaa Khaled, aveva detto: “noi palestinesi amiamo la vita e vinceremo. Non ci arrenderemo”.
Cisgiordania
È terrorismo ebraico israeliano contro la popolazione palestinese in Cisgiordania e Gerusalemme.
Un gruppo di decina di coloni armati ha fatto irruzione ieri nel villaggio di Hazma, a nord est di Gerusalemme occupata.
Hanno ferito tre persone con colpi di arma da fuoco, incendiato una casa e poi si sono ritirati sotto la protezione dell’esercito.
Subito dopo i soldati hanno invaso il villaggio e arrestato le vittime.
In tutte le province della Cisgiordania si sono registrate incursioni di coloni armati o soldati in villaggi e città palestinesi.
Oltre alle operazioni militari permanenti a Jenin e Tulkarem, che durano dal 21 gennaio, si sono avute ieri attacchi ad Ariha (Gerico), Massafer Yatta, a sud di el-Khalil (Hebron), a Betlemme, Ramallah e Nablus.
Secondo i dispacci dell’agenzia palestinese Wafa, nella giornata di ieri sono stati arrestati 53 attivisti e militanti, alcuni dei quali erano stati rilasciati in operazioni di scambio di ostaggi avvenute lo scorso anno.
Israele
Come salvare il criminale di guerra Netanyahu dai suoi processi per corruzione in Israele?
È la nuova missione del capo della Casa Bianca, che in più di una dichiarazione ha sollecitato un’amnistia a favore del ricercato dalla corte penale internazionale per crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
Secondo inchieste della stampa israeliana, il presidente Herzog e l’ex presidente della Corte suprema di Tel Aviv, Aharon Barak, si sono riuniti diverse volte con il team di avvocati del ricercato internazionalmente e accusato in Israele per corruzione, per trovare una via giuridica al salvataggio. Il criminale di guerra però ha posto delle condizioni: nessun’esclusione dalla vita politica e nessuna clausola che lo metta alla berlina di fronte all’opinione pubblica, che possa danneggiarlo elettoralmente.
Ieri il criminale di guerra ha ottenuto il rinvio di una seduta di tribunale; doveva essere sentito sulle contraddizioni emerse nelle sue dichiarazioni in precedenti interrogazioni sulle tangenti e servizi che aveva ricevuto.
Siria
Espansionismo israeliano nel sud della Siria.
Tutti i giorni l’esercito israeliano compie incursioni e rastrellamenti nei villaggi siriani nelle province di Daraa e Quneitra.
I soldati circondano i villaggi, impongono posti di blocco per assediare la popolazione e vietare il raggiungimento dei propri terreni agricoli, interrogano e arrestano coloro che contestano il loro operato.
Un’operazione di intimidazione nei confronti dei civili disarmati per sottometterli alle volontà militari degli invasori.
L’inviato USA per la Siria continua sulla necessità di normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Damasco, Beirut e Tel Aviv.
Il ministro della guerra Katz ha messo sul tavolo le sue condizioni: “Il nuovo governo siriano deve accettare l’annessione del Golan ad Israele”.
Mobilitazioni x la Palestina
Ieri, 29 giugno presidio a Chieri (To) contro ogni guerra e genocidio.
Continua a Milano l’azione giornaliera di flash-mob in piazza Duomo contro il genocidio a Gaza.
L’8 luglio serata #NoBavaglio a Roma.
A Forlì si è tenuto sabato un concerto di Musica contro il silenzio.
Sciopero della fame a staffetta contro il genocidio
Vi chiediamo di scattare una vostra foto con un cartello “IO DIGIUNO X GAZA”.
Una lunghissima galleria di immagini che trasformeremo in un mosaico di solidarietà.
Mandateci le foto a anbamedaps@gmail.com e pubblicatele sui vostri account social.
Abbiamo oramai superato le 6 settimane di digiuno per Gaza.
Oggi, Lunedì, 30 giugno, prosegue per la 46a giornata l’azione nonviolenta di sciopero della fame per 24 ore a staffetta.
L’azione continuerà nei prossimi giorni con la partecipazione di altri gruppi, fino al cessate il fuoco definitivo.
Gli iscritti sono tantissimi e, secondo le disponibilità espresse, costruiremo il calendario con l’elenco dei partecipanti di tantissime città italiane, europee e arabe.










