C’è attesa per l’edizione 2025 del festival di Cannes nel clima di incertezza planetaria suscitato da Trump, attesa di capire quale influenza avrà in un momento simile il mondo intellettuale e degli artisti. Agli Oscar 2025 le voci sono passate in sordina, ma forse era ancora presto, oggi non più. Lo scorso anno sulla Croisette “The apprentice” di Ali Abbasi, un biopic sul giovane Trump, era stato criticato da certa stampa perché, troppo blando, raccontava cose risapute: contemporaneamente, però, erano emerse notizie secondo cui il principale finanziatore del film, Kinematics, aveva obiezioni su una scena cruciale in cui un giovane Donald violentava la prima moglie Ivana Trump. Pochi giorni dopo, gli avvocati di Trump avevano inviato una lettera di diffida minacciando di fare causa ai produttori e a qualsiasi futuro distributore di The apprentice. E il film in seguito non ha avuto vita facile.
Quest’anno il 13 maggio, all’inaugurazione, Robert De Niro riceverà la Palma d’oro alla carriera. De Niro torna a Cannes dopo 14 anni: aveva presieduto la giuria del festival nel 2011. La star di Hollywood si è spesso pronunciata in pubblico contro Trump e ha consigliato agli elettori di non votarlo perché non si sarebbero più liberati di lui. Robert De Niro oggi dice: “Ho sentimenti così forti per il Festival di Cannes. Specialmente ora che ci sono così tante cose nel mondo che ci allontanano, Cannes ci unisce: narratori, registi, fan e amici. È come tornare a casa”.
Quest’anno è l’attrice francese Juliette Binoche a presiedere la giuria del 78mo festival di Cannes: è un’artista impegnata, che ha preso posizione a favore dei diritti umani, delle donne in Iran, dell’ambiente e dei sans papier e ha firmato numerosi appelli per la cultura. Thierry Frémaux delegato generale e Iris Knobloch presidente del festival di Cannes, il 10 aprile a Parigi hanno presentato lo spirito dell’edizione che si terrà dal 13 al 24 maggio 2025 come pervasa di vitalità: sono quasi 3.000 i film proposti al concorso, ha detto Fremaux, e tra questi 1.127 opere prime, a dimostrazione che il cinema è vivo e Cannes si svolgerà riaffermando i valori di sempre. In tutto i film che potremo vedere a Cannes sono 53.
Di seguito si dà nota di alcuni film in corsa per la Palma d’oro, menzionati non per la qualità artistica o interpretativa – ovviamente tranne tecnici e giurati nessuno li ha ancora visti – ma per il loro impegno sociale.
Jeunes mères di Jean-Pierre e Luc Dardenne racconta che in una casa famiglia per giovani madri, Jessica, Perla, Julie, Naïma e Ariane, tutte cresciute in circostanze difficili, lottano per ottenere una vita migliore per loro stesse e i loro figli.
La petite derniére di Hafsia Herzi parla di Fatima, figlia più piccola di una famiglia di immigrati algerini, che dopo aver frequentato una scuola superiore in periferia, si iscrive a una classe preparatoria di alto livello. Tra il superamento del confine sociale, il desiderio femminile che fatica ad accettare e la fede musulmana che le si oppone, dovrà confrontarsi con le sue molteplici identità.
Two prosecutors di Sergey Loznitsa: è il 1937 quando la lettera di un prigioniero sfugge alla distruzione e l’idealista procuratore Kornev scopre la corruzione della polizia segreta. La sua ricerca della giustizia nell’URSS di Stalin si trasforma in un pericoloso viaggio nel cuore di un sistema che divora sé stesso.
O secreto agente (The secret agent) di Kleber Mendonça Filho: ambientato nel Brasile del 1977 durante gli ultimi anni della dittatura militare, il film racconta la storia di Marcelo, un professore universitario in fuga dal proprio passato. Rifugiatosi a Recife durante il carnevale, scoprirà che la città non offre la pace sperata.
Dossier 137 di Dominik Moll: durante una manifestazione sfociata in violenza, un giovane rimane gravemente ferito da una palla esplosiva e spetta proprio a Stéphanie ricostruire i fatti e identificare eventuali responsabili tra le forze dell’ordine. Il caso 137 è apparentemente solo un altro caso per Stéphanie, un’investigatrice dell’IGPN (Ispettorato generale della polizia nazionale francese), la polizia della polizia. Ma un elemento inaspettato la turberà e trasformerà il caso 137 in qualcosa di più di un semplice numero.
Un simple accident del venerato regista iraniano Jafar Panahi – che nel 2022 e 2023 è stato messo in carcere nel suo Paese per propaganda contro il sistema – verrà presentato in anteprima mondiale in concorso per la Palma d’oro. Definito giallo, sulla trama è stato mantenuto il riserbo, ma conoscendo la vita e il lavoro di Pahani è difficile credere che si tratti solo di un film di genere.
Aigles of the republic di Tarik Saleh racconta l’attore più famoso dell’Egitto coinvolto in una relazione con la moglie del generale che supervisiona un film commissionato dalle autorità dello stato. L’attore si ritrova in una ristretta cerchia di potere e viene catapultato in un mondo di intrighi, corruzione e propaganda.
Thierry Frémaux ha annunciato che Mario Martone sarà il regista italiano in concorso per la Palma d’oro con «Fuori», biopic su Goliarda Sapienza, scrittrice ignorata in vita e riscoperta dopo la morte. Protagonista di “Fuori” Valeria Golino e nel cast Elodie, Matilda De Angelis e Corrado Fortuna. L’opera racconta della scrittrice in galera per aver rubato dei gioielli, dove l’incontro con alcune detenute si rivela un’esperienza di rinascita. Una volta “fuori”, stringe un legame profondo con una delinquente abituale e attivista politica. Altri italiani che si vedranno a Cannes sono in “Un certain regard”, la sezione più importante dopo quella della Palma d’oro, rivolta ai giovani e al nuovo cinema. Ci riferiamo a: «Testa o croce?», western di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis, e al film “Le città di pianura” di Francesco Sossai.
Nel concorso di Un certai regard c’è “Once upon a Time in Gaza” di Arab and Tarzan Nasse; ambientato a Gaza nel 2007, racconta di un giovane studente di nome Yahia che stringe amicizia con Osama, uno spacciatore carismatico dal cuore d’oro. Insieme, iniziano a spacciare droga in un ristorante di falafel, ma sono costretti a vedersela con un poliziotto corrotto che ha un ego smisurato.
A competere per la Palma d’oro quest’anno 19 film in tutto, di cui 6 diretti da donne, non pochi di registi di cinema indipendente. Oltre agli autori già citati, ci sono Richard Linklater, Wes Anderson, Joachim Trier, Ari Aster, la controversa Julia Ducournau e Kelly Reichardt. Storie che esplorano i diversi angoli del pianeta e si propongono in generi diversi, pluralità alla quale Cannes ha sempre fatto molta attenzione. Più sotto i titoli delle due sezioni più importanti della rassegna: Palma d’oro e Un certain regard.
In competizione per la Palma d’oro
THE PHOENICIAN SCHEME
Wes Anderson
EDDINGTON
Ari Aster
JEUNES MÈRES
Jean-Pierre and Luc Dardenne
ALPHA
Julia Ducournau
RENOIR
Hayakawa Chie
THE HISTORY OF SOUND
Oliver Hermanus
LA PETITE DERNIÈRE
Hafsia Herzi
SIRAT
Oliver Laxe
NEW WAVE
Richard Linklater
TWO PROSECUTORS
Sergei Loznitsa
FUORI
Mario Martone
O SECRETO AGENTE (THE SECRET AGENT)
Kleber Mendonça Filho
DOSSIER 137
Dominik Moll
UN SIMPLE ACCIDENT
Jafar Panahi
THE MASTERMIND
Kelly Reichardt
AIGLES OF THE REPUBLIC
Tarik Salehstrong
SOUND OF FALLING
Mascha Schilinski
ROMERÍA
Carla Simón
SENTIMENTAL VALUE
Joachim Trier
Giovani autori in corsa nella sezione “Un certain regard
LA MISTERIOSA MIRADA DEL FLAMENCO (THE MYSTERIOUS GAZE OF THE FLAMINGO)
Diego Céspedes
1st film
MÉTÉORS
Hubert Charuel
MY FATHER’S SHADOW
Akinola Davies Jr
1st film
L’INCONNU DE LA GRANDE ARCHE
Stéphane Demoustier
URCHIN
Harris Dickinson
1st film
HOMEBOUND
Neeraj Ghaywan
TÔI YAMANAMINO HIKARI (A PALE VIEW OF HILLS)
Ishikawa Kei
ELEANOR THE GREAT
Scarlett Johansson
1st film
KARAVAN
Zuzana Kirchnerová
1st film
PILLION
Harry Lighton
1st film
AISHA CAN’T FLY AWAY
Morad Mostafa
1st film
ONCE UPON A TIME IN GAZA
Arab e Tarzan Nasser
THE PLAGUE
Charlie Polinger
1st film
PROMISED SKY
Erige Sehiri
LE CITTÀ DI PIANURA (THE LAST ONE FOR THE ROAD)
Francesco Sossai
TESTA O CROCE? (HEADS OR TAILS?)
Matteo Zoppis, Alessio Rigo de Righi










