Il 75,1% della popolazione vive in Comuni che ospitano almeno una Pro Loco, punto di riferimento imprescindibile per la coesione sociale e la vitalità delle comunità locali. Oltre il 90% degli italiani riconosce il ruolo centrale delle Pro Loco nella promozione del territorio e nella conservazione delle tradizioni locali. Nei Comuni con meno di 10.000 abitanti, il 62,6% dei residenti sente parlare regolarmente di queste realtà, dato che scende progressivamente fino al 34,2% nei centri con popolazione compresa tra 100.000 e 500.000 abitanti. Nel 2023, quasi il 60% degli italiani ha partecipato ad almeno un evento organizzato da una Pro Loco e il 43,5% di essi ha preso parte a eventi durante i propri viaggi.

È quanto emerge dal rapporto  del CENSIS e dell’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia – UnpliLe Pro Loco: motore della valorizzazione territoriale e della coesione sociale”. Le aree con una maggiore concentrazione di Pro Loco rispetto alla popolazione includono la Valle d’Aosta, che ne conta 37 per 100.000 abitanti, e l’Umbria, con 28 enti per 100.000 abitanti. Anche il Piemonte (23) e il Friuli-Venezia Giulia (20) mostrano una densa presenza di queste associazioni. Non sorprende invece che le regioni più popolate come Lazio e Lombardia registrino un rapporto molto più basso, con solo 6 Pro Loco per 100.000 abitanti. Dal punto di vista della copertura territoriale, il Veneto (86,3% dei Comuni con una Pro Loco), la Puglia (82,5%) e le Marche (79,6%) evidenziano un forte radicamento delle Pro Loco nei territori, con la maggioranza dei Comuni dotati di almeno una Pro Loco. Questa capillarità indica come in tali regioni le Pro Loco possano fungere da canale privilegiato per la partecipazione e l’aggregazione locale, ma anche per la promozione turistica. In Lombardia e Trentino-Alto Adige, invece, la percentuale di Comuni con una Pro Loco è decisamente inferiore (41,9% e 42,6%, rispettivamente). Infine, per quanto riguarda la copertura della popolazione residente nei Comuni con una Pro Loco, il Lazio e l’Umbria spiccano con percentuali di popolazione che superano il 95%, evidenziando una presenza a tappeto di queste associazioni nelle diverse località. D’altro canto, il Trentino-Alto Adige e la Lombardia presentano livelli molto più bassi (42,4% e 43,0%).

Le Pro loco sono ormai attive tutto l’anno: il 37,5% infatti non interrompe mai la propria attività, garantendo un’offerta continua di eventi e iniziative per la comunità durante tutto l’anno. I periodi con la maggiore presenza di Pro Loco attive sono quelli di dicembre (95,5%), giugno (94,0%) e luglio (93,2%). Anche nei mesi considerati meno intensi, il 67,9% delle Pro Loco continua a offrire programmi e attività, dimostrando un impegno costante nel promuovere la vitalità e la partecipazione a livello locale. E rappresentano sempre più un ponte verso le nuove generazioni: il 90,9% delle Pro Loco utilizza attivamente i social media. Il digitale si configura come uno strumento strategico per migliorare la visibilità e attrarre un pubblico più ampio, soprattutto i più giovani. “Sorprende il dato dei più giovani che per il 35,7% considera il loro contributo molto importante, si sottolinea nel Rapporto Censis-Unpli. Questo riconoscimento cresce progressivamente con l’età, raggiungendo il 37,4% nella fascia che va dai 35 ai 44 anni, il 46,3% tra i 45 e i 64 anni, fino a toccare il 51,1% tra gli over 65, a conferma del forte legame che la popolazione matura sente nei confronti delle tradizioni locali. A considerare il ruolo delle Pro Loco abbastanza importante sono invece il 56,6% dei 18-34enni, il 55,1% dei 35-44enni, il 47,7% dei 45-64enni e il 38,4% degli over 65.”

Oggi le associazioni Pro Loco, si legge nel Rapporto, rappresentano un pilastro fondamentale in quasi tutti i Comuni d’Italia per il sostegno alla coesione sociale e alla valorizzazione dei territori. Attraverso una rete diffusa capillarmente dalle coste alle montagne, dai piccoli borghi alle aree rurali, queste organizzazioni si dedicano a una serie di attività volte a promuovere la cultura locale, tutelare le tradizioni e il patrimonio folkloristico, e valorizzare le tipicità. Ogni iniziativa non solo arricchisce la qualità della vita delle comunità, ma offre anche ai visitatori la possibilità di sentirsi “cittadini temporanei”, integrati nella vita e nelle tradizioni del luogo.”

Il ruolo delle Pro loco va ben oltre la semplice organizzazione di eventi: le Pro Loco sono vere e proprie sentinelle della tradizione e della memoria, capaci di contrastare, con il loro operato, fenomeni critici come lo spopolamento delle aree interne, mantenendo vivo il tessuto comunitario in territori spesso marginalizzati. In un’Italia che vede molte delle sue zone interne depauperate di risorse e opportunità, le Pro Loco emergono, infatti, come motori di rinascita. Attraverso la valorizzazione delle peculiarità locali e la creazione di momenti di aggregazione, esse favoriscono non solo il turismo di prossimità, ma anche il senso di appartenenza e il legame dei residenti con i propri luoghi d’origine, trattenendo i giovani spesso tentati dal migrare altrove.

Ma le Pro Loco si trovano ad affrontare anche alcuni vincoli: il 59,3% delle associazioni segnala difficoltà nel reperire finanziamenti, mentre il 49,9% deve far i conti con la complessità burocratica. Un ulteriore ostacolo è rappresentato dal reclutamento di nuovi volontari: ben l’85,8% delle Pro Loco ritiene “abbastanza” o “molto difficile” assicurare un ricambio generazionale, e il 74,4% evidenzia problemi specifici in questo ambito. Con un 14,5% della popolazione che si dice interessato a entrare in contatto con la Pro Loco della propria comunità per avviare un percorso di volontariato, il futuro di queste associazioni appare comunque promettente.

Qui la ricerca del CENSIS: https://www.censis.it/sites/default/files/downloads/Presentazione%20Unpli-Censis%20-%20sito.pdf