Secondo i dati ISTAT, nel 2023, è aumentata lievemente la quota di lettori di libri, pari al 40,1% della popolazione di 6 anni e più (39,3%, nel 2022). Tra questi, il 43,7% legge fino a 3 libri l’anno, mentre i “lettori forti” (12 o più libri letti in un anno) sono il 15,4%. La lettura di libri è soprattutto prerogativa dei giovani (fascia d’età 11-24 anni) e delle donne. E come nell’anno precedente, anche nel 2023 libri e quotidiani si sono letti più al Nord che al Mezzogiorno, con l’eccezione della Sardegna, dove la quota di lettori è analoga a quella del Nord. Stando poi ai dati Eurostat, l’Italia per numero di lettori si colloca al terzultimo posto sui 27 membri dell’Unione europea, precedendo solo la Romania (ultima) e Cipro. Ma a destare maggiormente preoccupazione sono i quindici punti percentuali che separano gli indici di lettura al Sud Italia e nelle Isole (62%) da quelli del Centro-Nord (77%). Al Sud e nelle Isole leggono infatti meno persone, lo fanno con minor frequenza e in un numero inferiore di casi sono forti lettori, sopra i 12 libri l’anno.
“Questa evidenza statistica dell’Osservatorio dell’Associazione Italiana Editori (AIE) sulla lettura non è un problema del Meridione – spiega il presidente di AIE Innocenzo Cipolletta – è un problema di tutto il Paese, che cresce solo se è capace di valorizzare appieno il suo intero capitale umano. Senza lettura non c’è crescita economica e democratica dei territori e delle comunità.” Per questo, l’AIE ha organizzato per il 21 marzo a Napoli l’incontro “Per una primavera della lettura al Sud”, con l’obiettivo di avviare un percorso di confronto con le istituzioni su quali proposte concrete mettere in campo per incentivare la lettura nel Mezzogiorno. “Le analisi che presenteremo a Napoli il 21 marzo (a partire dalle 10.30 presso la sede della Fondazione Banco di Napoli, in Via dei Tribunali 213), spiega il delegato per il Sud di AIE, Florindo Rubbettino – mostrano una difficoltà dei territori a rispondere alla domanda culturale dei cittadini perché mancano le biblioteche, e quelle che ci sono hanno pochi fondi e poco personale, mancano le librerie, gli eventi culturali sono in numero minore rispetto al resto del Paese. Allo stesso tempo siamo di fronte a un panorama molto vario: ci sono diversi sud a cui deve corrispondere un’azione cucita sulle esigenze specifiche di ogni singolo territorio, con un ruolo importante del Terzo settore, che è la nota positiva dell’indagine che presenteremo, per la sua vitalità e per come si prodiga per supplire alle carenze infrastrutturali”. Durante l’incontro saranno presentati anche i risultati dell’indagine “Lettura, lettori, consumi culturali e infrastrutture per la lettura nelle regioni del Sud”. Il convegno sarà trasmesso in streaming sul sito www.aie.it. Per partecipare all’incontro è necessario accreditarsi a questo link entro le ore 12 del 14 marzo.
Intanto in questi giorni Openpolis, in vista della Giornata nazionale per la promozione della lettura che si celebra il 24 marzo, ha pubblicato alcuni dati che confermano la scarsa propensione alla lettura: 1 su 3 i bambini che leggono se i genitori non sono lettori; tra i coetanei con genitori che leggono la quota sale a 3 su 4; 29% i ragazzi tra i 6 e i 17 anni che nel tempo libero hanno abitudine alla lettura di libri in Sicilia; le regioni con la minore offerta di biblioteche rispetto ai minori residenti sono Puglia, Sicilia e Campania; Reggio Calabria, Ragusa, Imperia, Lecco e Andria sono i capoluoghi con la più bassa offerta di biblioteche per minore. E Openpolis pone l’accento anche sulla scarsità di biblioteche: “Se si considera che una quota non residuale di famiglie non ha libri in casa – nel decennio scorso le rilevazioni di Istat stimavano circa una famiglia su 10 in questa situazione – anche l’accessibilità delle biblioteche appare particolarmente strategica. Ciò non solo perché la presenza di questi spazi permette l’accesso ai libri in forma gratuita ma anche perché l’attivazione di progetti – da realizzare in sinergia con la comunità educante – può costituire un perno nel contrasto della povertà educativa. Non è un caso infatti se, in molte regioni, a basse percentuali di lettori abituali tra i giovani faccia da contraltare una limitata presenza di biblioteche nei territori.” In media, sono 8,8 le strutture attive ogni 10mila bambini e ragazzi residenti nel Paese. Parliamo infatti di 8.131 strutture censite come attive nel 2022 dall’indagine annuale di Istat, a fronte di 9,2 milioni di ragazze e ragazzi. Una quota che varia fortemente sul territorio nazionale: supera le 30,8 strutture ogni 10mila minori in Valle d’Aosta, e si attesta a 21,9 in Trentino Alto Adige. Supera la soglia delle 20 biblioteche ogni 10mila bambini e ragazzi residenti anche la Sardegna (20,6), seguita dal Friuli Venezia Giulia (16,3). Le regioni con minore densità di biblioteche per minore sono la Puglia (4,8 strutture attive nel 2022 ogni 10mila residenti con meno di 18 anni) e la Sicilia (5,2). Poco sopra anche Campania (5,6) e Lazio (6).
Qui per approfondire: https://www.openpolis.it/come-le-biblioteche-possono-avvicinare-i-bambini-alla-lettura/.










