L’ex presidente golpista filostatunitense della Bolivia, Jeanine Áñez, autoproclamatasi nel novembre 2019, è stata arrestata  per il colpo di Stato commesso contro l’ex presidente Evo Morales nel 2019 e per i crimini commessi durante il suo golpe verso la popolazione campesina e indigena. A darne la notizia è stato il Ministro per il Governo, Carlos Eduardo Del Castillo Del Carpio.
L’ufficio del procuratore dipartimentale di La Paz, in Bolivia, aveva emesso l’altro giorno un mandato di cattura contro la golpista Anez e diversi suoi ministri accusati di crimini di “terrorismo, sedizione e cospirazione”. Tutto questo grazie all’ottimo lavoro del Comando Generale della Polizia Boliviana, della Direzione Nazionale dell’Intelligence e della Forza Speciale per la Lotta al Traffico di Droga per rendere giustizia al popolo boliviano.
Áñez ha descritto il suo arresto come una persecuzione da parte del governo Arce: “Denuncio davanti alla Bolivia e al mondo che in un atto di abuso e persecuzione politica il governo del MAS mi ha ordinato di arrestare. Mi accusa di aver partecipato a un colpo di stato mai avvenuto. Le mie preghiere per la Bolivia e per tutti i boliviani”.
Dopo aver vinto le elezioni dell’ottobre 2019, Evo Morales è stato vittima di un golpe nel novembre 2019, costringendolo a lasciare il Paese in esilio, prima in Messico e poi in Argentina. Añez, che a quel tempo era la seconda vicepresidente del Senato, si era autoproclamata presidente ad interim della Bolivia. Solo un anno dopo in Bolivia si sono svolte le elezioni generali vinte dall’attuale presidente Luis Arce, del Movimento Al Socialismo (MAS), permettendo a Morales di tornare dall’esilio.
Venerdì la polizia ha riferito che anche gli ex ministri de facto della Giustizia, Álvaro Coímbra, e dell’Energia, Álvaro Guzmán, sono stati arrestati nella regione amazzonica di Beni. Anche l’ex comandante della polizia, il colonnello Yuri Calderón, e l’ex comandante delle forze armate, generale, Williams Kaliman Romero, tra gli altri, sono ricercati dai tribunali.
La ex-golpista in realtà non ha alcun consenso ed alcuna territorialità nel tessuto sociale boliviano e a dimostrarlo è la sua sconfitta alle elezioni regionali in cui si era presentata come candidata a presidente dello Stato del Beni, battuta dall’altro candidato delle destre filostatunitensi, Alejandro Unzueta, giungendo terza col 15,4% dei voti. L’altro candidato della destra eletto come governatore dello Stato di Santa Cruz è il razzista Fernando Camacho, leader di gruppi paramilitari fascisti della Unión Juvenil Cruceñista e tra i principali artefici delle violenze e della “caccia al masista” durante il colpo di Stato del novembre 2019. Santa Cruz e Beni sono gli unici due Stati finiti nelle mani delle destre, mentre tutti gli altri 7 Stati, tra cui La Paz, hanno visto la vittoria dei candidati socialisti del MAS.

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