Il 12 dicembre 2025, media come TeleSur e Voice of Emirates, hanno dato la notizia del sequestro, da parte delle forze navali della Guardia Rivoluzionaria iraniana, della petroliera TALARA in rotta dal Golfo dell’Oman verso Singapore attraverso lo Stretto di Hormuz. Quest’ultimo è considerato uno dei punti di strozzatura più vitali per il commercio energetico globale.

La petroliera Talara è un nave battente bandiera delle Isole Marshall, paese controllato da Washington, ed è gestita da Columbia Ship management, oltre ad essere di proprietà della società cipriota Pasha Finance.

La marina iraniana ha intercettato la nave che aveva disattivato tutti i suoi sistemi di navigazione, con a bordo 18 membri dell’equipaggio (provenienti da India, Sri Lanka e Bangladesh) e 6 milioni di litri di carburante diesel illegale. Secondo i dati ufficiali, trasportava circa 30.000 tonnellate di prodotti petrolchimici.

“Una petroliera che trasportava sei milioni di litri di gasolio di contrabbando è stata abbordata al largo delle coste del Mar dell’Oman “, ha riferito l’agenzia di stampa Fars, citando un funzionario della provincia meridionale di Hormozgan.

La Guardia Rivoluzionaria ha confermato che la spedizione era “non autorizzata” e trasportata illegalmente.

Secondo la dichiarazione, la petroliera è stata intercettata a sud della costa di Makran e costretta a salpare verso un porto iraniano. Questa azione è stata intrapresa per ispezionare la nave e indagare sul suo carico a seguito di un ordine del tribunale delle autorità.Le forze della Guardia Rivoluzionaria hanno abbordato la petroliera in elicottero e l’hanno costretta a navigare nelle acque territoriali iraniane. Reuters ha riferito che il Sistema di Identificazione Automatica (AIS) ha mostrato che la TALARA ha improvvisamente deviato dalla sua rotta a est di Khor Fakkan, a circa 22 miglia nautiche dalla costa. È stata quindi costretta a cambiare rotta verso i porti iraniani.

La detenzione avviene in un momento in cui lo Stretto di Hormuz e il Golfo di Oman sono tra i punti di strozzatura marittimi più sensibili per il trasporto energetico. Circa il 20% del petrolio terrestre trasportato via mare passa attraverso questo canale. Qualsiasi interruzione nel trasporto nella regione aumenta i costi assicurativi e impatta sulle catene di approvvigionamento globali, esasperando anche le tensioni politiche tra le nazioni importatrici ed esportatrici di petrolio.

Da parte sua, il Comando Centrale degli Stati Uniti (CENTCOM) ha ritenuto il sequestro della TALARA in acque internazionali vicino allo Stretto di Hormuz una “flagrante violazione del diritto internazionale”. 

Interessante è constatare che per gli USA non è “violazione del diritto internazionale”, il loro atto di pirateria internazionale, avvenuto qualche giorno prima, con il sequestro della petroliera Skipper che trasportava petrolio venezuelano. L’operazione statunitense ha avuto luogo a nord di Trinidad e Tobago, vicino all’Oceano Atlantico. Secondo Washington, il capitano della nave stava trasportando petrolio proveniente dal Venezuela e dall’Iran. Il presidente Nicolas Maduro aveva descritto questa operazione come l’inizio di una “nuova era di pirateria navale criminale contro tutti i Caraibi. (…) Vogliono rubare il nostro petrolio e il Venezuela proteggerà il suo –  ha sottolineato il capo dello Stato.

Sulla stessa linea il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano Ismail Bagai, il quale pochi giorni fa ha dichiarato che il sequestro della petroliera venezuelana da parte degli Stati Uniti è stato un atto di “pirateria di Stato” .

 

 

Quest’azione di sequestro arbitrario USA non è un singolo episodio.Il quotidiano statunitense The Wall Street Journal ha riportato venerdì 5 dicembre che le forze statunitensi hanno attaccato una nave cargo diretta in Iran , proveniente dalla Cina , a centinaia di miglia dallo Sri Lanka a novembre, in un’escalation delle tattiche marittime di Washington contro Teheran.Questa operazione, condotta a diverse centinaia di miglia dalla costa dello Sri Lanka, rappresenta una delle azioni marittime più aggressive dell’amministrazione di Donald Trump. La pubblicazione sottolinea che è la prima volta in diversi anni che le forze statunitensi intercettano una spedizione su questa specifica rotta.
Un funzionario USA ha dichiarato a The Wall Street Journal che sono stati sequestrati materiali “potenzialmente utili per le armi convenzionali dell’Iran”, salvo poi
osservare che i materiali sequestrati erano a duplice uso e potevano avere applicazioni sia militari che civili.

Le forze iraniane annunciano periodicamente l’intercettazione di navi coinvolte nel contrabbando nel Golfo. I prezzi al dettaglio del carburante in Iran sono tra i più bassi al mondo, rendendo il traffico illegale verso altri paesi un’attività particolarmente redditizia.

Il mese scorso, l’Iran ha sequestrato un’altra petroliera nel Golfo, sostenendo che la nave trasportasse un “carico non autorizzato”. In quell’occasione, le autorità iraniane hanno respinto l’ipotesi che si trattasse di una ritorsione contro un altro Paese.

Le autorità iraniane hanno annunciato martedì di aver presentato accuse formali contro il proprietario della nave commerciale MSC Aries, che è ferma dal 2024 nello Stretto di Hormuz.

Secondo alcuni questa mossa rappresenta la continuazione dell’approccio iraniano di utilizzare la navigazione commerciale e la sicurezza energetica come strumenti di pressione regionale e internazionale, mentre altri sostengano che sia una risposta al recente sequestro arbitrario USA della petroliera Skipper. D’altronde perchè il sequestro USA della petroliera venezuelana Skipper dovrebbe essere “lecito”, mentre il sequestro iraniano della petroliera statunitense Talara dovrebbe essere una “violazione”? Evidentemente a vincere ancora è la logica dei “due pesi, due misure” e la narrazione del doppio standard internazionale: se il sequestro è da parte USA va bene, se lo fa l’Iran è illegale.

Nel frattempo Teheran ha già minacciato di chiudere lo Stretto di Hormuz o sequestrare petroliere straniere in risposta alle sanzioni occidentali e statunitensi.