Le minacce di Trump di una guerra al Venezuela non si fermano; dall’inizio dell’aggressione statunitense nel Mar dei Caraibi sono stati uccisi 83 esseri umani, con tutta probabilità pescatori.
Qualche giorno fa è stata indetta una giornata nazionale di solidarietà al popolo venezuelano che si è tenuta sabato 6 dicembre in tutto il Paese. A New York City l’appuntamento era a Times Square: sotto i grattacieli ricoperti da mastodontici schermi su cui scorrono video di Babbo Natale che beve tutto contento la Coca Cola e di spiagge tropicali per una fuga a cinque stelle dallo stress moderno, si sono ritrovati attivisti ed esponenti della comunità latina; insieme a loro c’erano i giovani del movimento per la Palestina libera e un buon numero di rappresentanti della storica comunità nera newyorkese (che per una volta hanno alzato l’età media dei partecipanti).


Il sodalizio tra la lotta socialista portata avanti dai lavoratori e la comunità nera fu stabilito oltre sessant’anni fa proprio qui a New York, ad Harlem per la precisione. Fidel Castro era allora ospite (sgradito) presso un hotel destinatogli dall’Onu, ma da lì, su invito del giovane attivista Malcom X, si trasferì in una pensione di Harlem. Nel quartiere potè osservare la miseria e la discriminazione a cui era soggetta la popolazione nera, ma riuscì anche a ispirarla e a liberare il suo potenziale creativo.
Chavez onorò con la pratica l’ideale di solidarietà internazionale tra lavoratori attuando il programma “Oil for the poor”, con il quale rifornì di greggio a prezzo scontatissimo uno dei quartieri più poveri della città, Mount Hope, nel South Bronx. Nel 2016 il quartiere gli ha dedicato dei murales. Anche i poveri di Chicago e quelli del ricco Massachussetts beneficiarono dalle generose iniziative del governo socialista di Chavez. Oggi sul palco il Venezuela viene ricordato con rispetto e riconoscenza.

Le bandiere dello Stato sudamericano non allineato sventolano nell’aria gelida della piazza davanti a una gigantesca bandiera a stelle e strisce, che dovrebbe apparire minacciosa ma che, forse per via della sua composizione (migliaia di pixel che luccicano), appare pop e piuttosto decadente.

Al termine del comizio la folla riunita decide di marciare verso la sede della News Corp (un conglomerato di media oggi proprietà della Disney). Il corteo non è autorizzato, ma è pacifico e la polizia lascia fare (molti sono neri e latini); dunque cantando gli slogan della giornata “Hands off Venezuela” (Giù le mani dal Venezuela) e “No boots on land, No bombs from air” (Niente attacchi da terra, niente bombe dal cielo) e disturbando un po’ il traffico ci incamminiamo verso la Sesta Strada. Considerando che la convocazione in piazza è arrivata un po’ all’ultimo momento, direi che il movimento internazionale socialista qui nella Grande Mela ha reagito e se l’è cavata niente male.










