Alla sala di lettura dei Cantieri culturali alla Zisa (ex Officine Ducrot – via Poalo Gili 4), alle h 16:30 il presidente dell’Istituto Gramsci Siciliano, Salvatore Nicosia, dialoga con l’autore del libro recentemente edito da Mimesis, e insieme alla giornalista Tiziana Martorana e ad Augusto Cavadi del centro Movimento Nonviolento cittadino-territoriale.
Docente di lingua e letteratura greca all’Università degli Studi di Palermo, dove per otto anni ha tenuto anche un laboratorio di Teoria e pratica della nonviolenza, Andrea Cozzo è un pacifista che si autodefinisce ‘amico della nonviolenza’.
Tra i suoi libri si annoverano: “Nel mezzo”. Microfisica della mediazione nel mondo greco antico (2014), Riso e sorriso e altri saggi sulla nonviolenza nella Grecia antica (2018), La nonviolenza oltre i pregiudizi. Cose da sapere prima di condividerla o rifiutarla (con A. Cavadi e M. D’Asaro, 2022), La logica della guerra nella Grecia antica. Contenuti, forme, contraddizioni (2024).
In Media di guerra e media di pace sulla guerra in Ucraina. Promemoria e istruzioni per il futuro analizza filologicamente il linguaggio utilizzato e le argomentazioni proposte, cercando di individuarne i presupposti, esplicitarne le retoriche e mostrarne le costruzioni e le contraddizioni del modo in cui i media italiani – giornali, telegiornali e talk show con opinionisti e intellettuali – narrano la guerra in Ucraina.
La sua ricerca dimostra che il ‘giornalismo di guerra’ ha esercitato fin dall’inizio una violenza culturale continuata a danno dell’opinione pubblica, poiché in nome di una pretesa difesa dell’“aggredito” ha descritto questo conflitto parteggiando per uno dei belligeranti e non perseguendo la ricerca delle verità di tutte le parti e non mostrando le soluzioni possibili attraverso mezzi pacifici secondo le regole, che qui vengono presentate ed esemplificate nella loro applicazione, del ‘giornalismo di pace’.
L’autore illustra il modo in cui la guerra poteva essere evitata e quale sia invece la strada, autoritaria e militarista, che, come già Gandhi aveva previsto, la democrazia attuale sta pericolosamente imboccando.











