Pagina dedicata al reportage che PRESSENZA compone aggiungendo man mano fotografie e informazioni inviate e pervenute alla redazione.

 

LA SECONDA GIORNATA DELL’UNITÀ NAZIONALE E DELLE FORZE ARMATE

Ogni cronaca della giornata tradizionalmente commemorativa degli italiani ‘caduti’ nella prima guerra mondiale riferisce il messaggio del Presidente della Repubblica.

Quest’anno, dopo aver dichiarato che “Il 4 novembre segna la data in cui l’armistizio di Villa Giusti pose termine alla Guerra mondiale che aveva insanguinato l’Europa, con il coronamento del sogno risorgimentale dell’unità d’Italia”, il capo dello stato ha affermato che “Oggi nuovi conflitti si sono affacciati in Europa e nel Mediterraneo, interpellando la cornice di sicurezza costruita nel dopoguerra e le istituzioni poste a suo presidio. Il pericolo di allargamento del sanguinoso conflitto scatenato dalla aggressione all’Ucraina da parte della Federazione Russa impone grande attenzione e un impegnativo sforzo di adattamento dello strumento militare, per la creazione di una comune forza di difesa europea che, in stretta cooperazione con l’Alleanza Atlantica, sia strumento di sicurezza per l’Italia e l’Europa”.

“In questa Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate rendiamo omaggio a tutte le donne e gli uomini che, con dedizione, coraggio e spirito di servizio, hanno difeso e continuano a difendere la libertà, la sicurezza e i valori che uniscono la nostra Nazione” ha esordito il presidente della Delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare della NATO, Lorenzo Cesa, nel messaggio che ha ritenuto opportuno pronunciare nell’occasione. Poi, precisato che “L’Italia è oggi il primo Paese dell’UE tra i 32 membri della Nato per il contributo di forze militari, donne, uomini e mezzi messi a disposizione dell’Alleanza Atlantica”, ha proclamato che è “Un primato che testimonia il ruolo centrale e la credibilità internazionale del nostro Paese nel garantire la pace e la stabilità globale” e, a nome di tutti i propri connazionali, ha dichiarato “Con profonda gratitudine, ricordiamo il sacrificio di chi ha servito l’Italia con senso del dovere, fino all’estremo. A loro, e a chi ogni giorno indossa una divisa per proteggere i cittadini e le istituzioni democratiche, va il nostro più sincero ringraziamento. Uniti, forti e riconoscenti, celebriamo oggi la nostra Patria e coloro che, in silenzio e con dedizione, continuano a custodirla”.

Come negli anni precedenti, anche nel 2025 i mass-media e i quotidiani locali hanno ‘immortalato’ le cerimonie celebrate con il ‘copione’ interpretato, insieme alle rappresentanze delle Forze armate e delle associazioni militari, nella capitale dal capo dello stato e dal capo del governo accompagnati dal ministro della difesa e, come recita la legge promulgata il 1° marzo 2024 per istituire la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate e regolamentarne i programmi, in tutte le altre città italiane dai sindaci attorniati da ‘truppe’ di cittadini e scolaresche.

“I sindaci, gli amministratori e i Comuni italiani riconoscono il ruolo fondamentale e apprezzano il lavoro prezioso che ogni giorno viene svolto dalle donne e dagli uomini delle Forze armate, nella giornata in cui si celebra la loro festa e quella dell’Unità nazionale – è affermato nel comunicato dell’ANCI / Associazione Nazionale Comuni Italiani diramato per l’occasione – A livello interno, dalle grandi città sino ai Comuni più piccoli, assieme alle Forze di polizia, contribuiscono alla sicurezza delle comunità e allo svolgimento ordinato della vita civile; a livello internazionale, negli scenari caotici e inquieti che purtroppo caratterizzano il nostro tempo, Esercito, Marina, Aeronautica militare e Arma dei carabinieri sono chiamati, con la loro alta professionalità e dedizione al dovere, al mantenimento della pace sotto l’egida delle organizzazioni internazionali, garantendo la sicurezza dell’Italia e dei Paesi alleati ed amici. Alle Forze armate italiane va oggi il ‘grazie’, sentito e profondo, dei sindaci, dell’ANCI e di tutti i Comuni italiani”.

 

LE PIAZZE DEL 4 NOVEMBRE 2025

Nella stessa giornata, ma diversamente che nella concezione della giornata , una moltitudine di italiani ha partecipato a numerose iniziative ispirate ai principi etici e giuridici sanciti negli articoli 11 e 52 della Costituzione:

  • L’Italia ripudia la guerra … promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo [assicurare la pace e la giustizia fra le Nazioni].
  • La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino… L’ordinamento delle Forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica.

In questa ottica e prospettiva infatti nella mattinata, nel pomeriggio e nella serata della ricorrenza quest’anno fortemente contrassegnata dai fatti di cronaca nazionale e internazionale, molteplici associazioni, collettivi e gruppi hanno organizzato numerose iniziative, di alcune delle quali si riferisce in questa pagina.

Sebbene l’improvvisa cancellazione del convegno dall’elenco di corsi di formazione per insegnanti accreditati sulla piattaforma ministeriale SOFIA mirasse a ostacolare la partecipazione dei docenti alla questa iniziativa, che i suoi promotori – CESTES e Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università – hanno realizzato senza il ‘bollino’ del Ministero dell’Istruzione e del Merito e con un nuovo titolo, La scuola non va alla guerra. L’educazione alla pace risponde alla repressione [video-registrazione in fondo alla pagina], al suo svolgimento ‘in presenza’ e ‘a distanza’ hanno assistito 3 MILA persone… tre volte tante in più di quante vi si erano iscritte fino al giorno precedente.

E in pochi giorni sono state organizzate molte manifestazioni che hanno aggregato docenti e personale di scuole e univesità insieme a studenti e con tutti i cittadini indignati per questa censura.

Nell’elenco dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università sono indicate una 40ina di ‘piazze’ mobilitate all’insegna del motto Il 4 novembre non è la nostra festa.

Alla redazione di PRESSENZA sono giunte notizie da:

BARI – presidio : per iniziativa promossa dalle aggregazioni studentesche OSA e Cambiare Rotta insieme a USB, COBAS e Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e dell’università, i manifestanti si sono radunati davanti alla Prefettura, dove hanno lanciato un grido di allarme perché in Puglia, che è alla vigilia delle elezioni regionali, allarma la presenza contigua delle basi militari a Gioia del Colle, del Poligono di Torre Veneri e anche della sede Leonardo SpA a Grottaglie

BOLOGNA – presidi : davanti al Rettorato dell’Alma Mater sono intervenuti studenti e studentesse, Cambiare Rotta e GPI, e rappresentanti del personale dell’Università, CUB e USB; in piazza San Francesco, coordinato da USB Scuola; al Giardino dei Pioppi di Borgo Panigale, dove l’iniziativa promossa dal Coordinamento No NATO ha coinvolto i residenti del quartiere dove fra le case, in mezzo ad un parco e vicino ad una scuola passa il NIPS, un’oleodotto della NATO

CAGLIARI – presidio : oltre a ribadire il ripudio di ogni guerra, nel capoluogo sardo l’iniziativa ha posto all’attenzione sulle ‘manovre’ belliche incessantemente svolte sul territorio dell’isola, letteralmente infestato da basi e poligoni militari e devastato dalle esercitazioni militari, in particolare gli addestramenti dei piloti alla scuola dell’aeronautica militare a Decimomannu, i cui voli provocando un diffuso inquinamento acustico e atmosferico nei territori circostanti, e la produzione di ordigni bellici nella fabbrica RWM, per la cui presenza ‘ingombrante’ la Regione Sarda sta valutando se concedere una sanatoria che annullerebbe gli ‘effetti collaterali’ degli ampliamenti abusivi e dei rischi di disastro ambientale

CASALE MONFERRATO, AL – flashmob : esponendo la bandiera della pace e cartelli, alcuni praticanti la settimanale Mezzora di silenzio per la pace e la giustizia sociale hanno presenziato la deposizione della corona di alloro al monumento cittadino dedicato ai Caduti di Casale Monferrato [vedi foto] a cui, accanto e insieme alle autorità cittadine e rappresentanti dei corpi delle Forze armate e delle associazioni militari e paramilitari, partecipavano le scolaresche ‘intruppate’ [reportage e mockdocumentary]

CATANIA – presidio : 200 partecipanti hanno ribadito l’importanza di contrastare i processi di israelizzazione della scuola e della ricerca sottolinendo la centralità della memoria che, per quanto riguarda la prima guerra mondiale, significa ricordare che scoppiò in seguito allo scontro politico e economico fra le maggiori potenze europee e fu una ‘inutile strage’ ed esprimendo indignazione per la censura operata dal ministro Valditara che, impedendo lo svolgimento di un corso nazionale di aggiornamento/formazione per docenti su questi temi, ha violato Costituzione e CCNL, inoltre che il 4 novembre, in un mondo attraversato da oltre 50 conflitti e dal genocidio del popolo Palestinese, non c’è nulla da festeggiare, al contrario la scuola e la ricerca scientifica devono mobilitarsi per educare alla pace

CROTONE – presidio [comunicato dei manifestanti]: Non siamo contro le professioni della pubblica sicurezza, né contro i lavoratori e le lavoratrici delle Forze Armate. Non è una piazza contro le persone. Questa piazza rivendica parità di accesso: se le professioni della guerra possono entrare nelle scuole, allora anche le professioni della pace devono avere uguale diritto di entrare nelle scuole. Educatori, operatori sociali, infermieri, medici, mediatori culturali, ricercatori di pace, psicologi del trauma, ONG, corpi civili, attivisti, artisti, giornalisti — devono avere lo stesso spazio e la stessa dignità. Perché la libertà è scelta. E non c’è scelta dove non c’è pluralità. Come scrisse Thomas Stearns Eliot in “Noi costruiremo”: “E ognuno al suo lavoro, come tutti devono essere”. E dunque: ogni lavoro dev’essere rappresentato. Non uno solo. Non uno imposto. Non uno dominante. Abbiamo occupato lo spazio in piazza con il corpo di studenti, studentesse, genitori, docenti, artisti, cittadinanza attiva. Abbiamo detto che la militarizzazione non è neutra: condiziona l’immaginario, l’economia, l’orizzonte. La guerra produce sofferenza, ai deboli, ai civili, ai popoli senza voce. Gaza è la dimostrazione concreta del nostro tempo storico. 

GENOVA – presidio : il gruppo praticante la settimanale Ora in silenzio contro la guerra ha dedicato il proprio 1223° presidio in solidarietà al convegno annullato La scuola non si arruola

LA SPEZIA – corteo : la manifestazione ha attraversato la città ridenominandone alcune strade, via Cadorna in via disertori di guerra, in ricordo di tutti qui ragazzi che nel fango e nel disagio del fronte scelsero la ribellione, scelsero di non obbedire, finendo fucilati da generali come Cadorna, via XXIV Maggio in via Restiamo Umani, per riprendere lo slogan di Vittorio Arrigoni e richiamare il genocidio in Palestina come il simbolo più drammatico di questi nuovi tempi di guerra e militarizzazione globale e via Vittorio Veneto in via vittime civili di Gaza e di tutte le guerre, perché oggi più che mai, e Gaza lo mostra in tutta la sua radicale drammaticità, sono queste le vittime delle guerre

LIVORNO – corteo : da piazza della Vittoria, scelta proprio per lo specifico significato, a piazza Cavour, hanno sfilato in mumerosi sotto le insegne di varie realtà politiche e sindacali, tra cui il gruppo Rete docenti lavoratrici e lavoratori della scuola uniti per Gaza, il comitato sanità livornese e il Gruppo Autonomo Portuali cittadino, NonUnadimeno, Movimento nonviolento e Attac insieme a molti studenti, tra cui il collettivo degli studenti medi Scuola di carta

MASSA CARRARA : al mattino studenti e studentesse hanno scioperato e sfilato in corteo ribadendo il loro no a politiche di guerra, all’aumento delle spese militari e chiedendo invece più attenzione e risorse pubbliche per la formazione; nel pomeriggio, al presidio davanti agli uffici dell’USP organizzato da Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università e Tenda per la Palestina, i/le docenti hanno rivendicato il proprio dissenso alla retorica del 4 novembre dichiarandosi ‘pacefondai’ e difensori del pensiero critico

MILANO – corteo : studenti e studentesse insieme a docenti, lavoratori iscritti ai sindacati di base, cittadini e cittadine hanno sfilato per il centro città partendo da piazza Gaza (piazza della Scala)

NAPOLIScuola e Università non si arruolano!: annunciando la propria adesione alla mobilitazione nazionale e partecipazione all’assemblea cittadina in piazza Dante, il M.I.R. Napoli ha ricordato che nel 2020 con Pax Christi Italia aveva denunciato “l’incalzante e pervasivo processo di militarizzazione delle istituzioni scolastiche ed universitarie” avviando la campagna Scuole smilitarizzate e che recentemente il Direttore Generale dell’Ufficio Regionale del MIM della Campania non ha dato seguito alla richiesta del Comitato Pace e Disarmo per la pianificazione di iniziative formative rivolte all’educazione alla pace e alla risoluzione nonviolenta dei conflitti

ROMA – presidio: radunati davanti alla sede del MIM, i manifestanti, soprattutto docenti e studenti e studentesse di Osa Cambiare Rotta, esponevano cartelloni con scritto Ministero dell’Istruzione Militare e striscioni di solidarietà con il popolo palestinese, e insieme a loro è intervenuto e si è esibito il coro antimilitarista popolareBrancoro;

PALERMO – dalle 10 alle alle 20 in piazza Ruggero Settimo è stato allestito un Villaggio della Pace e del Disarmo, per la città ha sfilato un corteo e alle iniziative promosse da reti sociali, associazioni, movimenti e realtà studentesche ha aderito anche la Consulta per la Pace, i Diritti Umani, la Nonviolenza e il Disarmo del Comune; le associazioni MIR Palermo e Pax Christi – Punto Pace Palermo hanno rilanciato la proposta “Piazza 4 Novembre diventi Piazza Regina Pacis”, cioè che la piazza cittadina venga ribattezzata con il nome della parrocchia che vi sorge e così, come spiega Francesco Lo Cascio, per imprimere nella memoria collettiva “un segno di coerenza e riconciliazione” che anziché la guerra richiami alla costruzione della pace

TORINO : docenti, studenti, studentesse e cittadine/i si sono riuniti sotto le sede dell’USR e hanno sfilato in corteo

TRENTO – presidio : per iniziativa promossa dai referenti locali di Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle universitàGlobal movement to Gaza e Sanitari per Gaza insieme a Gris e Centro sociale Bruno, a cui hanno aderito sindacati di base e altre associazioni locali, nella piazza cittadina dedicata al partigiano Mario Pasi in cui gli interventi dei partecipanti hanno focalizzato l’attenzione su Gaza, dove il genocidio prosegue, e sulla necessità di opporsi alle economie di guerra e ad ogni forma di repressione del dissenso mentre venivano proposte la vendita di dolci, bandiere e oggetti con il cui ricavato mandare soccorsi alle famiglie di Gaza e l’ascolto de Il Disertore di Boris Vian interpretata da Ivano Fossati

VERONA : circa un centinaio di persone hanno manifestato il dissenso al presidio in piazza San Nicolò

VITERBO : ai monumenti, alle lapidi in piazzale Gramsci e in piazza del Sacrario e alle pietre d’inciampo in via della Verità, una delegazione del Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera ha reso omaggio alle vittime di tutte le guerre, di tutte le dittature, di tutti i poteri criminali, di tutte le stragi e le uccisioni; USB, Tavolo della pace, Rifondazione e Comitato di lotta Viterbo hanno denunciato l’interdipendenza tra riarmo, questione palestinese, guerra permanente e repressione del dissenso e, a rimarcare il bisogno di pace, giustizia sociale e bellezza che attraversa il nostro tempo, coinvolto ed emozionato la ‘piazza’ con spettacoli di musica popolare e poesia

 

Oltre a scendere in piazza protestando contro la militarizzazione della cultura e la censura, USB, OSA e Cambiare Rotta oggi hanno rammentato a tutti di firmare la petizione a sostegno del CESTES e che al prossimo appuntamento, l’assemblea alla data del 10 novembre, in cui si discuterà della repressione in atto nelle scuole, della limitazione della libertà di formazione, della volontà politica di assimilare antisionismo e antisemitismo (DDL Gasparri) e della distruzione della scuola della cultura (riforma tecnici e professionali, linee guida) e si coordineranno lo sciopero studentesco del 14 novembre, lo sciopero generale del 28 novembre e la manifestazione nazionale a Roma il 29 novembre, 47esima Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese.

In occasione di questa ‘giornata’ il Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera, il Movimento Nonviolento e Peacelink hanno divulgato l’appello 4 NOVEMBRE, NON FESTA MA LUTTO. OBIETTIAMO spiegando che il titolo “è il nostro slogan da opporre alla retorica patriottarda” e che con la sua diffusione propongono la campagna OBIEZIONE ALLA GUERRA che coinvolge tutti a “dire no alla chiamata alle armi, alla mobilitazione militare, all’ipotesi di ritorno della leva obbligatoria” e a “sottoscrivere la Dichiarazione di obiezione di coscienza per respingere il disegno di chi vuole obbligare i nostri giovani a prendere il fucile e vestire la divisa”.

Il 4 novembre 2025 era anche il primo anniversario del lancio la campagna R1PUD1A promossa da EMERGENCY, che in questa data ha informato che l’iniziativa ha coinvolto oltre 600 Comuni, più di 1000 scuole e 300 spazi e festival culturali, ha presentato il programma per il flash-mob FACCIAMO RUMORE (notte tra sabato 8 e domenica 9 novembre) e inaugurato la rassegna di arte pubblica AFFISSIONE CONTRO LA GUERRA per 10 giorni propone in esposizione nelle strade e piazze in cinque città (Bologna, Napoli, Roma, Livorno e Genova) i poster di CHEAP, DeeMo, Camila Rosa, Luchadora, Jacopo Camagni, Coco Riot, Testi Manifesti, Dario Manzo, Joanna Gniady, Rita Petruccioli, Infinite e Tomo77.

 

Roma

Roma

REGISTRAZIONE DEL CONVEGNO