L’opinione pubblica italiana si muove oscillando tra vecchi stereotipi che si fa fatica a superare e nuove sensibilità che, seppur lentamente, si affermano. A confermare tale tendenza è un recente sondaggio Radar SWG che ha indagato in ordine all’immigrazione, alla percezione dei canoni estetici e ai concorsi di bellezza e alla cucina multietnica.
Per la maggioranza degli italiani, per il 57%, l’immigrazione è un fenomeno ineluttabile, quindi la sfida è gestirlo al meglio. Un terzo però degli italiani, che vota soprattutto partiti di centrodestra, ritiene invece che bisogna fermarlo perché crea solo danni. L’elettorato di centrodestra associa al termine immigrato principalmente le persone africane o che arrivano in Italia tramite la tratta del mare. Anche il decreto flussi divide gli italiani e a prevalere, seppur di poco, sono le opinioni negative. Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare il DPCM relativo ai flussi migratori per il triennio 2026-28, un decreto che prevede l’ingresso in Italia di circa 500mila nuovi immigrati lavoratori per i prossimi 3 anni. E a condividere la misura del Governo sono più gli elettori delle opposizioni che quelli della maggioranza.
In questa edizione di Radar, cogliendo l’occasione della nuova edizione di Miss Italia, Swg ha scelto anche di approfondire il tema dei canoni di bellezza e della rappresentazione del corpo nella società italiana. I dati mostrano come, da un lato, vi sia una crescente apertura verso modelli più inclusivi e consapevoli, dall’altro persista ancora il peso di stereotipi radicati che condizionano la visione collettiva. “La percezione di una differenza di trattamento tra corpi maschili e femminili, si legge nel report, rimane evidente: gran parte degli italiani riconosce che il corpo della donna sia ancora maggiormente esposto e oggettificato, anche se inizia a emergere la sensazione che il divario si stia gradualmente riducendo. Tuttavia, quando si osservano i criteri con cui vengono raccontati socialmente i corpi, emergono gli antichi stereotipi: alla donna si associa soprattutto la dimensione della seduzione, mentre all’uomo quella della prestanza fisica e del potere. Un dualismo che conferma come i modelli culturali e sociali continuino a seguire schemi ben riconoscibili”. Per quanto riguarda i concorsi di bellezza, l’opinione pubblica si divide in due gruppi simili per dimensione: per il 42% non danno origine a comportamenti di oggettificazione, ma per il 36% rischiano di normalizzare atteggiamenti problematici. Tra i più giovani prevale nettamente quest’ultima percezione, segno di una sensibilità diversa che guarda con occhio critico a certi format tradizionali. Per oltre il 50% degli italiani i canoni di bellezza del corpo si stanno evolvendo, ma con una resistenza degli antichi stereotipi. Per 1 su 5 c’è più consapevolezza e inclusione. La rappresentazione del corpo femminile è ancora centrata su seduzione ed eleganza, mentre quella maschile su prestanza fisica e potere.
La cucina etnica è ormai entrata stabilmente nelle abitudini culinarie degli italiani e conquista soprattutto le nuove generazioni, che la scelgono con frequenza nettamente superiore rispetto agli over 50. Tra le preferenze emergono con forza le grandi cucine asiatiche — cantonese e giapponese — seguite dalla cucina messicana. Quello che un tempo era percepito come “esotico” appare oggi sempre più normalizzato e integrato nella propria routine alimentare, soprattutto tra i più giovani. “La diffusione delle cucine estere, si sottolinea nel report, è percepita in larga parte come un arricchimento culturale e gastronomico: due italiani su tre esprimono un’opinione positiva, riconoscendole il merito di ampliare l’offerta e stimolare curiosità, seppur con la consapevolezza che tale diffusione possa mettere in difficoltà i ristoratori italiani e possa influire negativamente sulla qualità media del settore”. A trainare il fenomeno contribuiscono diversi fattori: la crescente presenza di comunità straniere sul territorio, il peso della globalizzazione e della mobilità internazionale, ma soprattutto l’evoluzione dei gusti e della mentalità delle nuove generazioni, sempre più aperte al confronto interculturale e desiderose di ampliare il proprio repertorio gastronomico. In questo contesto cresce il desiderio di vedere più alternative etniche nelle proprie città: nuove aperture vengono accolte con entusiasmo e voglia di scoperta, pur accompagnate da una quota di timore per la penalizzazione dei locali tradizionali e per possibili nuovi segmenti di clientela che minerebbero la comunità che vive il territorio circostante. Questa ambivalenza segnala un mercato in trasformazione, in cui la curiosità e l’apertura sembrano destinate a prevalere, ridisegnando progressivamente il panorama della ristorazione italiana.
Qui per scaricare l’indagine Radar Swg: https://www.swg.it/pa/attachment/68c920b02ac54/Radar_8%20-%2014%20settembre%202025.pdf.










