Ieri, lunedì 22 settembre 2025, gli studenti medi della provincia di Ancona hanno deciso di alzare la voce, hanno scelto da che parte stare, hanno deciso di scioperare contro il genocidio in Palestina.
Davanti al cancello del Liceo Rinaldini di Ancona si sono radunati più di 400 studenti e studentesse, provenienti da tutte le scuole della città, accolti da due striscioni con la scritta “Oggi non entrare” accanto alla bandiera palestinese.

Il messaggio emerso dall’assemblea che si è tenuta nel cortile della scuola è forte e chiaro: “Di fronte al genocidio, di fronte alle barbarie che sta compiendo lo Stato criminale di Israele, noi studenti non rimarremo in silenzio.”
Dopo un momento assembleare, gli studenti e le studentesse si sono mossi in corteo per raggiungere la Facoltà di Economia, dove alle 11 si è tenuta un’assemblea generale a cui hanno partecipato studenti medi, universitari, professori delle scuole di ogni ordine e grado, professori universitari e lavoratori dell’Università Politecnica delle Marche.

Nel percorso dalla scuola all’università i più di 400 studenti hanno sventolato bandiere della Palestina e gridato insieme “Free Palestine”, lo slogan sotto cui si sono raccolti ragazzi e ragazze che hanno deciso di unirsi in nome di un obiettivo comune: interrompere il genocidio a Gaza.
Una volta terminata l’assemblea i partecipanti si sono uniti dietro lo striscione che denunciava “Scuole e università complici del genocidio” e hanno raggiunto insieme il luogo dell’inizio del corteo promosso dal Coordinamento Marche per la Palestina, che è partito alle 16 dal porto turistico di Marina Dorica.
Al corteo, a cui hanno partecipato più di 8.000 persone, gli studenti e le studentesse si sono uniti ai professori e al personale scolastico e universitario in un unico partecipatissimo spezzone del mondo dell’istruzione.

La giornata di sciopero si è conclusa dopo la manifestazione che, grazie alla massiccia partecipazione, ha bloccato il porto per ore.
Una giornata storica per gli studenti e le studentesse di Ancona, che danno così avvio a un autunno di lotta e di mobilitazioni.










