Un imponente corteo di oltre centomila persone (300.000 secondo gli organizzatori) provenienti da ogni parte d’Italia, è partito da Piazza Vittorio e ha riempito piazza San Giovanni come è accaduto solo nelle grandi mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici.

Foto di Antonio Fico, Rete No Bavaglio

Un popolo composito che condanna senza ambiguità il genocidio in atto in Palestina e a Gaza con la indispensabile complicità degli Stati Uniti e di gran parte (ma fortunatamente non tutti) dei Paesi dell’Unione Europea.

La condanna senza appello verso il governo genocida di Netanyahu si unisce alla condanna della spudorata politica del governo italiano che sta, come sempre, dalla parte sbagliata della Storia.

Promotori del corteo sono le tre forze politiche che si sono finalmente decise, meglio tardi che mai, a presentare una mozione parlamentare che, se approvata, ribalterebbe l’attuale politica estera italiana.

La scommessa del Partito Democratico, del Movimento 5 stelle e della Alleanza Verdi Sinistra è stata vinta con una partecipazione al di sopra di ogni aspettativa.

Una mobilitazione unitaria che grazie a contenuti chiari e condivisibili ha ottenuto la convinta adesione del Partito della Rifondazione Comunista, ma soprattutto di comuni cittadini che hanno sentito il dovere civico ed etico di scendere in piazza gridando “Non in nostro nome” e sventolando centinaia e centinaia di bandiere palestinesi. E tra la folla distinguo l’infaticabile Alex Zanotelli, con kefiah e maglietta africana.

Dal palco, sotto un sole cocente, fortunatamente mitigato dal ponentino, si susseguono numerosissimi interventi e testimonianze, tra le quali riesco a seguire il discorso di Gad Lerner, che tuona di nuovo “NON IN NOSTRO NOME”, in quanto membro della variegata comunità ebraica. Importanti anche gli interventi di Luisa Morgantini, attiva da anni con la sua associazione AssopacePalestina e di Yousef Salman, responsabile della comunità palestinese di Roma e del Lazio. che dichiara: “Gli ebrei sono nostri fratelli. Nella Palestina storica, prima della nascita dello Stato di Israele, musulmani, cristiani ed ebrei  hanno convissuto per secoli in pace”. La gente inizia a defluire  quando ancora la coda del corteo non ha potuto entrare nella piazza.

Dal palco intanto parte l’appello a ritornare in piazza numerosi il 21 giugno per la manifestazione nazionale contro le politiche europee del cosiddetto ReArm.

Foto di Mauro Zanella e Rete No Bavaglio