Condividiamo (riprendendola dal sito di Adif, curato da Fulvio Vassallo Paleologo) per gentile concessione dell’autore, che ringraziamo, una importante ricerca di Sergio Scandura (OSINT), corrispondente senior di Radio Radicale per il Mediterraneo

26 maggio 2025

Un tranquillo week end di paura (e caos)

Due barconi di legno partiti da Sabrata: allerta Alarm Phone la mattina del 24 maggio. Il primo barcone con 128 Naufraghi soccorso a sud di Lampedusa dalla Guardia Costiera Italiana. Il secondo barcone con 117 Naufraghi abbandonato a sud nel weekend alla deriva, con mare sostenuto (2 metri di onda): una odissea di soccorsi frazionati in tre giorni, con alcuni (35) presi a bordo dal mercantile MvBocic che li ha poi respinti in Libia (a nord di Zawia), altri (26) su EcoOne rimorchiatore italiano in servizio nella piattaforme offshore ENI/NOC, altri ancora (53) su OceanViking, 3 sarebbero i dispersi.

Il primo evento SAR (#AP554) La prima imbarcazione in legno con 128 Naufraghi a bordo ha avuto la fortuna di risalire verso nord fino a quando poteva. Dopo una attività SAR della Guardia Costiera Italiana – che sabato sera ha visto in scena il velivolo Manta_10_01 – i Naufraghi sono stati soccorsi a 42 miglia sud di Lampedusa dalla vedetta CP322.

Recap * (caso AP554) 25.5.2025 CP322 Sbarco POS Lampedusa 128 Persone: 98 uomini, 21 donne, 9 minori. Nazionalità: Eritrea, Etiopia, Sudan, Siria, Egitto. Località di partenza: Sabrata (Libia). (* fonti OOII a SCA)

Il secondo, incredibile, evento. Caso Alarm Phone #AP555. Imbarcazione con 117 a bordo (numero aggiornato alle 13:00 in data odierna suscettibile di aggiornamenti). Una odissea segnata dal rituale pasticcio politico italiano e libico, da ritardi, da sollecitazioni delle ONG, da tentennamenti, disimpegni e tardivi ripensamenti: con soccorsi difficili, recuperi frazionati dei naufraghi col mare ostile (che poi è impietosamente arrivato, cosa che le sale operative degli RCC ben sapevano da giorni).

La seconda imbarcazione in legno si è trovata in difficoltà già all’alba di sabato 24 maggio, nelle acque internazionali dell’area SAR libica, a 10 miglia est dal campo offshore della piattaforma petrolifera Al Jurf. Nessuno dei rimorchiatori in servizio nelle aree offshore di Al Jurf e Bouri muove subito un remo: le ‘supply vessels’ restano ferme come al solito, nonostante fossero vicini al caso SAR.

Sabato 24 maggio, al momento dell’allerta Alarm Phone, nessuna nave ONG è in area: dal momento che il governo italiano tiene lontane le navi del soccorso civile con l’assegnazione di porti lontani del nord Italia. La mattina del 25 maggio la nave ONG Ocean Viking è ancora all’altezza di Malta, in rotta verso l’area SAR: viene dal porto Ancona, dove era stata inviata giorni fa dal Viminale di Piantedosi nell’ormai rituale giro di rotte vessatorie.

Sabato, la nave portarinfuse MvBocic, che stava nel golfo di Gabes con destinazione di scalo commerciale a Sfax, fa rotta verso su sudest alla ricerca dell’imbarcazione. Una volta rintracciata la seconda imbarcazione, il mercantile sarebbe rimasto per diverse ore in ombreggiamento, in attesa di istruzioni e coordinamento da un RCC.

Comincia la solita, rituale, disumana, empasse politica tra Italia e Libia. In casi del genere – non sarebbe la prima volta, anzi Roma tende a prendere tempo, come al solito spera (e sollecita) che ad occuparsene siano le vedette libiche: peccato però che i libici siano già ostici a uscire col mare mosso, peccato che il ‘sistema vedette’ in Libia – imbastito da Italia e UE per i respingimenti illegali in mare – vada a bloccarsi spesso quando ci sono guerre sul terreno di Tripoli e nella sua costa ovest, peccato che la Tripolitania sia in preda all’odierna instabilità con gli scontri tra milizie dopo la morte del leader SSA AlKikli Gnewa.

Intanto, come previsto, in area è ormai arrivato da tempo il mare ostile con altezze onda fino a due metri. Le correnti da nord avrebbero poi fatto scarrocciare l’imbarcazione coi naufraghi a bordo per diverse miglia verso sud est, rispetto alla posizione dell’allerta Alarm Phone. Nella notte tra sabato e domenica il comandante della nave portarinfuse MvBocic attiva un recupero: ma buio notturno e condizioni di mare mosso avrebbero consentito al mercatile battente bandiera Belize di imbarcarne solo 35 dei 117 che erano a bordo. I restanti naufraghi resteranno poi alla deriva, nel buio della notte tra sabato e domenica. Rimangono ancora 82 naufraghi a bordo del barcone. Il mercantile MvBocic resta in area coi 35 Naufraghi presi a bordo. Degli altri, rimasti a bordo del barcone se ne sarebbe perso l’avvistamento.

Domenica 25 maggio MvBocic – nonostante gli avvertimenti delle ONG sulle conseguenze di un respingimento illegale in Libia – punta la prua verso sud: e nel tardo pomeriggio consegna ai libici, dieci miglia a nord di Zawia all’interno delle acque nazionali libiche, i 35 Naufraghi che aveva a bordo.

Domenica, alle 10:14 CEST del 25 maggio, decolla da Lampedusa il velivolo Frontex Sparow1 per rintracciare – in sette ore di missione aerea – gli 82 rimasti sul barcone. Sulla scena SAR- finalmente – si attiva il rimorchiatore italiano EcoOne in servizio nelle piattaforme dell’area offshore ENI/NOC Al Bouri. Anche per EcoOne il recupero dei naufraghi sarà parziale: degli 82 Naufraghi rimasti sul secondo barcone ne prenderà 26.

Nel frattempo, in area SAR è arrivata anche OceanViking che, alle 03:00 CEST di stanotte 26 maggio, ha soccorso e preso a bordo 53 Persone: sono gli ultimi rimasti nell’odissea del secondo barcone (tra loro 19 donne e 29 minori non accompagnati). Secondo le testimonianze raccolte stanotte dai superstiti a bordo di Ocean Viking ci sarebbero 3 dispersi.

Nel dramma: cinismo, disumanità e beffa dalle ‘autorità’ italiane. L’odissea continua. Ai 26 Naufraghi a bordo di Eco One rimorchiatore servizio nelle piattaforme dell’area offshore ENI/NOC Al Bouri il Viminale assegna il porto vicino di Lampedusa. Ai 53 Naufraghi a bordo della nave di soccorso ONG OceanViking il Viminale assegna, secondo i dettami del decreto Piantedosi, la rotta vessatoria del lontano porto di Livorno. Ocean Viking ha persone in condizioni critiche a bordo ed è in navigazione al largo di Lampedusa.

 

Update 26 maggio 2025 – ore 20,31 da Sergio Scandura (OSINT)

La sfortuna di essere Persone e non barili di petrolio.

Una scena già vista, più volte, in altre occasioni.

EcoOne ha potuto sbarcare in fretta i suoi 26 Naufraghi a Lampedusa: e in fretta il rimorchiatore – in servizio nelle piattaforme petrolifere dell’area ENI/NOC Al Bouri – torna in area offshore per gentile concessione del Viminale e dell’ITMRCC della Guardia Costiera

Ocean Viking, con i Naufraghi a bordo decisamente malmessi dopo questa odissea, è riuscita a ottenere un MEDEVAC (evacuazione medica d’urgenza) per 5 Persone al largo di Lampedusa, trasbordate nel tardo pomeriggio su CP322.

La nave di soccorso ONG Ocean Viking non ha potuto sbarcare tutti i 53 Naufraghi a Lampedusa. Con 48 superstiti a bordo ora va verso Livorno, rotta vessatoria, 1150 km e giorni di navigazione, per tenerla come al solito fuori dall’area SAR del AR del Mediterraneo Centrale (sempre per gentile ‘concessione’ del Viminale di Piantedosi).

 

Appena tre giorni fa, sempre da Sergio Scandura, la notizia di un possibile naufragio, su cui nessuno ha fatto ricerche

Guardia Costiera Italiana: “possibile naufragio di circa 48 migranti” a sud est di Lampedusa. Il dispaccio di allerta “SAR CASE 775 a tutte le navi in area”, diffuso in data odierna dal Centro di Coordinamento e Soccorso ITMRCC avvisa della ricerca di “circa 48 migranti a bordo di una barca in ferro partita il 17 maggio da Sfax”. Il dispaccio SAR è trasmesso da Roma via rete InMarSAT e rilanciato anche via Navtex dalla stazione RadioMalta (area T – type D Search And Rescue ai numeri #TD66 e #TD22). Nota: il primo dispaccio di allerta del “SAR CASE 775”, appare sul mio monitor InMarSAT il 21 maggio (0427z).

L’articolo originale può essere letto qui