In occasione della “Giornata internazionale per la consapevolezza sul disarmo e della non proliferazione” (5 marzo), il Movimento Internazionale della Riconciliazione – branca italiana dell’ International Fellowship of Reconciliation – esprime profonda preoccupazione per gli incalzanti toni bellicisti e militaristi che ha assunto il dibattito sul ruolo dell’Europa nel conflitto russo-ucraino e manifesta totale dissenso nei confronti del progetto ReArm Europe di cui si è fatta promotrice la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, dichiarandosi pronta ad “incrementare in modo massiccio la spesa per la difesa”.
Il M.I.R. – la più antica organizzazione pacifista italiana, aderente anche alla Rete Italiana Pace e Disarmo – è da sempre impegnato nella diffusione della cultura e dell’azione al servizio della trasformazione nonviolenta dei conflitti e promuove in varie sedi, anche internazionali, iniziative di disarmo, di smilitarizzazione, di riconversione civile e di attuazione di un modello non armato di difesa.
Di fronte alla retorica guerrafondaia e riarmista dei vertici dell’U.E. – che utilizzano la situazione di stallo nella conclusione della guerra in Ucraina per rilanciare investimenti comuni in una folle corsa agli armamenti – il M.I.R. ribadisce la propria posizione critica sia nei confronti della ricorrente ipotesi di ‘esercito europeo’ (che sarebbe comunque un’appendice ulteriore della N.A.T.O.), sia verso l’ipotizzata spesa di ben 800 miliardi di euro dell’Unione per incrementarne la difesa aerea e missilistica, i sistemi di artiglieria ed anti-droni e quelli di tipo informatico.
“Mai come adesso, a quella che è stata spesso additata e derisa dai decisori politici come l’ingenuità utopistica dei pacifisti – ha dichiarato Ermete Ferraro, Presidente del M.I.R. Italia – si contrappongono sempre più apertamente e cinicamente gli interessi del complesso militare-industriale, ragionando solo in termini di ‘forza’ e ricorrendo al paradosso orwelliano secondo il quale “La guerra è pace”. Mai come adesso, dunque, il movimento per la pace, in Italia come in Europa, deve far sentire la propria voce, per l’immediata cessazione della ‘inutile strage’ in Ucraina e per la ‘neutralità attiva’ dell’U.E., che prevede un suo ruolo di reale mediazione tra le parti e di sostegno civile e solidale alla rinascita di un paese devastato e funestato dalla guerra, dove sarà indispensabile anche un serio processo di pacificazione e riconciliazione, fondato su verità e giustizia.”