Secondo quanto riporta Reuters, lo scorso 31 gennaio il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) ha ricevuto la disposizione di ritirare tutti gli articoli scientifici in fase di pubblicazione per rimuovere termini considerati “non conformi” a un recente ordine esecutivo dell’amministrazione del nuovo presidente Usa, che riconosce solo due sessi (e non riconosce la differenza tra “sesso” e “genere”) maschile e femminile. Questa direttiva mira a eliminare definizioni come “genere”, “transgender”, “LGBT”, “persona incinta”, “assegnato maschio alla nascita”, “assegnato femmina alla nascita”, “biologicamente maschio” e “biologicamente femmina” e “non binario” dalle comunicazioni ufficiali, in conformità con un ordine esecutivo che riconosce solo due sessi: maschio e femmina. Parole come “transgender”, “LGBT” e “non binario” sono state bandite dal linguaggio ufficiale della scienza. L’ordine si applica sia ai manoscritti in fase di revisione presso riviste esterne, sia a quelli già accettati ma non ancora pubblicati. Inoltre, i ricercatori del CDC sono stati istruiti a rimuovere i loro nomi da articoli co-autorizzati con enti esterni. Queste azioni fanno parte di una strategia più ampia dell’amministrazione per rivedere le politiche sanitarie e sociali, limitando i riferimenti a concetti legati al genere e all’identità LGBTQ+. Non è chiaro quanti studi siano stati colpiti da questa direttiva, ma il numero potrebbe essere significativo.
A destare particolare preoccupazione il fatto che questa direttiva non si limiti alla letteratura scientifica. Il CDC, infatti, ha eliminato anche i riferimenti alle persone transgender e all’identità di genere dal proprio sito web, influenzando così set di dati e linee guida sanitarie cruciali per la ricerca pubblica.
L’allineamento del CDC, da sempre un punto di riferimento per le informazioni su salute e prevenzione non solo negli Stati Uniti, lascia davvero attoniti. A partire dalla homepage del sito istituzionale, dove compare in bella evidenza la scritta “CDC’s website is being modified to comply with President Trump’s Executive Orders” – Il sito dei CDC è in fase di modifica per conformarsi agli ordini esecutivi del presidente Trump”.
E così, formalmente ammantato del tradizionale liberalismo a stelle e strisce, l’autoritarismo di uno degli uomini più potenti del mondo rischia di cancellare decenni e decenni di progresso scientifico nel campo della salute. Anche a detrimento della stessa popolazione americana, giacché imbavagliare la ricerca medico-scientifica non può far altro che produrre risultati meno attendibili, ad esempio quando ci si riferisce a efficacia e sicurezza dei medicinali, che devono essere testati in trial clinici che siano rappresentativi della popolazione. E navigando sul sito del CDC si scopre che sono scomparse persino le pagine relative al supporto ai giovani LGBTQ+ e alle loro disparità di salute.
«Il CDC, per adeguarsi all’ordine esecutivo di Donald Trump, sta procedendo a rimuovere i contenuti considerati promotori di “ideologie di genere” dal proprio sito, con la cancellazione di pagine su salute e prevenzione rivolte alla comunità transgender e LGBTQ+, inclusi materiali informativi sull’HIV e sulla vaccinazione contro l’mpox. Sono a rischio di eliminazione anche set di dati fondamentali per la ricerca sulla salute pubblica, come il Youth Risk Behavior Surveillance System, che monitora il benessere mentale e il rischio suicidario tra i giovani transgender. Ed è prevista la modifica del linguaggio ufficiale del sostituendo termini come “genere” con “sesso” e cancellando riferimenti a persone transgender nelle linee guida mediche. Queste modifiche – commenta per TrendSanità Enrico Di Rosa, Presidente della Società Italiana d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) – rappresentano un chiaro esempio di interferenza politica sulla scienza e sulla salute pubblica. Eliminare dati e risorse cruciali per le comunità più vulnerabili non solo compromette la ricerca e la prevenzione, ma rischia di esacerbare le disuguaglianze sanitarie. La salute pubblica dovrebbe basarsi su evidenze scientifiche e inclusività, non su ideologie restrittive che rischiano di privare supporto ed assistenza a intere fasce di popolazione».
Negli USA la comunità scientifica e i difensori dei diritti civili hanno reagito con indignazione. Esperti di salute pubblica e redattori di riviste scientifiche avvertono che questa mossa potrebbe ostacolare la capacità di affrontare le esigenze mediche di popolazioni diverse. La rimozione di dati relativi alla salute delle persone transgender, così come le linee guida sull’Hiv, solleva poi preoccupazioni significative tra gli esperti di malattie infettive.
Oltre alla censura scientifica, sono state introdotte restrizioni all’assistenza sanitaria di affermazione di genere per i minori e al servizio militare per le persone transgender.
Peraltro, come riporta il giornale americano Financial Express citando Reuters, c’è anche chi sceglie di mantenere la schiena dritta. Ed è così che Nate Brought, direttore dell’ufficio esecutivo dei National Institutes of Health (NIH), ha esortato gli altri vertici dell’agenzia a rifiutarsi di attuare direttive trumpiane, affermando che gli ordini di Trump sono contrari ad anni di ricerca e scoperte dell’NIH sulla sessualità e il genere: «Rispettando questi ordini, denigreremo il contributo dato alla missione dell’NIH dai membri trans e intersessuali del nostro staff, e il contributo dei cittadini trans e intersessuali alla nostra società. Queste politiche porteranno a crisi di salute mentale o, peggio, per decine di migliaia di americani che contribuiscono in modo produttivo alle nostre comunità».
Dietro queste decisioni dell’Amministrazione Trump però si cela un documento di 922 pagine, intitolato Mandate for Leadership – Project 2025, redatto dalla Heritage Foundation, uno dei think tank conservatori più influenti degli Stati Uniti. Si tratta di una vera e propria guida operativa per un’eventuale amministrazione repubblicana redatta mesi prima delle elezioni, con un piano dettagliato per ridisegnare l’apparato statale e orientarlo verso una visione ultraconservatrice.
Uno degli obiettivi principali è lo smantellamento delle politiche di diversità, equità e inclusione, e abbiamo già visto come già diverse corporation si siano allineate a questa strategia propagandistica. Il documento prevede, tra le altre cose, la rimozione di qualsiasi riferimento a identità di genere e diritti riproduttivi dai programmi governativi. In un passaggio si legge:
“Rimuovere ogni riferimento, esempio, definizione, immagine e linguaggio dai siti web, pubblicazioni, politiche e finanziamenti dell’USAID che includano i seguenti termini: ‘genere’, ‘uguaglianza di genere’, ‘equità di genere’, ‘individui di genere diverso’, ‘consapevolezza di genere’, ‘sensibilità di genere’, ecc. Eliminare anche i riferimenti a ‘aborto’, ‘salute riproduttiva’, ‘diritti sessuali e riproduttivi’ e materiali di educazione sessuale considerati controversi.”
Quello che sta accadendo con il CDC è solo un tassello di un progetto più ampio: una riscrittura sistematica delle istituzioni pubbliche per cancellare intere categorie di persone dalla narrazione ufficiale. Non si tratta solo di un cambiamento di linguaggio, ma di una strategia che riorganizza le politiche pubbliche e limita la capacità stessa dello Stato di riconoscere l’esistenza di determinati gruppi sociali.
La censura di termini legati all’identità di genere rappresenta un pericoloso passo indietro e la società civile e gli attivisti per i diritti umani sono chiamati a vigilare affinché la ricerca rimanga libera da interferenze politiche e continui a servire il bene comune.