Questo articolo fa parte della serie “50 anni dopo: Viva la Rivoluzione dei Garofani” che PRESSENZA pubblica tra marzo e maggio 2024. La “Rivoluzione dei Garofani” del 1974-1975 liberò i portoghesi dopo 48 anni di fascismo e rese indipendenti le colonie portoghesi in Africa dopo 500 anni di dominazione imperiale.

Gli articoli di questa serie possono essere letti qui: in francese, in portoghese

“Uno di quei momenti magici della storia,dove sembra possibile cambiare il mondo”! Questa frase è stata pronunciata dallo storico italiano Enzo Traverso* a proposito della rivoluzione dei garofani, in un’intervista rilasciata a febbraio alla rivista digitale portoghese “Setenta e Quatro” (74) **.

In Portogallo, dal primo giorno del colpo di stato militare che rovesciò il fascismo dopo 48 anni, la popolazione non rimase in casa (come richiesto dai militari), ma scese in strada per celebrare la fine del fascismo e la libertà, ringraziare i soldati del Movimento delle Forze Armate (MFA) e lottare per maggiori libertà.

Dopo il 25 aprile il Paese entrò in crisi economica. Molti uomini d’affari fuggirono dal paese per paura di perdere i loro beni a causa di un nuovo regime socialista, portando con sé molti soldi e abbandonando le loro aziende o proprietà. Di conseguenza, le persone iniziarono a occupare fabbriche e fattorie in autogestione per sopravvivere. I sindacati, anch’essi finalmente liberi, chiedevano salari e condizioni di lavoro migliori. Gli insegnanti hanno goduto di libertà e creatività a oggi senza eguali. Per sostenere questi movimenti popolari furono addirittura creati dei comitati di soldati!

Tutti questi movimenti popolari di base costituirono quella che è conosciuta come la “Rivoluzione dei garofani”, una rivoluzione socialista che durò dal 25 aprile 1974 al 25 novembre 1975, quando un controgolpe militare moderato-conservatore (risultato della pressione organizzata dalle élite politiche europee, come spiegato in questa intervista con il colonnello Matos Gomes, pubblicata in francese nella nostra serie) eliminò i rappresentanti più di sinistra del MFA. Questo permise al Portogallo di seguire il capitalismo e il neoliberismo della maggior parte dei paesi dell’Europa occidentale, che portò poi all’Unione Europea che conosciamo oggi… Un’uscita politica che, nei fatti e nelle parole di Enzo Traverso, “non era la conseguenza logica e inevitabile” della rivoluzione dei garofani!

Rivoluzione dei garofani. Foto: Wikimedia Commons

Cosa ha significato o significa per noi la Rivoluzione dei garofani?

La Rivoluzione dei garofani fu un periodo duro di sopravvivenza ma, allo stesso tempo, un periodo romantico in cui il popolo portoghese mise in pratica nuove idee, realizzò utopie (anche se per un tempo limitato), in ogni ambito: nell’autogestione dell’economia e dell’istruzione, nell’emancipazione delle donne, nell’emancipazione sociale e politica, nell’enorme creatività culturale, nella totale libertà della stampa e dei media (molto più ampia di oggi), ecc.

È per questo motivo che la Rivoluzione dei garofani ha naturalmente suscitato una forte solidarietà internazionale, in particolare nella sinistra europea (Francia, Germania, Italia, ecc.), disillusa dalle reazioni studentesche del maggio ’68 in Francia e del 1969 in Germania, ma anche dalla tenacia con cui i regimi fascisti hanno resistito (in Spagna dal 1939, e dopo aver resistito alla seconda guerra mondiale!) o si sono ristabiliti (il regime fascista dei colonnelli in Grecia dal 1967, o quello del generale Pinochet in Cile dal 1973).

Negli anni ’70 pensavamo che “rivoluzione” intendesse la convergenza di tre linee: anticapitalismo (nell’Europa occidentale), antiburocratismo o antistalinismo (nell’Europa orientale) e anticolonialismo (nel Sud del mondo). Così “pensavamo che la rivoluzione europea fosse iniziata a Lisbona” (Enzo Traverso).

E, oltre a tutto ciò, la Rivoluzione dei garofani fu una rivoluzione pacifica, che come se non bastasse godette (almeno inizialmente) della protezione e del sostegno di molti militari! Tanti motivi che le hanno permesso di guadagnarsi il rispetto e l’ammirazione dei rivoluzionari di altri paesi! Ed è anche, fino a oggi, l’ultima rivoluzione socialista in Europa!

Nella sua intervista Enzo Traverso rivela anche un altro aspetto molto interessante, ovvero le liberazioni di due o più paesi contemporaneamente, liberazioni che si condizionano a vicenda:

“Il legame tra la Rivoluzione dei garofani [1974-75] e la fine del colonialismo portoghese [1975] in Africa mi ricorda il rapporto simbiotico tra la Rivoluzione francese [del 1789] e la Rivoluzione haitiana [del 1791] alla fine del XVIII secolo”.

Non dimenticheremo mai queste esperienze e, sebbene questa rivoluzione sia fallita dopo un anno e mezzo, molti dei suoi risultati sono stati preservati, soprattutto nell’ambito della democrazia politica e delle libertà individuali. Tuttavia, la lotta per una vera giustizia sociale e la parità di diritti per tutti i portoghesi deve continuare…naturalmente sempre ispirata alla Rivoluzione dei garofani!

 


NOTE

* Enzo Traverso è uno storico del Nord Italia, figlio di comunisti, che 50 anni fa, da adolescente, seguì con grande entusiasmo la Rivoluzione dei garofani in Portogallo. È esperto di storia delle rivoluzioni.

** Setenta e Quatro (“settantaquattro”) è stato un progetto di informazione digitale guidato da valori democratici e progressisti. Per anni sono riusciti a fare giornalismo investigativo di alta qualità in Portogallo, ma sono stati costretti a terminare la loro attività all’inizio del 2024 a causa di difficoltà di finanziamento come organo di stampa indipendente.


Traduzione dal francese di Enrica Marchi. Revisione di Thomas Schmid