Al di là delle 534 pagine di osservazioni presentate in via ufficiale da associazioni e comitati, dal WWF a Legambiente, da Italia Nostra alla Lipu, da Invece del Ponte a No Ponte CapoPeloro e altre ancora, riprendiamo il pacchetto delle critiche di quel che dovrebbe essere il fuoco amico pro-Ponte_ 

3660 metri di lunghezza, una campata sospesa di 3.300 metri, piloni alti 400 metri, un costo d’opera previsto di 13,5 miliardi, un impatto sul PIL di 23 miliardi. Sono i numeri del Ponte indicato da Matteo Salvini come l’ottava meraviglia del mondo, anche se oggi il Ministro evita quasi di parlarne, avendo forse compreso che, prima delle Europee del 9 giugno, non ci sarà nessun nastro da tagliare.

L’obiettivo di far partire i lavori prima dell’estate è, infatti, ormai un miraggio, cosa che fa tirare un respiro di sollievo a tutti coloro che vedono questo momento come un incubo. L’incubo che l’equilibrio del territorio venga stravolto dai lavori preliminari di un’opera che non si farà.

Non si farà perché – nonostante le mille dichiarazioni in senso contrario – fino ad ora non esistono materiali adeguati alla struttura che si intende realizzare.

Se la promessa di fare il Ponte, e farlo a tamburo battente, è stata solo una promessa elettorale, aver riaperto il fascicolo ormai chiuso e aver ridato vita alla Società Stretto di Messina è molto di più. E’ una truffa a danno dei cittadini, l’apertura di una voragine in cui stanno già finendo i soldi dei contribuenti.

La dimostrazione che sia una truffa sta nell’approssimazione e nella superficialità che salgono a galla via via che le carte del progetto (cosiddetto) definitivo vengono esaminate e contestate, con giudizi pesanti, talora inappellabili, non solo di chi è contrario alla realizzazione dell’opera, ma anche da chi è favorevole.

Ne fanno fede i numeri, gli “altri” numeri del ponte.

Hanno cominciato i membri del Comitato Tecnico Scientifico della Società Stretto Messina, nove esperti nominati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, d’intesa con la Regione Calabria e la Regione Siciliana, per svolgere compiti di consulenza tecnica. Tecnici, quindi, scelti da chi il Ponte lo vuole fortissimamente.

Si tratta di 7 ingegneri, un architetto, un geologo, che in data 29 gennaio 2024 hanno consegnato un documento di 53 pagine in cui esprimevano un parere positivo sul progetto definito, “fatte salve” varie e circostanziate “considerazioni, osservazioni”, sintetizzate in 68 raccomandazioni finali. Di cui tener conto in vista della redazione del progetto esecutivo.

Il secondo atto è stata la “conferenza dei servizi istruttoria”, convocata nello scorso 16 aprile, per acquisire le “prime osservazioni da parte degli enti e delle amministrazioni partecipanti”, la società Stretto di Messina, tutti i Comuni dell’area, l’Autorità portuale e gli altri enti interessati. (sito del governo).

Risultato, 239 integrazioni di documenti, richiesti dalla Commissione tecnica di Verifica dell’Impatto ambientale, nominata dal Ministero dell’Ambiente. Tra le integrazioni richieste anche quelle (66) che riguardano la Valutazione di incidenza sui siti Natura 2000, istituiti dall’Unione Europea per la protezione e la conservazione degli habitat naturali.

Ma quello di cui i tecnici rilevano la mancanza è molto di più. Mancano le analisi relative agli effetti dell’inquinamento acustico, delle vibrazioni, dei campi elettromagnetici, studi adeguati sull’assetto geologico e lo smaltimento dei rifiuti, nonchè sul rapporto tra cantieri e viabilità e sugli impatti dello scavo delle gallerie e delle altre opere sotterranee. È stata chiesta anche un’integrazione dell’analisi costi – benefici e del contesto sociale ed economico.

Stefano Lenzi del WWF racconta di una telefonata di fuoco tra Ciucci, amministratore delegato della Stretto di Messina, e Matteo Salvini, che non è riuscito a mettere il bavaglio ai tecnici del suo collega Ministro dell’Ambiente.

Poi ci si è messa anche la Protezione civile siciliana che ha espresso perplessità perché nell’analisi dei rischi non viene messa in conto l’eventualità di eventi eccezionali (metereologici, sismici, incendi, etc), che potrebbero verificarsi nel corso dei lavori. E per i quali occorre “una valutazione dello scenario di danno […] il sistema dei soccorsi e il piano di emergenza”. Solo due pagine, ma non da poco.

Si è fatto sentire anche l’Ordine degli ingegneri di Messina, da sempre favorevole al Ponte, che ha chiesto al Contraente Generale (il Consorzio Eurolink) uno studio aggiornato sul territorio, con “attività di rilievo ed esecuzione di indagini topografiche, geologiche, geognostiche, di monitoraggio”. L’Ordine arriva ad offrire il proprio contributo tecnico sulle verifiche indispensabili per aggiornare il progetto, verifiche che non ci sono. Ragion per cui, “alla luce della vigente normativa antisismica, ad oggi il progetto definitivo non risulta aggiornato”. In tutto si avanzano 25 osservazioni a cui corrispondono precise richieste tecniche, per fare sì che i lavori vengano eseguiti “adottando i più stringenti coefficienti di sicurezza a tutela della collettività e con la massima attenzione alla privata e pubblica incolumità”.

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