Il mese scorso, donne provenienti da vari territori, che insieme a diverse organizzazioni hanno redatto e presentato alle autorità nazionali una proposta di legge integrale contro la violenza sulle donne (LEI-VCM, dalla sua sigla in spagnolo), si sono riunite per confutare una violenta campagna di disinformazione lanciata dai settori più conservatori della società honduregna e chiedere l’approvazione dell’iniziativa di legge.

L’Honduras è il Paese più pericoloso dell’America Latina per le donne. L’anno scorso ne sono state uccise 386, una ogni 23 ore. Si tratta di un aumento del 30% rispetto al 2022 (Osservatorio della Violenza sulle Donne del Centro de Derechos de Mujeres CDM).

Il Paese centroamericano è diventato il quinto con il più alto tasso di femminicidi al mondo (6,47 per 100.000 donne). Al 29 febbraio di quest’anno, sono già state registrate 40 morti violente.

Una legge integrale

Nel 2015, con una situazione che diventava sempre più insostenibile, donne di reti e organizzazioni di tutto il Paese si sono riunite per costruire una proposta di legge che promuovesse e garantisse il diritto a una vita libera dalla violenza, sia nella sfera pubblica che in quella privata.

Fu solo nel 2022, dopo le elezioni che sancirono la sconfitta della destra conservatrice, che il progetto venne consegnato all’attuale presidente Xiomara Castro, la quale promise di analizzarlo prima di inviarlo al Congresso.

A tal fine, è stata formata una commissione di follow-up per la LEI-VCM, che per diversi mesi si è riunita con istituzioni dei tre poteri dello Stato.

La proposta è attualmente all’esame della Corte suprema di giustizia, che dovrà esprimersi prima di essere inviata ai legislatori per la discussione ed eventuale approvazione.

Gli obiettivi principali della legge sono prevenire gli atti di violenza contro le donne, affrontarli con rigore quando si verificano, sanzionarli in conformità con il quadro giuridico e risarcire vittime e sopravvissute.

Si tratta quindi di combattere la violenza contro le donne affrontandone le cause, le disuguaglianze e le discriminazioni, andando alla radice del problema.

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR) in Honduras ha espresso il proprio sostegno a una veloce approvazione della proposta.

Durante la presentazione del rapporto annuale sulla situazione dei diritti umani in Honduras, Isabel Albaladejo, rappresentante dell’OHCHR, ha affermato che per garantire un approccio globale alla violenza di genere “è necessario accelerare l’adozione di politiche pubbliche integrali”, nonché “l’approvazione di norme adeguate per garantire la prevenzione e la protezione”.

Mentre il processo di consultazione avanza e si avvicina la presentazione del progetto di legge ai deputati, aumentano le pressioni da parte dei settori ultraconservatori della società honduregna, compresi quelli che fanno capo alle chiese evangeliche e a quella cattolica, affinché l’iniziativa fallisca.

In un ampio comunicato, la commissione di verifica della LEI-VCM condanna le “narrazioni false, malate, distorte e perverse” che mirano a “generare paura nella società e anticorpi nel Congresso”.

Oltre a smontare i falsi argomenti avanzati da questi settori contro la proposta di legge, la Commissione invita nuovamente la presidente Castro a inviarla al più presto ai legislatori.

“Non fatevi ingannare da questi gruppi che usano sofismi e sono legati a personaggi che storicamente hanno flagellato il nostro Paese. Opporsi alla LEI-VCM significa essere aggressori o complici degli aggressori”, conclude il comunicato.

Fonte: Rel UITA (spagnolo)