Il Senegal ha appena assistito a un evento importante con la vittoria di Bassirou Diomaye Faye alle elezioni presidenziali del 24 marzo.

È stata una vicenda politica lunga e difficile che si è appena conclusa.

Nonostante i “meriti” del nuovo presidente Diomaye Faye, la figura centrale di questa vittoria rimane il suo mentore, Ousmane Sonko, leader carismatico del partito di opposizione Pastef, a cui è stato impedito di candidarsi a causa della sua detenzione puramente politica.

Il processo democratico, recentemente scosso dalla colpevole ostinazione del precedente regime, ha tenuto. Meglio ancora, è uscito rafforzato da queste elezioni, in cui l’opposizione ha vinto al primo turno, ponendo il Paese in una posizione di spicco, un faro per la regione saheliana afflitta da transizioni politiche.

Sono stati i giovani a vincere queste elezioni. È una vittoria dei giovani. C’è stata un’enorme affluenza di giovani. Anche l’uscita di Ousmane Sonko dal carcere è stato un evento importante e decisivo: la presenza del leader dell’opposizione al fianco di Faye ha infatti favorito la campagna elettorale del neopresidente. Senza contare il sostegno di Wade, che ha tenuto lontani gli elettori del PDS da Amadou Bâ, il candidato del regime uscente. Il quarto di popolazione che sosteneva Amadou si è dovuto orientare su Diomaye.

Questa unità, questo impegno entreranno inevitabilmente in gioco. Se si tolgono gli indecisi e coloro che non prendono posizione, questi costituiscono una fascia molto piccola, tra il 36% e il 37% dell’elettorato. Il resto è compreso tra il 18 e il 20%. All’ultimo momento, la maggior parte degli indecisi e di coloro che non si sono decisi si sono orientati verso il candidato appena eletto. Nel 2019, i senegalesi avevano dato a Macky Sall una seconda possibilità di portare a termine i grandi progetti avviati. Ma nel caso di Amadou Bâ, era molto difficile per lui vincere. Abbiamo dovuto formare un blocco. Una manifestazione di interesse verso Amadou Bâ gli avrebbe permesso di passare al secondo turno. Invece, i cittadini hanno scelto Diomaye. Possiamo ragionevolmente sperare che tutto ciò che è stato promesso dal nuovo presidente venga attuato.

(Vedere a fine articolo il programma del PASTEF)

In particolare, l’HCCT, il CESE e l’HCDS (vedi punto 1 del progetto) sono istituzioni inutili che consumano risorse economiche e che servono a sistemare amici e alleati politici.

Quello che è successo domenica 24 marzo è legato a una demografia galoppante. Ciò che va sottolineato è l’affluenza alle urne. Per Benno, la coalizione di Amadou Bâ, è una sconfitta senza appello. I giovani, la fascia principale tra i votanti, e il resto dell’elettorato, si sono espressi. Il 75% della popolazione ha meno di 35 anni. Nelle liste elettorali, quelli di età compresa tra i 18 e i 35 anni sono il 29%. Più le persone sono anziane, più votano Benno. Più sono giovani, più votano Diomaye.

Abbiamo registrato un’amara sconfitta elettorale per la coalizione Benno Bokk Yakaar! In attesa di capire se si tratta di un semplice avvicendamento, il terzo della nostra storia politica, o di una vera alternativa socio-politica, rallegriamoci almeno per la fine del regime antidemocratico di Macky Sall!

La vittoria elettorale del 24 marzo 2024 è dovuta anche alla chiara presa di posizione del partito Pastef, che ha appena celebrato il suo decimo anniversario, sulla piaga del malgoverno, illustrata da una serie di scandali, e sugli effetti devastanti della dipendenza neocoloniale del regime di Macky Sall.

Il leader di Pastef Ousmane Sonko, il cui carisma è indiscutibile, ha sempre proposto un approccio collettivo, basato su un progetto comune, che mira a una vera alternativa al sistema neocoloniale e che si basa sulla piena partecipazione delle masse popolari. Questo gli ha permesso, quando è stato arbitrariamente estromesso dalla competizione elettorale, di essere sostituito in breve tempo dal suo compagno di partito Bassirou Diomaye Faye. Al contrario, la maggior parte delle altre candidature che pretendevano, a torto o a ragione, di essere candidati dell’opposizione, si basavano su approcci individualistici, secondo la famosa formula mistificatoria di “un uomo (provvidenziale?) che incontra il suo popolo”, ottenendo solo risultati ridicoli.

Questa vittoria delle forze patriottiche e rivoluzionarie intorno all’essenziale dovrà privilegiare le convergenze programmatiche radicali di rottura rispetto alla massificazione totale, soprattutto rispetto al deplorevole mercanteggiamento delle quote e delle poltrone. È sulla base di questi elementi che il popolo vigile saprà se stiamo entrando nell’era di un’autentica alternativa sociopolitica o di una semplice alternanza.

ECCO IL PROGETTO #PASTEF :

1. Ci impegniamo ad abolire:

i fondi politici del Presidente;

il Consiglio Superiore degli enti territoriali (HCCT), il Consiglio economico, sociale e ambientale (CESE), il Consiglio superiore per il dialogo sociale (HCDS).

2. Ci impegniamo a dimetterci:

Dalla presidenza del nostro partito;

Dal Consiglio Superiore della Magistratura.

3. Ci impegniamo a garantire la totale indipendenza di tutti gli organi di controllo:

Sganciare l’IGE (Ispettorato Generale di Stato) dalla supervisione della Presidenza della Repubblica;

Concedere all’ Ispettorato Generale di Stato (IGE), all’Ufficio Nazionale contro la Frode e la Corruzione (OFNAC), all’ Unità Nazionale per il Trattamento delle Informazioni Finanziarie (CENTIF) e alla Corte dei conti:

– Il potere di definire e attuare i propri programmi in modo autonomo;

– il potere di deferire i casi direttamente al pubblico ministero e al giudice istruttore.

4. Ci impegniamo a istituire:

Concorsi per l’assunzione di posizioni civili e militari;

Un bando di concorso per i posti di Direttore generale.

5. Ci impegniamo a proteggere le donne attraverso:

la promozione della loro autonomia economica (accesso alla terra, ai finanziamenti);

l’estensione del congedo di maternità a 6 mesi;

la costruzione di asili nido.

6. Ci impegniamo a:

Rinegoziare tutti i contratti, le convenzioni o gli accordi svantaggiosi per il Senegal;

Negoziare un piano di uscita dal franco CFA

7. Ci impegniamo a istituzionalizzare il rapporto tra Stato e religione:

Garantendo un finanziamento trasparente del culto;

Creando un’istituzione dedicata.

8. Ci impegniamo a creare sei (06) grandi poli regionali dotati di:

Zone industriali per settore di attività;

Unità di ricerca e formazione;

Allevamenti moderni dotati di unità di lavorazione.

9. Ci impegniamo a:

Promuovere il bilinguismo introducendo l’insegnamento dell’inglese nella scuola primaria;

Affrontare le disuguaglianze nel sistema retributivo;

Avviare una consultazione nazionale sull’integrazione dell’educazione religiosa e della scuola nelle nostre lingue nazionali;

Creare un Ministero per il digitale.

10. Ci impegniamo a:

Sviluppare un Piano di Resilienza Climatica (CRP) per un’efficace gestione del rischio di disastri.

Identificare e integrare i bambini di strada in moderne daara pubbliche (scuole coraniche dove i bambini apprendono il Corano), con apprendistato nei mestieri.

Introdurre l’educazione religiosa a livello di scuola secondaria.

11. Ci impegniamo a:

Destinare una percentuale degli appalti pubblici alle start-up senegalesi.

Destinare una percentuale degli appalti pubblici agli artigiani.

Sviluppare Rendere obbligatoria la partecipazione dei senegalesi al capitale delle imprese che partecipano agli appalti pubblici.

#Focus2024

PER UN SENEGAL MIGLIORE!!!

In particolare, l’HCCT, il CESE e l’HCDS (vedi punto 1 del progetto) sono istituzioni inutili che consumano risorse economiche e che servono a sistemare amici e alleati politici.

traduzione di Anna Perno