In molti abbiamo visto e apprezzato il documentario “Antropocene. L’epoca umana” (Canada 2018) dove viene raccontato, in immagini di impatto visivo, le disastrose attività umane nel pianeta terra.

Forse abbiamo visto il documentario “Deforestazione” (Italia 2019, https://www.deforestazionemadeinitaly.it/) dove il regista documentarista Francesco De Augustinis, racconta, da una diversa prospettiva «la forte dipendenza di molte eccellenze del Made in Italy rispetto alle commodity legate alla deforestazione tropicale. Una storia che mette in discussione il concetto di “eccellenza”, indagando angoli bui di un sistema di produzione globalizzato».

Da questo primo documentario, passando per “One earth: tutto è connesso” (Italia 2021, https://www.one-earth.it/guarda-il-film/), sempre De Augustinis si cimenta in una nuova impresa di denuncia su quanto la catena dei processi ambientali (allevamenti intensivi, deforestazione tropicale, epidemie, cambi climatici), mal gestiti, siano alla base della perdita di ecosistema sulla nostra unica “madre terra”. Nella sua nota di presentazione il regista fa notare che: “Oggi più che mai siamo consapevoli (ndr ma siamo proprio sicuri?) di vivere in un pianeta piccolo, dove quello che succede in una foresta all’altro capo del mondo presto o tardi ha delle ripercussioni anche sul nostro quotidiano. One Earth è un racconto di queste connessioni e insieme una denuncia di diverse forme di sfruttamento e violenza, alla base del modo insostenibile della nostra specie di abitare la nostra unica Terra”.

Nei giorno scorsi, De Augustinis, ha presentato, una sua ulteriore, faticosa, denuncia sul tema dei salmoni allevati nelle gabbie davanti alle coste dei paesi del Nord Europa (Islanda, Scozia, Norvegia): “Until the End of the World” (Italia 2023).

La traduzione in italiano ci induce a riflettere: “Fino alla fine del mondo” si potrà sostenere “l’invasione degli ultracorpi-umani?

“Until the End of the World” un importante progetto fotografico e di regia per far conoscere, e mettere sotto accusa, il problema degli allevamenti di salmone, dove milioni di loro muoiono nelle gabbie prima di essere pescati con la conseguenza di perdita di equilibrio anche nell’ecosistema marino. Una serie di scandali che sta scuotendo molti produttori dell’industria dei salmoni e del pesce. Dal filmato si apprende che il salmone, come le spigole, le orate, le trote, i gamberi, i tonni, i polpi, è un pesce carnivoro. Secondo uno studio pubblicato a gennaio dall’Ong inglese Feedback, nel 2020 quasi 2 milioni di tonnellate di pesce selvatico sono state usate come mangime per produrre 1,5 milioni di tonnellate di salmone.

Come rivela nell’intervista rilasciata per questo documentario il professore emerito alla Facoltà di Medicina veterinaria alla Norwegian University of Life Sciences, Trygve Poppe: “abbiamo avuto questo problema sin dalla nascita degli allevamenti […] quando si concentrano i pesci nelle gabbie, mettendo in ognuna anche 200mila individui, se pensi che in Norvegia ci sono migliaia di gabbie lungo la costa, il numero dei pesci è milioni di vote superiore a quello di un tempo (ndr allevamenti iniziati fin prima degli anni ’80 del secolo scorso) […] la maggior parte della produzione avviene nelle gabbie aperte, con l’acqua che circola liberamente, per cui i pidocchi nel loro stato larvale sono trasportati tra le gabbie e tra diversi allevamenti”.

I pidocchi di mare (epeophtheirus salmonis) sono parassiti che attaccano l’animale creando dolorose lacerazioni che possono essere fatali per loro, ma ancor peggio, è stato rivelato che pesci malati o deceduti, in alcuni casi, vengono destinati al consumo umano. Questo problema crea anche mortalità nel salmone selvatico.

Sul sito possiamo leggere che:

si stima che dall’alba dei tempi ad oggi siano vissuti sulla Terra 113 miliardi di esseri umani in tutto (fonte Population Reference Bureau ).

Secondo un’altra stima, ogni singolo anno oltre 160 miliardi di animali allevati sono destinati alla macellazione o all’uccisione per scopi alimentari (fonte: elaborazione su dati FAO).

In particolare vengono uccisi/utilizzati ogni anno:

  • 73 miliardi 174 milioni di polli da carne
  • 7 miliardi 702 milioni di ovaiole
  • 1 miliardo 484 milioni di suini
  • 921 milioni di conigli
  • 809 milioni di animali da latte (265 milioni bovini)
  • 479 milioni di caprini da carne
  • 302 milioni di bovini da carne

(dati FAO 2018 )

 80 milioni di tonnellate da acquacoltura (approssimativamente 80 miliardi di individui), di cui circa la metà in allevamenti a terra

  • almeno 93 milioni 633 mila tonnellate di pesce pescato

(dati FAO 2017 e FAO 2017 )

Guardiamo con attenzione questi documentari e poi decideremo se sostenere questi progetti dove molte verità sconosciute ci vengono rivelate.