La Presenza di Pace numero centootto si è svolta eccezionalmente il sabato pomeriggio in piazza Castello per dare il benvenuto alla Marcia dei Bruchi, che è giunta ieri a Torino, a conclusione di un percorso che ha toccato diversi luoghi del Piemonte.

La Marcia si è snodata in un breve corteo partito dalla statua di Gandhi presso i giardini Cavour prima di confluire in piazza Castello.

Fenomeni globali come i cambiamenti climatici, la pandemia di Covd-19 oppure la guerra tra Russia e Ucraina ci stanno ricordando che, nel mondo in cui viviamo, siamo tutti interconnessi ed interdipendenti ma, purtroppo, chi controlla i processi decisionali si ostina a non rendersene conto e ammetterlo e, invece che pensare al bene di tutti, si occupa degli interessi di pochi.

Il pianeta Terra, l’unico a disposizione, è come un corpo umano: rischia danni irreversibili quando anche una sola delle sue parti si ammala e non riceve adeguate cure. Ciò dovrebbe preoccuparci, essendo la nostra casa comune. Quanto avviene a migliaia di chilometri merita la nostra attenzione perché, in un modo o un altro, ha un impatto sulla nostra vita. Nello stesso modo, le nostre azioni hanno ripercussioni sulle vite degli altri, anche a migliaia di chilometri. Dovremmo quindi sostenerci a vicenda. Siamo nella stessa barca. Prima ce ne rendiamo conto, prima riusciremo a porre rimedio agli errori commessi nel passato e costruire un mondo migliore e sostenibile da lasciare alle generazioni future. Urge quindi educare i giovani di oggi alla cura di questo pianeta e del creato in generale. E per garantire loro un futuro migliore, è importante sensibilizzarli e responsabilizzarli creando momenti di dialogo e confronto costruttivo sui nostri stili di vita e su quanto il benessere di un mondo, quello sviluppato ed arricchito, spesso e volentieri, dipenda da violazioni di diritti umani in un altro “mondo”, quello impoverito. [1]

John Mpaliza, promotore ed animatore della marcia, dopo aver elencato tanti dei conflitti attualmente attivi nel mondo, ha spostato il focus sulla grave situazione in cui versa il Congo, uno degli stati più ricchi di risorse minerarie e naturali del pianeta e per questa ragione soggetto alle pesanti attenzioni delle multinazionali, che mantengono la conflittualità nella regione per poter sfruttare meglio le risorse del paese: ad esempio il coltan di cui il Congo detiene il 70% della produzione mondiale, materia prima fondamentale per la produzione di cellulari e batterie.

Mpaliza denuncia con forza l’accordo tra Unione Europea e Ruanda firmato lo scorso febbraio per l’utilizzo di risorse minerarie “rubate” nelle regioni ad est del Congo dalle milizie armate.

L’intervento di Marie Jeanne Balagizi ha denunciato l’utilizzo dello stupro come arma di guerra in alcune regioni del Congo come in altri luoghi del mondo, sia ora che in passato.

L’edizione 2024 della Marcia dei Bruchi prevede ancora due appuntamenti:

Martedì 26 marzo alle ore 10 presso il Campus Einaudi la conferenza RD Congo: estrattivismo minerario e diritti umani

Mercoledì 27 marzo a partire dalle ore 9 Marcia dei Bruchi con la partecipazione delle scuole con partenza da piazza Vittorio

Credits: M.BARIONA
Credits: M.BARIONA
Credits: M.BARIONA

[1] Dal sito ufficiale della Marcia dei Bruchi