Ormai la misura è colma a Bologna. Lunedì all’alba attiviste e attivisti XR hanno appeso tre striscioni sopra a tre cavalcavia della Tangenziale di Bologna con scritto: “i fuochi sono accesi”, “la Terra chiede aiuto” e “Bologna risponderà”.

“I fuochi che si sono accesi -spiega XR in un comunicato- sono come quelli di Gondor, che nella trilogia tolkeniana lanciano l’appello di aiuto ai suoi alleati di fronte all’avanzata dell’Oscuro signore. Il movimento ribadisce così il suo sostegno all’Assemblea No Passante e al Comitato Besta, uniti nella lotta contro l’allargamento del nodo autostradale e contro il generalizzato consumo di suolo che minaccia ora anche il Parco Don Bosco”.

Il signore degli Anelli  di Tolkien è diventato ormai il simbolo della lotta al Passante di Mezzo, tanto che mesi fa era circolato un video geniale (https://www.youtube.com/watch?v=CQ5VEKzlKyw)

L’azione di XR arriva dopo settimane nere per gli ambientalisti, con “Gondor” che sembra ormai accerchiata. Prima la bocciatura del Tar dell’Emilia-Romagna (19 febbraio scorso) che ha in parte respinto e in parte dichiarato inammissibile il ricorso dell’associazione Amo e di cinque cittadini contro i provvedimenti di ministeri dell’Ambiente e delle Infrastrutture, Regione Emilia-Romagna, Comune e Città metropolitana sul Passante di Bologna. Associazioni e cittadini sono stati condannati peraltro a risarcire le spese di lite, 15mila euro ciascuna a Regione Emilia-Romagna e Società Autostrade, 12mila a Comune e Città Metropolitana, duemila alle altre amministrazioni statali costituite per un totale che va oltre i 60 mila euro, con chiaro intento punitivo, per mettere a tacere ogni resistenza. Subito dopo la decisione del Comune di Bologna di rigettare la richiesta dell’Assemblea Cittadina di una Valutazione dell’Impatto Sanitario preliminare alla realizzazione del Passante. Una decisione che brucia come una “presa in giro”, anche perché va a delegittimare proprio una delle richiesta di punta di XR: l’assemblea cittadina. Bologna era la prima città in Italia ad averla concessa, e la prima a tradirla.

Continua anche il presidio al parco Don Bosco, minacciato dalla cementificazione per le nuove scuole Besta (anziché ristrutturare la precedente scuola),  presidio stile “barone rampante” con nuove tende che spuntano sopra gli alberi e non si faranno tirar giù facilmente. Si aspetta anche qui con apprensione la decisione del giudice civile (attesa per il 14 marzo) che si esprimerà sul ricorso intentato dalle associazioni. Nel mentre cittadine e cittadini continuano a portare libri al sindaco, nel Municipio, con l’iniziativa Biblioteca in Comune. Siamo già a 20 libri consegnati al Sindaco sulla tutela degli alberi e del suolo, con dediche che lo invitano alla lettura e allo “studio”.

“Dopo le alluvioni che lo scorso anno si sono abbattute sulla regione, è evidente come la cementificazione sfrenata e la mala gestione del territorio siano estremamente connesse a questi disastri ambientali e alle morti che ne sono derivate, per cui Extinction Rebellion dichiara che continuerà ad opporre strenua resistenza davanti alla follia delle istituzioni al grido di #tunonpuoipassante. Tutto questo non è maltempo, è crisi climatica”.

Extincion Rebellion ribadisce di non essere sola in questa lotta e conclude con una promessa “il Passante di Mezzo non si deve fare e non si farà”. Facendo intuire nuove azioni, sempre più determinate.

Proteste anche contro la Regione Emilia Romagna, che tra consumo di suolo, nuove autostrade e rigassificatore di Ravenna, e Linea Adriatica sta facendo tutto il contrario di ciò che dovrebbe fare per il clima. Per ora, i prossimi appuntamenti da segnare in agenda, che segnano il passo delle proteste della galassia ambientalista sono: sabato 9 marzo manifestazione  indetta dal Comitato Besta, con ritrovo ore 14 in piazza Nettuno. Martedì 12 marzo presidio sotto la Regione, convocato dalla Rete Emergenza Climatica e Ambientale (RECA) e No Autonomia Differenziata: “il presidio della mattina del 12 marzo vuole sollevare il tema della democrazia partecipativa in Regione -spiega Reca- In particolare le nostre proposte di legge di iniziativa popolare su suolo, acqua, rifiuti e energia, che provengono dalle Associazioni e dai cittadini, con tanto di raccolta di firme, non sono state ancora discusse dopo oltre un anno dalla loro presentazione. Che partecipazione e che democrazia è questa?”.