Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera inviata dal Sindacato Intercategoriale COBAS alle principali istituzioni  e associazioni di categoria italiane per indire uno sciopero generale contro il genocidio in atto a Gaza e la guerra che si sta protraendo in Ucraina. La giornata di sciopero è prevista per venerdì 23 febbraio, mentre sabato 24 febbraio si svolgerà una manifestazione con concentramento alle 14,30 in piazzale Loreto.


Riproclamazione sciopero generale dei settori privati e pubblici su tutto il territorio nazionale per l’intera giornata di venerdì 23.02.2024, alla luce delle indicazioni della Commissione di Garanzia sciopero

La scrivente O.S.,

premesso che:

  • da oltre tre mesi è in atto un genocidio condotto da Israele nella Striscia di Gaza: oltre 26 mila morti e omicidi indiscriminati di migliaia di bambini, donne e anziani palestinesi; scuole, ospedali e luoghi di culto bombardati senza sosta; centinaia di giornalisti ed operatori sanitari uccisi; violenze e massacri indiscriminati compiuti dall’esercito e dai coloni sionisti anche nella stessa Cisgiordania, in un contesto pluridecennale di occupazione, di apartheid e di pulizia etnica nei confronti della popolazione araba;
  • da anni assistiamo a una continua corsa al riarmo su scala globale, frutto della crisi e dell’inasprimento delle contese politiche e economiche tra i principali blocchi capitalisti e imperialisti, nel quadro di una competizione sempre più accesa per il controllo politico e il saccheggio delle risorse dei paesi dipendenti in Africa, Asia, Medioriente, Sudamerica ed Est Europa;
  • il governo Meloni, in linea con l’UE e la Nato a guida statunitense, è attivo in prima linea nell’escalation militarista, sia nella guerra in Ucraina attraverso il supporto economico e militare al governo di Kiev, sia nel sostegno esplicito a Israele nella mattanza guidata dal criminale di guerra Netanyahu sui territori palestinesi;
  • la tendenza all’escalation bellica viene oramai esplicitamente ammessa finanche da autorevoli esponenti politici e militari occidentali: da Rob Bauer (presidente del comitato militare Nato) al ministro degli esteri britannico David Cameron, dal ministro della difesa tedesco Boris Pistorius al suo omologo nostrano, Guido Crosetto, nelle ultime settimane assistiamo a un coro di dichiarazioni senza precedenti sulla concreta possibilità a breve di una guerra aperta tra Nato e Russia e/o di un allargamento del conflitto in medioriente, cioè di una guerra mondiale tra potenze nucleari!
  • i lavoratori, i disoccupati e le masse povere, dopo aver abbondantemente pagato i costi sociali ed economici della pandemia, ora sono costretti a pagare il prezzo salatissimo dell’economia di guerra: salari fermi al palo da anni, nel mentre il grande capitale continua a registrare profitti da record; crescita esponenziale della precarietà, dello sfruttamento e del disciplinamento nei luoghi di lavoro; assenza di tutela della salute e della sicurezza con la moltiplicazione di infortuni e di morti sul lavoro; aumento dei prezzi dell’energia e dei generi di prima necessità; smantellamento della sanità, del trasporto e dell’istruzione pubblica; taglio e abolizione delle misure sociali minime, a partire dal reddito di cittadinanza; criminalizzazione e repressione degli scioperi e del conflitto sociale.
  • Già lo scorso 20 ottobre il SI Cobas ha indetto uno sciopero generale assieme ad altre sigle del sindacalismo di base contro la guerra e l’economia di guerra, cui è seguito il 17 novembre uno sciopero nazionale in tutto il settore privato contro il massacro in corso nella Striscia di Gaza, cui hanno fatto seguito in entrambi i casi manifestazioni nei giorni immediatamente successivi, rispettivamente a Ghedi, nei pressi della base militare, e a Bologna, le quali hanno coinvolto migliaia di lavoratori, attivisti e solidali;
  • malgrado l’ampia partecipazione a queste iniziative e alle centinaia di manifestazioni svoltesi in questi mesi su tutto il territorio nazionale e in gran parte del mondo, il governo Meloni continua tuttora a sostenere e legittimare la barbara aggressione israeliana a Gaza, rifiutandosi finanche di chiedere a Natanyahu un cessate il fuoco immediato.

Tutto ciò premesso

Nel recepire l’appello dei giovani palestinesi, di gran parte delle comunità arabe in Italia e delle migliaia di attivisti solidali con la resistenza palestinese, il SI Cobas invita tutti i lavoratori alla mobilitazione nella giornata di venerdì 23 febbraio, e lancia per il giorno successivo, sabato 24 febbraio, una manifestazione nazionale nella città di Milano nel quadro di una iniziativa internazionale che vede coinvolte piu forze politiche, sindacali e sociali (in una trentina di paesi). Tale data non è casuale, bensì coincide col secondo anniversario dell’inizio della guerra tra Nato e Russia sul suolo ucraino (in realtà in corso già da un decennio “a bassa intensità” sui territori del Donbass), che ad oggi ha lasciato sul campo centinaia di migliaia di morti da ambo le parti.

Per queste ragioni, la scrivente Sindacato Intercategoriale Cobas

con la presente proclama

24 ore di sciopero nazionale in tutte le categorie del comparto privato e pubblico dalle ore 0,00 alle ore 23,59 del 23.02.2024 ivi compreso il primo turno montante/smontante per i c.d. turnisti.

chiede

  • il cessate il fuoco immediato e il ritiro dell’esercito israeliano dalla Striscia di Gaza
  • il blocco immediato dei traffici di armi dirette ad Israele
  • la fine dell’occupazione coloniale delle terre palestinesi in Cisgiordania
  • il blocco delle spese militari e dell’invio di armi in UcrainaSarà cura della scrivente O.S. inviare, ove necessario, alle parti interessate una diversa articolazione dello sciopero, comprese le modalità di sciopero a ciclo continuo e a turnazione. Durante lo sciopero generale saranno garantiti i servizi minimi essenziali come da L.146/90 e successive modifiche e integrazioni.

    Sono esclusi dallo sciopero, in base al principio della franchigia elettorale, i seguenti settori sul territorio della regione Sardegna: Regioni Autonomie Locali, Trasporto Pubblico locale, igiene ambientale, Telecomunicazioni, Elettricità, Gas-Acqua, Funerario, Ministeri, Trasporto Marittimo, Vigili del fuoco, Elicotteri, Carburanti.

    Sono altresì esclusi dallo sciopero, in base al principio della rarefazione oggettiva, i seguenti settori o enti: Polizia Locale del Comune di Milano; aziende nelle quali si applica il CCNL Federcasa; la società Autolinee Tessitore di Vasto e Autolinee Toscane di Firenze/deposito di Pisa; le aziende di Trasporto pubblico locale delle regione Sicilia.

    Si rammenta alle istituzioni in indirizzo di garantire il rispetto dell’informazione all’utenza sullo sciopero previsto dall’art.2 comma 6 della legge 146/90 e successive modificazioni.

    Milano, 11.02.2024
    Il coordinatore nazionale, Aldo Milani