Domenica 25 febbraio è la giornata che diversi comuni della Tuscia hanno scelto per manifestare contro la possibile localizzazione nel viterbese del sito unico nazionale di stoccaggio delle scorie nucleari, perlomeno di bassa e media intensità. In particolare hanno manifestato Corchiano (da dove è partito il troncone principale della marcia), Soriano nel Cimino, Vasanello, Gallese, con i loro vessilli comunali e i loro rappresentanti ufficiali, ma anche hanno partecipato diversi gruppi di altri comuni della Tuscia come Vignaello, diversi gruppi locali di Arci, Acli, Protezione Civile, ma anche Italia Nostra e diverse persone dell’intorno, provenienti da Vallerano, Nepi, Carbognano ecc.
Questo migliaio di persone ha sfilato dal Municipio di Corchiano, da li verso l’ingresso dell’oasi protetta del WWF, dove sono confluiti altri piccoli tronconi proveniente da paesi vicini e sono entrati nell’oasi dove si sono tenuti i discorsi dei Sindaci ed altri rappresentanti di associazioni e si è banchettato insieme.
Il problema è che la SOGIN, la società pubblica responsabile del “decommisioning” degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radiottivi, ha individuato come “idonee” (con un criterio “discutibile”) 51 aree in tutta Italia per questo sito di stoccaggio, di cui ben 21 appartengono all’area della Tuscia Viterbese. Il deposito sembra essere pensato per stoccare 100 mila tonnellate di scorie e rifiuti. Per motivi associati ad aspetti ambientali, archeologici, naturalistici, socio-economici (una zona ricca di uliveti e noccioleti, principalmente rurale, ma anche turistica) e sopratutto di salute pubblica, tutte le popolazioni con in testa molti dei sindaci della zona si oppongono con questa marcia pacifica, piena di bandiere gialle, con un bel “NO” ad un deposito unico di materiale così problematico in una zona dal delicato equilibrio ecologico, storico ed ambientale, oltretutto in una zona densamente fitta di paesini molto vicini tra loro e con molte colture agricole, nonché ricca di storia e di reperti, oltre che di falde acquifere.