La capolista socialdemocratica tedesca alle elezioni europee non esclude l’acquisto di armi nucleari dell’UE. E Parigi offre di estendere l’ombrello atomico francese, mentre in Germania i media puntano su una bomba tedesca.

La capolista dell’SPD (partito socialdemocratico) alle elezioni europee, Katarina Barley, non esclude l’acquisto di armi nucleari da parte dell’UE. «Per la formazione di un esercito europeo», una bomba nucleare «potrebbe diventare un argomento di discussione», ha dichiarato Barley martedì 13 febbraio.

Precedentemente l’ex ministro degli Esteri tedesco, Josef Fischer (Alleanza 90/Verdi), tra i tanti, aveva richiesto all’UE di dotarsi di “un proprio deterrente nucleare”. Il presidente francese Emmanuel Macron avanza la possibilità di estendere l’”ombrello” atomico francese all’UE, mentre i principali media tedeschi tornano a parlare di una bomba tedesca.

La richiesta di dotare la Germania o in alternativa l’UE di armi nucleari, non è una novità. Ampiamente dibattuta dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi del novembre 2016 e poi di nuovo prima della campagna elettorale americana del 2020, tale necessità è stata giustificata come una forma di sostituzione a seguito di un’eventuale perdita dell’ombrello atomico statunitense sull’Europa. Le domande attuali sono accompagnate da appelli per un potenziamento degli armamenti convenzionali senza precedenti, i cui fondi necessari ammonterebbero a 300 miliardi di euro.

Uno scudo nucleare europeo

La rivendicazione nucleare da parte della Germania non è una cosa nuova. La proposta fu avanzata per la prima volta negli anni Cinquanta dal governo tedesco, ma Bonn fallì nell’intento [1]). Recentemente, la richiesta di accesso a una bomba “europea” o addirittura alle armi nucleari da parte di Berlino è stata ampiamente espressa dopo l’elezione di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti, all’inizio di novembre 2016. All’epoca i consiglieri politici tedeschi dissero che Berlino avrebbe dovuto «prendere in considerazione lo sviluppo di uno scudo nucleare europeo, basato sulle capacità francesi e britanniche» [2].

Anche i politici hanno abbracciato questa iniziativa. L’allora portavoce per la politica di difesa del gruppo parlamentare della CDU/CSU al Bundestag, Roderich Kiesewetter, ha sollecitato la creazione di un «ombrello atomico» dell’UE da finanziare con il bilancio militare dell’Unione Europea [3]. Alcuni si sono persino spinti oltre, chiedendo di prendere in considerazione la costruzione di una bomba nucleare tedesca. Un importante commento della Frankfurter Allgemeine Zeitung si chiese se fosse sorta “la questione della capacità di deterrenza nucleare della Germania“, di fronte “agli arsenali francesi e britannici” considerati “troppo deboli” [4].

Un deterrente nucleare tedesco

Il dibattito si è riacceso all’inizio del 2020, alla vigilia della campagna elettorale statunitense, quando la possibilità di una seconda presidenza Donald Trump sembrava reale. Johann Wadephul, vicepresidente del gruppo parlamentare CDU/CSU, responsabile per la politica estera e militare, sostenne all’epoca la cooperazione nucleare con la Francia dicendo che «Berlino dovrebbe partecipare alla deterrenza nucleare con le proprie capacità e i propri mezzi, mentre Parigi dovrebbe porre la sua force de frappe sotto un comando congiunto dell’UE o della NATO» [5]. Parigi respinse con indignazione l’iniziativa.

Un altro tentativo è stato fatto circa due mesi fa, sempre in vista delle elezioni presidenziali statunitensi. Dopo una serie di anticipazioni dei media che prendevano in considerazione almeno un riarmo nucleare dell’UE o della Germania, l’ex ministro degli Esteri federale Joseph Fischer (Alleanza 90/Verdi) ha risposto alla domanda su quale fosse la sua posizione: «Questa è una domanda piuttosto difficile» [6].

A livello nazionale tedesco, Fischer ha risposto con un “no”, mentre a livello europeo con un “sì” diretto. Il politico dei Verdi ha dichiarato categoricamente che «l’UE ha bisogno di un proprio deterrente nucleare».

La force de frappe francese

Il Presidente francese Emmanuel Macron ha preso una posizione ufficiale sul riaccendersi del dibattito. In un discorso tenuto a fine gennaio presso un’accademia militare di Stoccolma, Macron ha dichiarato: «Oggi i nostri interessi vitali sono in gran parte europei, il che ci spingere ad assumere una responsabilità speciale quando si tratta di deterrenza nucleare» [7].

Macron si era già offerto anni fa di estendere l’ombrello atomico francese all’UE, ponendo però come condizione una rigorosa garanzia della sovranità francese su tutte le operazioni della force de frappe, compreso l’eventuale dispiegamento. Secondo questo modello, la Germania e gli altri paesi possono prendere parte alle manovre nucleari in determinate circostanze, nelle stesse modalità in cui la Bundeswehr partecipa alle esercitazioni di condivisione nucleare, cioè al dispiegamento di bombe nucleari statunitensi [8]. Tuttavia, questi paesi non dovrebbero avere voce in capitolo.

Il primo ministro polacco Donald Tusk ha accolto il piano a Berlino il 12 febbraio e ha dichiarato che lo ritiene «molto importante» [9], mentre il governo tedesco continua a respingerlo. La situazione si è ulteriormente complicata dal fatto che Marine Le Pen ha recentemente annunciato che non seguirà questo modello se vincerà le elezioni [10], il che indebolisce la posizione di Macron.

L’ultimo tabù

Martedì 13 febbraio sono stati fatti dei nuovi passi. Un importante commento pubblicato dall’autorevole Frankfurter Allgemeine Zeitung ha affermato che “gli europei” dovranno disporre in futuro «anche di forze nucleari». Alla luce del rifiuto di Macron di permettere anche a Berlino di decidere, e dell’annuncio di Le Pen di non voler sostenere un ombrello atomico francese per l’UE, ha proseguito affermando che “l’ultimo tabù della politica sulla sicurezza tedesca ora potrebbe venire meno“, ovvero “rinunciare alle nostre armi nucleari” [11].

Anche Katarina Barley, la capolista dell’SPD alle elezioni europee, ha chiesto il riarmo nucleare. D’altronde condivide l’opinione del Segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, secondo cui è chiaramente nell’interesse degli Stati Uniti continuare a «fornire in modo significativo» all’UE un deterrente nucleare, ha spiegato Barley [12]. Tuttavia, considerando le dichiarazioni di Donald Trump, è necessario ammettere che «non si può più fare affidamento sugli Stati Uniti». Alla domanda su un eventuale riarmo nucleare dell’UE, Barley ha confermato: «Per la formazione di un esercito europeo … potrebbe diventare un argomento di discussione».

Debiti speciali per l’industria della difesa

Le richieste di un riarmo nucleare dell’UE o della Germania sono accompagnate da appelli per un programma di riarmo convenzionale senza precedenti. Il cancelliere federale Olaf Scholz ha ripetutamente affermato la sua intenzione di investire il 2% della produzione economica tedesca nel bilancio militare su base permanente. Una volta esauriti i 100 miliardi di euro di debiti speciali per la Bundeswehr, gli osservatori sospettano che potrebbero essere necessari fino a 56 miliardi di euro all’anno per raggiungere l’obiettivo [13].

Anton Hofreiter (Alleanza 90/Verdi), membro del Bundestag, ha chiesto il 12 febbraio un ulteriore pacchetto di 100 miliardi di euro per armare la Germania e l’Ucraina [14]. Il giorno dopo, il politico militare della CDU Kiesewetter ha affermato che è «assolutamente chiaro che abbiamo bisogno di 300 miliardi e non di 100 per armare la Bundeswehr». Il politico della SPD Andreas Schwarz, invece, ha chiesto «un’esenzione speciale al tetto del debito per tutti i costi destinati alla difesa», necessaria per «investire nella difesa civile e nel controllo delle calamità, ad esempio», assieme a «una maggiore difesa informatica, più bunker, sale operatorie mobili e forniture ospedaliere militari» [15]. Infine, non da meno, sono necessarie garanzie di acquisto a lungo termine per l’industria della difesa.

NOTE:

[1] Griff nach der Bombe.

[2] Make Europe great again.

[3] Der Schock als Chance.

[4] Berthold Kohler: Das Undenkbare. (L’impensabile) Frankfurter Allgemeine Zeitung 28.11.2016.

[5] Hans Monath: „Wir sollten uns an nuklearer Abschreckung beteiligen“. tagesspiegel.de 02.02.2020. vedere Griff nach der Bombe (III).

[6] Joschka Fischer fordert neue Atomwaffen in Europa. spiegel.de 03.12.2023. S. vedere  Atomwaffen für Europa.

[7] Stefan Brändle: Macron will den Atomschirm über Europa aufspannen. derstandard.de 07.02.2024.

[8] vedere Das Atomkriegsszenario.

[9] Conferenza stampa del cancelliere Scholz e del Primo Ministro della Repubblica di Polonia, Tusk, 12 Febbraio 2024 a Berlino.

[10] Sylvie Kauffmann: « Dans cette nouvelle ère où l’affrontement a remplacé la cooperation, la question de la dissuasion nucléaire reprend tout son sens ». lemonde.fr 07.02.2024.

[11] Berthold Kohler: Trump und das letzte Tabu. Frankfurter Allgemeine Zeitung 13.02.2024.

[12] Barley: EU-Atombombe könnte Thema werden. zdf.de 13.02.2024.

[13] Georg Ismar: Noch mehr Geld für die Verteidigung. Süddeutsche Zeitung 13.02.2024.

[14] Daniel Lücking: 100-Milliarden-Paket für die Bundeswehr: Kriegslogik pur. nd-aktuell.de 12.02.2024.

[15] Georg Ismar: Noch mehr Geld für die Verteidigung. (Ancora più soldi per la difesa) Süddeutsche Zeitung 13.02.2024.

Traduzione dal tedesco di Maria Sartori. Revisione di Thomas Schmid.

L’articolo originale può essere letto qui