Il paradiso nell’aldilà me lo immagino un po’ così: tanta gente di tutti i colori, tante lingue diverse, tanti sorrisi, allegria e festa, tutti fratelli e sorelle, figli/e di un unico, buon Dio: come oggi nella Messa della Festa dei Popoli, presieduta dall’arcivescovo Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes della CEI.

Sì, perché da qualche anno la festa dell’Epifania, in cui la Chiesa cattolica festeggia Gesù che si manifesta a tutte le genti del mondo (simboleggiate dai Magi) a Ferrara è anche un’occasione in molte diocesi per radunare le varie comunità etniche in una messa dove le proprie tradizioni di canto, preghiera, ballo, costumi e buon cibo vengono offerte e condivise. Africani, filippini, sudamericani, moldavi, rumeni sono le principali comunità rappresentate in città, ognuna con un proprio sacerdote, anch’esso immigrato.

Certo, non c’è solo gioia: da due anni, questa Festa dei Popoli condivide anche il profondo dolore della comunità ucraina (molto numerosa a Ferrara) crudelmente colpita dalla guerra. Ma la consapevolezza di essere parte di una sola umanità è forte e ci fa stare bene insieme.

Nella sua omelia, infatti, monsignor Perego ha auspicato che “il nostro cammino non si fermi nei recinti ecclesiali, ma raggiunga la città e il mondo. Tutte le genti sono chiamate a condividere la stessa eredità, cioè a essere figli di Dio, che formano lo stesso corpo, cioè una sola famiglia umana. Non esiste più straniero o ospite, ma tutti sono figli e fratelli. Il Natale è la festa dei popoli.

E ha parlato di un medesimo sogno che avevano in passato il profeta Isaia e l’apostolo Paolo, condiviso anche da Papa Francesco, secondo cui “nessuno può affrontare la vita isolato. C’è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti, e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti. Com’è importante sognare insieme! Da soli si rischia di avere dei miraggi, per cui vedi quello che non c’è. I sogni si costruiscono insieme. Sogniamo come un’unica umanità, come viandanti [che sono] parte della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi; ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la sua lingua, con la propria voce, tutti fratelli”.

E citando ancora Papa Francesco: “Il numero sempre crescente di interconnessioni e di comunicazioni che avviluppano il nostro pianeta rende sempre più palpabile la consapevolezza dell’unica condivisione di un comune destino tra le nazioni della terra. Pienamente nella storia, pur nella diversità delle etnie, delle società e delle culture, emerge la vocazione a formare una famiglia composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri”.

Buona Festa dei Popoli, tutti i giorni!

Coro ucraino